L’amore per un figlio può essere così forte da far negare la realtà? E anche da far ostacolare la giustizia? È la domanda che pone In difesa di Jacob, un legal thriller dal ritmo serrato e coinvolgente, uscito sulla piattaforma Apple Tv, verso la fine di aprile, in pieno lockdown. Tratto dall’omonimo romanzo di William Landay, pubblicato in USA nel 2012, narra una vicenda ambientata in una cittadina del Massachusetts dove in un parco, tra un meraviglioso foliage autunnale, una mattina viene trovato il corpo di un quattordicenne ucciso a coltellate.
La comunità si angoscia, i genitori vietano le uscite, gli studenti sono interrogati dai poliziotti. Lo scenario idilliaco della ricca periferia residenziale forse nasconde un maniaco. Ma dopo pochissimi giorni di indagini, viene accusato dell’omicidio un coetaneo, un compagno di scuola.
Perché, come va molto di moda ultimamente nelle serie televisive, le scuole americane sono sempre nidi di vipere, dove covano gli istinti peggiori (vedi Thirteen). E anche qui fra un armadietto in corridoio, una lezione di scienze (in tutti i film fanno solo lezioni di questa materia) e una chat di studenti si scopre un indizio fondamentale che porta a Jacob.
È un ragazzino introverso, unico rampollo dell’assistente del procuratore distrettuale, un uomo abituato ad indagare e aver a che fare con il crimine. E proprio per questo totalmente annientato da sospetti e indizi che emergono gradualmente nell’inchiesta e indicano il coinvolgimento del figlio. Non crede alla colpevolezza e farà di tutto, ma proprio tutto, per scagionarlo. Anche perchè per la giutizia USA (assai forcaiola) anche i minori sono imputabili come gli adulti.
Le otto puntate tengono lo spettatore sempre con il fiato sospeso, e anche straziato dal dubbio: mi comporterei allo stesso modo se anch’io dovessi salvare mio figlio? E quanto sarei dilaniato dai sensi di colpa per aver cresciuto un possibile criminale senza accorgermene?
È una produzione americana e quindi piuttosto patinata. Oltre a essere angosciati i genitori di Jacob devono essere belli: il papà è Chris Evans, ex Capitano America, sempre impeccabile anche quando soffre come un cane. La mamma invece è Michelle Dockery, la Lady Mary di Dontown Abbey, qui molto più pallida e dimessa. L’adolescente enigmatico, sempre attaccato alla Play Station, è Jaeden Martell, bravo e molto ambiguo, come è già stato anche in Cena con Delitto.