Un giallo divertente e molto originale, ambientato a Lagos, esordio con il botto di un’autrice nigeriana che ora vive a Londra. Mia sorella è un serial killer è una dark comedy perfetta per l’estate. Gli ingredienti ci sono tutti: frustrazioni sentimentali, gelosia e competizione fra sorelle, vecchi conflitti famigliari, ambiente esotico e una buone dose di suspence.
La storia è narrata in prima persona dalla sorella maggiore Korede, diligente infermiera nel maggior e caotico ospedale della città, molto preoccupata per il comportamento fuori controllo della sorellina influencer.
La ragazza si chiama Ayoola ed è la figlia prediletta, adorata dalla madre. Bellissima, grande ispirazione per i suoi follewers su Instagram. Peccato che dietro alle foto ammiccanti e patinate si nasconda un carattere instabile. La ragazza infatti ha già ucciso tre dei suoi fidanzati. Come sia potuto accadere la giovane assassina non riesce neanche a spiegarlo bene. Sono incidenti che succedono. E quando capita chiede aiuto alla sorella maggiore.
Ma quanto può essere forte la complicità fra sorelle?
Il senso pratico di Korede è la salvezza di Ayoola: è lei che l’aiuta a pulire il sangue, a portare via i cadaveri occultati nei portabagagli. A impedirle di mostrarsi felice e contenta sui social quando dovrebbe solo piangere il fidanzato morto. Ma tutto questo aiuto non le porta alcun credito. Mentre supporta la sorella e cerca di limitare i danni del suo istinto omicida, Korede cova segretamente una cotta per un dottore dell’ospedale dove lavora: sogna il giorno in cui lui capirà che lei è la donna giusta per lui.
Ma quando il bel dottore chiede a Korede il numero della sorella, la ragazza è costretta a chiedersi fino a che punto può spingersi per proteggere la sorella. In un crescendo di situazioni surreali, tra crimine e crisi di nervi, si arriva fino al colpo di scena finale.