Fissa il tuo cane negli occhi e prova ancora ad affermare che gli animali non hanno un’anima, scrisse Victor Hugo.
Chunque abbia un cane non può che essere d’accordo con questa affermazione, perchè lo scambio di sguardi fra umani e “diversamente umani” è sempre espressivo e vero. Trabocca di affetto e dedizione. Grande esempio di questo amore è la storia della cagnetta Peg, una barboncina vissuta negli anni’50 a Chiari, in provincia di Brescia.
Peg è stato un incredibile esempio di cane sapiente, infatti era stata addestrata a parlare e far di conto. Abbaiava tre volte per dire “sì” e due volte per rispondere “no”. Si esprimeva componendo parole, usando cartellini che avevano lettere scritte sopra.
Descritta così sembrerebbe una storia da imbonitori, da spettacolo da luna park dei tempi andati, ma la situazione era molto diversa.
Come racconta Lady Peg. Vita di una cagnolina prodigio, la “biografia” di questa barboncina scritta da Andrea Biscàro, è una vicenda incredibile che, ai tempi, aveva affascinato e stupito l’opinione pubblica. E della sua intelligenza vivissima e inusuale avevano scritto a profusione riviste e quotidiani dell’epoca. La piccola Peg era stata oggetto di molti studi e fu “intervistata” da firme celebri come Dino Buzzati per il Corriere della Sera ed Elisabeth Mann per L’Espresso.
La storia di Peg è molto originale e coinvolgente. Nel suo libro Biscàro riporta tutto ciò e parla anche dei detrattori. Di come la cagnetta fosse stata tacciata, dagli increduli, addirittura come prodotto del diavolo. Insomma, una barboncina posseduta!
Quello che traspare invece dal resoconto dell’autore è il grandissimo amore che legava Peg a Ines, la sua padrona. E’ commovente la profondissima complicità che esisteva fra le due. La barboncina era stata addestrata con cura, dedizione (e gratificazioni alimentari!) e la sua genialità era anche un modo per ricompensare la padrona e dimostrarle il suo affetto speciale.