E’ notte, tutto tace. Solo una voce, quella di mia figlia che parla nel sonno.
Bofonchia qualcosa di incomprensibile e poi una parola su tutte rompe la quiete del sonno di tutta la famiglia:
” mmum…mumm…VERIFICA…mmn…”
Siamo alla fine di maggio e i deliri notturni hanno preso il soppravvento. Si sognano test, verifiche e versioni. Ancora solo una settimana di scuola, saremo promossi e anche bene, ma lo stress è salito a livelli altissimi, logoranti e contagiosi. A miei tempi gli ultimi giorni di scuola erano una gioia, si godeva dell’attesa, del conto alla rovescia. Si sognavano allegre e cruente vendette contro i prof più severi(senza offesa per le prof amiche di blog). Probabilmente allora ero solo un’irresponsabile e superficiale somara, forse per questo passato l’altra sera a cena stavo per sbottare: “Ma chi se frega se prendi sett… ” e Sant’ mi ha zittito con una pedata sotto il tavolo, dicendomi di non essere diseducativa.
Dobbiamo quindi sudar sangue fino al suono della campanella per le vacanze.
Per questo ieri rileggendo un comunicato che mi è arrivato un po’ di tempo fa, sulle prove Invalsi, mi sono trovata perfettamente d’accordo con quanto afferma il pedagogista Daniele Novara in quest’articolo
Voi cosa ne pensate?
11 Replies to “Ancora solo una settimana”
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Le prove Invalsi per me sono un mistero. Non ne vedo molto l’utilità. Anche nella classe di mia figlia, quando ci sono state 2 anni fa, le maestre hanno fatto le prove delle prove … che assurdità! Anche noi stiamo facendo il conto alla rovescia alla fine della scuola. Per fortuna i compiti si sono alleggeriti molto nell’ultima settimana, tranne per quanto riguarda qualcuno che non ci sente molto da quell’orecchio (e proprio chi ha materie meno rilevanti, leggi insegnante di religione … mi sto pentendo un po’ di non aver fatto fare l’esonero a mia figlia quando ne avevo avuta l’opportunità).
Allora siamo più o meno tutti nella stessa situazione!
In queste settimane ho visto il vero tour de force al quale è stata (ed è) sottoposta una mia nipote, coetanea di tua figlia, che frequenta la prima scientifico. Verifiche quasi quotidiane (tra cui un paio, a sorpresa), e un vero ‘accanimento terapeutico’ ad opera della prof di latino, con otto prove scritte nel corso del quadrimestre, l’ultima delle quali lo scorso giovedì, a cui sarebbe dovuta seguirne una quest’oggi, modificata all’ultimo minuto in interrogazione generale.
Io sono perplessa assai…
Riguardo alle prove Invalsi, che, grazie al cielo, non ho mai avuto il ‘piacere’ di dover far svolgere, concordo con quanto scritto dal pedagogista. Tanto lavoro… per scarsi risultati.
Il parere di un insegnante mi rassicura 🙂 la realtà di tua nipote è proprio simile alla nostra.
Il termine accanimento terapeutico e proprio azzeccatissimo!!!
Noi non sappiamo ancora di che morte moriremo…probabile interrogazione risolutiva giovedì o venerdì: ma ti pare? Mah…
Mi dispiace, anche da noi interrogazioni cruciali la prossima settimana!
E’ come nella canzone “New York, New York”: if you make it there, you make it anywhere!
(se non schiatti!)
ancora siamo lontani da questa fase, però leggo con interesse e osservo che parlate di NOI invece che LORO … per immedesimazione o perchè diventa davvero un’affare di famiglia?
baci baci … io intanto mi sto reparando a partire per il mare 🙂
Ciao Patrizia,
Ho ricevuto la tua mail e ti ho risposto. Te lo scrivo qui perchè ultimamente ho avuto dei problemi con la posta
dell’ufficio, ovvero la posta mandata a indirizzi gmail.com non è arrivata al destinatario. Se non ricevi la mia
risposta, fammelo sapere qui nei commenti e provvederò a rimandartela da un altro indirizzo.
Tutto a posto, cara!
Cara Extra, mi sento molto coinvolta. Io sono una di quelle che dai e dai, concede prove e interrogazioni fino alla fine, anche se so che non sempre serviranno a mandare i ragazzi in vacanza senza debiti. Lo so, è la vita.
Per quanto posso dirti io, i miei ciucci non sembrano scoppiare di ansia, almeno non quanto me, che mi scervello per tirarli fuori da dubbie situazioni tipo un 5,5 allo scrutinio finale. Una potenziale mazzata. E lo stress lo sento. Per dartene una prova, ti confesso che stanotte ho sognato che mi sposavo un allievo di 1a superiore, uno che è pure avanti di un anno. Praticamente ha l’età di mio nipote. Un abominio, mi sono svegliata e mi sono sentita in una scena tipo “la moglie del soldato”… da panico.
Le prove INVALSI le abbiamo dovute affrontare anche noi, sono delle fasi preparatorie per ciò che penso diventerà nazionale anche nelle terze prove alle superiori. Non voglio dirti che siano un’emerita perdita di tempo. Ma di certo è una burocratizzazione a volta cieca di un lavoro che invece ha senso. Esaminare gli allievi ha senso, non tanto per classificarli come un voto, quanto piuttosto per dare loro il riscontro di quanto sanno o no, di quanto hanno appreso. L’impressione che ho è che ci muoviamo come l’Inghilterra, sempre di più. Prove statalizzate, standard e meno bocciature. E ti giuro che i risultati si vedono, lampanti.
Interessante il tuo commento, grazie di avermi descritto così bene la tua esperienza sul campo!
Mi incuriosisce anche questa similitudine con l’Inghilterra, di cui so poco. Cioè conosco alcuni aspetti e avevo letto di lamentele sui troppi test. Ma non ho capito bene cosa intendi, mi piacerebbe saperne di più.
Su La moglie del soldato invece sono preparatissima, bellissima anche la colonna sonora.
ma non c’erano prof… 🙂