Solo il due per cento della popolazione mondiale è affetto da rutilismo, ossia è nato con i capelli rossi. Quindi come, purtroppo, nel caso di tutte le minoranze, nei confronti dei “rossi” c’è da sempre una certa discriminazione. Infatti, nei secoli i portatori di chiome fulve sono stati guardati con sospetto. Dicerie e proverbi contro di loro ancora si sprecano. Dal classico Rosso mal pelo (reso poi letterariamente degno da Verga) al più colorito e spiccio: Uomo rosso e cane lanuto, meglio morto che conosciuto (in cui si coglie l’occasione di offendere anche il nostro fedele compagno peloso!).
Per saperne di più, indignarsi e anche gustare molte curiosità, sulla realtà che circonda il fenomeno delle chiome fulve, si può leggere questo delizioso saggio Breve storia dei capelli rossi in cui l’autore, Giorgio Podestà, indaga a 360° sul fenomeno del rutilismo.
Partiamo dalle verità scientifiche, scopriamo che la chioma fulva deriva da una variente del cromosoma 16, nella regione del gene recessivo MC1R, che abbina ai capelli rossi un’epidermide particolarmente chiara e delicata. Quindi scarsità di melanina e in molti casi anche il fenomeno delle lentiggini.
Una recente ricerca su un campione di DNA ha rivelato tre varianti del “gene rosso”, due di origine asiatica risalente a circa settatamila anni fa e una “più recente” europea di trentamila anni fa. Non sarebbe quindi risalente all’uomo di Neanderthal, ma conseguenza all’adattamento dell’uomo in un clima gelido e inospitale. La carnagione chiara infatti trattiene meglio il calore e resiste al congelamento.
Storicamente invece i rossi, anche se pochi, si sono sempre fatti notare per carattere e forza: da Re Davide che impavido sconfisse con la fionda il gigante Golia, a Ulisse, passando poi per Alessandro Magno e arrivare a Elisabetta I d’Inghilterra. Coraggiosi e volitivi ma anche molto affascinanti come la bellissima principessa Roxelana, concubina intraprendente che divenne poi la moglie amatissima di Solimano il magnifico.
Le sfumature di rosso sono tante, colorate e anche poetiche, dal ramato al pel di carota, il saggio si sofferma su tutte, proseguendo poi con una carellata storica più vasta. E offrendo molte altre notizie per sfatare, e qualche volta avvalorare, miti e leggende su queste capigliature fiere e fiammeggianti.