Sono andata a vedere il film di Francesca Archibugi, tratto dal bestseller di Michele Serra. E per una volta il film è meglio del libro.
La sceneggiatura di Francesco Piccolo infatti è molto più ricca, coinvolgente della storia narrata nel romanzo. Dove le critiche rivolte dal padre al figlio adolescente, apatico e sdraiato H24 sul divano, si trasformavano in noiose elucubrazioni mentali del genitore che rimaneva una figura brontolona e poco coinvolgente. Nella pellicola invece, il padre, interpretato bene da Claudio Bisio, ha fortunatamente uno spessore psicologico.
Magari discutibile, perchè spesso squallido e opportunista, ma vivo e realistico. Nella narrazione del rapporto con il figlio, che lo considera un rompipalle esaurito, ci sono degli elementi divertenti e la ribellione adolescenziale è un po’ stereotipata ma condivisibile. I dialoghi sono fulminanti e credibili.
Il ragazzo protagonista vive in branco, con i suoi compagni frequenta un liceo classico milanese (il casting è stato fatto anche nella scuola di mia figlia e un suo compagno fa parte del gruppetto dei protagonisti). Milano è filmata molto bene, solo le scene in cui gli adolescenti pascolano con nonchalance in bici sono molto cinematografiche ma inverosimili. Con il traffico della città nessuno, se vuole sopravvivere, può pedalare in modo così rilassato.
Lo spezzone migliore della pellicola riguarda il ricevimento dei genitori a scuola: dove padri e madri sono pronti, sempre e comunque, a difendere i figli. A sventolare certificati medici di discalculia, pure di non accettare le critiche degli insegnanti. Se un figlio copia e non studia, pur di non ammetterlo, si organizza una petizione per far trasferire il prof.
Esilarante ma purtroppo tanto realistico. Più i genitori sono intellettuali, più difendono il fancazzismo dei figli a spada tratta!
Poi ci sono i weekend in Liguria, pied-à-terre dei milanesi radical chic, come la famiglia protagonista. Bellissime le riprese nella natura: fra mare ed entroterra. Peccato per la fidanzatina costantemente “presa male”, con un malumore che risulta piuttosto irritante, non solo a papà-Claudio Bisio, ma alla fine anche agli spettatori.
Questa volta non riesco a condividere il parere positivo, A me il film non è proprio piaciuto, il libro lo avevo lasciato a metà, lo avevo trovato illeggibile. Forse non frequento più adolescenti da troppo tempo? Non ho mai fatto parte dei genitori intellettuali? Detesto la maleducazione di queste nuove generazioni cui è tutto dovuto….. sono troppo vecchia?
No, non credo che il problema sia l’età 🙂 a me il film ha divertito abbastanza. Ma le mie figlie, al cinema con me erano meno positive. la fidanzatina maleducata l’avrebbero presa a schiaffi!