A volte ascolto cose…
in giro per la città sento conversazioni che mi scandalizzano stupiscono così tanto che vorrei intervenire, ma so che invecchiando si perdono i freni inibitori e quindi per non apparire come una brontolona rimbambita sto zitta e rimugino. A volte cerco di non ridere, altre mi scappano espressioni strane, ma giuro che mi sto allenando per rimanere impassibile.
Dal coiffeur:
Signora carina sui quarantacinque, mamma e sposata, con gran voglia di chiacchierare con il parrucchiere che la phona:
“Sì, perchè mi hanno spiegato che i figli dispari assomigliano al papà e quelli pari alla mamma”
“In che senso?”
Guarda il parrucchiere con un po’ di condiscendenza (forse non capisce perchè è single e magari anche un po’ gay?):
“E’ facile il figlio n°1, n°3, n°5, ha un carattere più simile a quello del padre, mentre il n°2, n°4, n°6 hanno preso dalla madre!”
In un’Italia con una natalità di 1,31 bambini a famiglia è un grande ragionamento e infatti il ragazzo commenta:
“Ci vogliono un sacco di figli! Ma ci sono?”
All’aperitivo:
Locale alla moda rumoroso e colmo di gente, al tavolo di fianco a noi due giovani coppie, una con bebè di circa 9 mesi.
Il papà per intrattenere la figlia le fa ciucciare un po’ il collo di una birra Menabrea, è amara e la piccola comincia a strillare.
La mamma ride e prende in braccio la figlia. Poi le offre un minuscolo pomodoro pachino, forse la bebè si soffocherà.
E invece siamo fortunati e non succede.
Il papà orgoglioso spiega all’altra coppia, senza figli, come funziona la vita di famiglia.
“La mettiamo a letto alla sera verso le 11”
“????”
“Sì, perchè torniamo a casa tardi dal lavoro e vogliamo godercela un po'”
“Ma al pomeriggio dorme?”
“Mah”, ci pensa un po’, sembra una domanda difficile…
“Forse, un’oretta…”, sorride e le passa con nonchalance un altro bel pachino.