Bridget Jones è quasi come una parente.
L’omonimo romanzo l’avevo letto nel lontano 1997, l’autrice Helen Fielding è stata la pioniera (geniale) della chick-lit, il primo film una vera chicca, il secondo non l’ho visto (ma ne ho sentito parlare malissimo) e questo sono andata a vederlo piena di affetto e aspettative. Trascinandomi dietro le figlie, che avevano già schifato il primo, ma pensavo fosse un problema generazionale: forse quando l’avevano visto erano troppo giovani.
E invece…le uniche scene divertenti della pellicola sono quelle del trailer. Per il resto è molto pecoreccio e anche un po’ imbarazzante.
Imbarazzante perchè la vecchia Bridget è come un’amica e come tale vederla in un brutto film fa stare un po’ male.
Per riprendersi da questa spiacevole sensazione basta pensare che Renée Zellweger avrà beccato una paccata di soldi per fare questo film e così anche Colin Firth (un attore che stimo moltissimo) ma qui sembra un veliardo ingessato.
Chi fa la figura migliore è Hugh Grant (ai bei tempi andati antagonista di Colin Firth nel cuore di Bridget) perché nella finzione di questa vicenda è morto e al funerale si vede la sua foto da giovane.
Nell’aldilà: forever young!
La trama è improbabile: Bridget rimane incinta di Mr.Darcy (Colin Firth) e/o Jack (Patrick Dempsey), che nella brutta traduzione del film viene definito un “bilionario”. In inglese billioner vuol dire milardario, ma in italiano la parola non esiste.
Intendevano forse un collezionista di bilie?
Con il “bilionario” Bridget fa sesso solo una volta, ubriachissima a un festival musicale, dopo non si rivedono più, non conoscono neppure i rispettivi nomi ma… quando lui, due mesi dopo, scopre che potrebbe essere il padre del bambino decide che vuole dividere la sua vita con lei.
Ma quando mai?!?!?! Su che pianeta!?!?!
Così per tutto il film nessuno fa il test del DNA per stabilire la vera paternità e solo la ginecologa (Emma Thompson) esprime un po’ di sano sarcasmo sulla faccenda. Poi seguono tutta una serie di luoghi comuni sulla gravidanza e sul parto e un bel carosello di battute con volgarità da cinepanettone.
(Probabilmente tradotte in italiano sono anche peggio che nella versione originale).
Insomma un’altra prova che i sequel e i prequel dovrebbero essere vietati per legge. Bridget Jones era un bella storia da cui era stato tratto un film carino e sarrebbe stato molto meglio, con eleganza, piantarla lì.
Buono a sapersi, risparmio i miei soldi per un film migliore, grazie!
Sì, non vale proprio la pena. Sono uscita un po’ triste non solo per i soldi spesi ma proprio perchè una storia carina è stata fatta a pezzi.
Alle battute più grevi ridevano tutti ma a me non ha divertito.
Es. delle battute, (tra l’altro con dialoghi improbabili): “hai proprio bisogno di una bella ripassata!” oppure “come ce l’aveva il burattino? era grosso?”
Non credo di essere snob, ma a me fanno piangere.