E’ cominciato tutto due settimane fa, una mia amica mi ha parlato con entusiamo dei germogli fai-da-te, da cresceregermogliare in cucina per aggiungere sapore e impagabili elementi nutritivi a insalate e pietanze varie.
L’evoluzione del classico fagiolo che si metteva nel cotone idrofilo, nei lontani giorni della scuola elementare. Solo molto più alla moda. Molto meno a buon mercato.
Sono verde, vegetariana, verdissima, non potevo non provare.
Doveva essere facilissimo: prima mossa comprare un germogliatore, secondo la mia amica il più cool era quello in cotto “a pagodina” che si poteva anche mettere come centrotavola e piluccare il germoglio non appena cresciuto.
“Una specie di fichissimo bosco verticale”, ho pensato e sono subito corsa a comprarlo.
Poi mi sono anche procurata le buste dei semi: ravanello, crescione e fieno greco.
Li ho messi in ammollo, seguendo le istruzioni, e poi ho riempito la mia pagodina piena di ottimismo e buona volontà. Per una settimana li ho guardati e annaffiati amorevolmente.
Lodando il meraviglioso meccanismo della natura. Dopo una settimana dovevano essere pronti e commestibili. Fragranti e freschi.
Ma qualcosa è andato storto. Come è già successo in altre mie avventure culinarie.
Invece di delizie primaverili ricche di vitamine, oligoelementi e proteine, ho tiraro fuori dal germogliatore una specie di barba di mucillagine.
Accettare la sconfitta è dura, quindi ho fatto finta che andasse tutto bene e ho lavato e ri-lavato la barba con la speranza di trasformarla in germoglietti teneri e verdi.
Dopo aver riempito la centrifuga e il lavello di mucillagine collosa e bavosa, così ho dovuto desistere e buttare tutto.
Ho porconato un po’ ma non mi sono persa d’animo.
Nuova settimana e nuovo tentativo.
Ho pensato che forse l’errore era di aver riempito troppo le vaschette e così sono ripartita da zero, con una maggiore attenzione alle dosi. Semino dopo semino. Il miracolo della natura, il ciclo della primavera.
Va avanti da secoli, deve funzionare anche nella mia cucina.
Dopo circa quattro giorni tutto sembrava andare abbastanza bene, specialmente in zona crescione. E invece alla fine della settimana al momento di disboscarli e godere del frutto del mio raccolto. La mucillagine ha attecchito ancora.
Ma con orgoglio ho ignorato il problema. Ho fatto finta di niente, li ho lavati, asciugati e messi in frigo (secondo le indicazioni della busta di semi).
Il giorno dopo li ho guardati, la barba di mucillagine mi ha fatto “marameo” e la direzione era purtroppo una sola, quella del bidone dell’umido.
Ieri ho comprato due nuove buste: senape e rucola.
Questa volta annaffierò di meno e vedremo chi vincerà! Vedremo chi ammirerà il miracolo della natura nella sua insalata!
anche io uso il germogliatore da qualche anno, il mio è meno fico ma molto efficiente.
di platica trasparente (così supervisioni tutto), tre piani.
generalmente uso le lenticchie, non ne metto moltissime per piano di modo che possano “respirare” e le mangio al massimo dopo 4 giorni, subito senza passare dal frigorifero.
mai visto mucillaggini.
ma il mio germiogliatore è tutto traforato di modo che l’acqua non rimanga stagna, al fondo (una sorta di piano terra) si raccoglie tutta l’acqua in eccesso che io poi butto via.
devo provare con la rucola, che adoro, non c’avevo mai pensato!
Mi sembra che la tua tecnica sia più furba della mia, forse trasparente è meglio 🙂 Grazie della dritta sulle lenticchie. Probabilmente la mia mucillagine è anche dovuta al ristagno dell’ultima vaschetta in basso che non ha fori.
Adesso cercherò di essere più accorta 🙂