Il mondo e le sue faccende, anche quelle meno nobili, filtrato dalla sensibilità di un cane, poco più che un cucciolo, che si chiama Woody. Attraverso i suoi occhi, la sua limitata esperienza di vita e soprattutto il suo olfatto. Questo ha raccontato Federico Baccomo in un romanzo breve che narra le avventure di un basenji, un cane arancione, che si trova, suo malgrado, coinvolto in un pasticcio sentimentale.
Una roba che Woody non capisce, anche se di amore se ne intende, perchè quello per Padrona è la ragione della della sua vita. Della sua routine di nanna, pappa, coccole e passeggiate. Un tran-tran invidiabile finché non irrompe un elemento destabilizzante che distrugge la sua felicità.
Federico Baccomo, autore divenuto famoso alcuni anni fa con il brillantissimo blog Studio illegale, scrive la sua storia con ironia e in uno stile che inizialmente destabilizza un po’. Perché Woody “parla” in modo semplice, un po’ sgrammaticato, con i verbi all’infinito, come fosse un bambino. Ma poi ci si abitua a questo tipo di narrazione che, anzi, diventa funzionale per farsi coinvolgere di più nel diario dei sentimenti del cane.
Ci si intenerisce, sorride e commuove.
Fino ad arrivare a fare il tifo per il lieto fine, perchè i cattivi paghino.
Questo libro, arricchito da belle illustrazioni, è per un pubblico trasversale: dai ragazzini ai novantenni, non necessariamente padroni di un cane. Però in quest’ultimo caso, dopo aver letto Woody, spero che a molti venga voglia di andare in un canile e adottarne uno.