In agosto siamo state a Londra, non ci tornavo da un sacco di tempo e l’ho trovata molto cambiata (in meglio). Se potessi tornerei a viverci domani!
Eravamo nella zona di Pimlico, si stava benissimo e tra le amenità del luogo c’era anche un simpatico farmers’ market, dove si potevano comprare, più o meno a KM zero, i prodotti degli agricoltori locali.
Tra le scoperte del nostro shopping ci sono state delle meravigliose patate blu, mai viste prima. Le ho comprate sulla fiducia, e anche perchè le cose bizzarre mi attirano sempre, e ho poi scoperto che oltre ad avere un colore magnifico sono un vero toccasana, ricche di antiossidanti, regalano benesere ed energia. Le abbiamo bollite e mangiate in insalata con una pesto di coriandolo e mandorle (anche questo comprato al mercatino dei contadini).
E oltre a essere divertenti da mangiare, così gustose e aliene, le patate blu hanno compiuto su di me una magia: mi hanno convinto a provare a correre. Nonostante anni di yoga, nuoto, palestra, pilates, sulla corsa ho sempre avuto un’inibizione totale. Da piccola era una di quelle bambine sfigate che stavano ferme, non si arrampicavano sugli alberi, sui muretti, non saltavo i fossi… facevo la bella statuina. Ero una di quei bambini degli anni’60 in cui le madri dicevano: “Attenta che sudi!”
E quando ho avuto l’età per ribellarmi mi sono spuntate le tette, in quegli anni non c’erano ancora i reggiseni sportivi, e quindi per evitare di ballonzolare ho dimenticato ogni vellità di runner.
Poi sono passati gli anni, ma l’invidia per chi faceva jogging o semplicemente si concedeva una bella corsa fra i prati è rimasta.
Solo l’anno scorso ho avuto un breve momento di trasgressione quando, per non perdere l’autobus, ho fatto una volata e sono salita sul 9 atterrando direttamente fra le braccia di una signora sudamericana. Lei si è molto stupita ma fortunatamente mi ha accolto, evitando di rigettarmi in strada prima che l’autobus chiudesse le portiere e ripartisse. Insomma come aspirante runner non avevo un bel curriculum. Però… a Londra dopo aver mangiato le patate magiche mi sono fatta convincere da Emma a provare l’improponibile: a fare una corsetta nel parchetto vicino a casa.
Era un momento solenne, vincevo (provavo a vincere) una delle mie paure più antiche. Così prima di provarci abbiamo fatto una foto per immortalare la decisione.
Emma poi è stata un coach molto preparato e paziente, abbiamo cominciato respirando bene e facendo il giro del parco (foto sotto) pochi minuti alla volta. C’erano altre persone che correvano, bambini che giocavano, bebè in passeggino, ragazzi che facevano un pic nic. Ho cercato di non pensare a quello che avrebbero pensato vedendomi correre (male) e sono partita.
Non ho inciampato, non sono caduta, non ho collassato. Insomma è andata bene. Allenandomi per una settimana sono riuscita, un poco alla volta, a correre fino a quindici minuti. E ora continuo a correre anche a casa e sono contentissima…ho ancora un paio di paure ataviche da sconfiggere, devo solo procurarmi altre patate blu!
oh si.. io le ho viste la prima volta sotto forma di patatine, anni fa in costa azzurra, comprate da mio marito che sembra un cane da caccia a scovare le cose particolari. Ma non mi hanno indotto a correre… riproverò.. visto ch esono in pausa forzata dalla piscina
🙂 anch’io sono in pausa forzata dalla piscina, magari funziona anche per te!!!