Un paio di sere fa sono stata in pizzeria. Un posto carino, in zona Porta Romana.
Pizza buona ma locale un pò piccolo e spartano con i tavoli molto vicini.
Eravamo arrivati piuttosto presto, la pizzeria era semivuota. Ma pochi minuti dopo di noi è entrata una coppia, non giovanissima, attorno a trentotto-quaranta con un ingombrante passeggino (quello dei primi mesi). Dentro una piccoletta (era tutta rosa) molto tranquilla. C’è stata una piccola discussione per scegliere il tavolo più adatto per parcheggiare il passeggino e poi è stato scelto quello più in angolo.
Ma la neo-mamma non sembrava troppo convinta.
Per convenzione e gentilezza il proprietario del locale appena entrano i clienti offre un flute di prosecco, quindi anche a questa signora, appena arrrivata, è stato messo in mano il bicchiere di bollicine.
Ma lei invece di brindare ha cercato di scambiarlo subito con un biberon che ha estratto dalla sua capiente borsa, ordinando al proprietario di scaldarglielo.
Lui non poteva perchè nella pizzeria non aveva la cucina, la neo-mamma l’ha presa malissimo e ha continauto a insistere per un po’.
Sembravano sul punto di mandarsi al diavolo ma alla fine forse per intervento del neo-papà che doveva avere una gran fame, così i neo-genitori hanno deciso di restare e si sono finalmente seduti al loro tavolo. Anzi, solo lui si è seduto. Lei sempre in piedi ha tirato fuori dalla borsa l’amuchina e si è disinfettata le mani. Poi ha pescato dal passeggino la figlia e ha impiegato circa 10 minuti a svestirla.
Quando la piccola è stata spogliata abbastanza per sopportare la differenza di temperatura tra il rigido inverno milanese e il calore della pizzeria, l’ha passata al neo-papà.
Perchè era il momento di tirare fuori l’armamentario per la cena della piccola.
La neo-mamma ha poi disposto ordinatamente sulla tovaglia una serie infinita di accessori, cucchiaio, piattino, bavaglini, contenitore pappa, salviettine inumidite, ecc. Con la stessa precisione del ferrista in sala operatoria. Intanto il neo-padre era sempre immobile con la piccola in braccio.
Di ordinare una pizza non se ne parlava neanche.
A questo punto, noi osservatori ci siamo posti varie domande:
perchè non le hanno dato prima la pappa a casa?
Perchè sono venuti in pizzeria? Perchè non hanno cercato una babysitter?
Oltre naturalmente a quella più ovvia: perchè non si rilassa?
A questo punto il colpo di scena, è arrivata la tata!
E allora il povero neo-papà è stato ignorato per tutta la serata mentre la mamma e la tata si spupazzavano la bebè. C’é stato anche un drammatico intermezzo cambio-pannolone che le ha viste occupare il bagno per mezz’ora.
Ho avuto la grande tentazione di fermarmi al loro tavolo mentre mi alzavo per uscire e regalare un consiglio:
“Stai serena che quando diventerà adolescente vorrai buttarla sotto un tram” (di lì passa il 16)
Ma mi sono trattenuta.
4 Replies to “La prima uscita dopo la nascita del pupo”
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Queste nuove neo mamme mi fanno tanta tenerezza, sconvolte alla loro non più tenera età da troppe informazioni e troppe angosce. Hai ragione tra un po’ di anni sarà tutto moooolto diverso!
Avevo proprio bisogno di un sorriso stasera. Grazie!
Infatti quelle giovanissime sono molto più sportive e si tirano dietro il pupo ovunque dal lunapark al bar affollato e chiassoso, le mamme tardive sono molto più giudiziose ma purtroppo anche iperprotettive. Anch’io con la prima figlia quando, a 2 mesi, aveva un puntino rosso sulla fronte ero andata in crisi 🙂
Pensandoci oggi mi fa crepare dal ridere.
Sono comunque contenta di averti fatto sorridere!
ahahahhaahah che forte… sapessi che strani genitori siincontrano a scuola… da farci un libro
Hai ragione, sono appena tornata da un consiglio di classe 🙂