Da circa un mese, sono tornata a scuola.
Sono molto contenta. Per migliorare il francese frequento una mattina alla settimana e una sera al mese per un approfondimento letterario. Ho un’insegnante che mi piace molto e delle compagne di classe simpatiche. Poi la sera prima della lezione posso dire alle mie figlie: “Non posso preparare la cena, devo fare i compiti perchè domani ho la verifica”. E loro capiscono.
Sono così entusiasta di questo ritorno adolescenza fuori tempo che, un paio di settimane fa, dopo aver partecipato alla lezione serale avevo organizzato un appuntamento con Sant’. Mi sarebbe venuto a prendere e saremmo andati fuori a cena. La sera della grandine improvvisa su Milano. Entrata a scuola con un bel tramonto rosa, con i tacchi e la gonna in previsione della seratina a due, sono uscita un’ora e mezzo dopo infreddolita, senza ombrello, sotto la neve.
Forse l’improvviso cambiamento climatico, l’euforia della cena fuori o un principio di alzaheimer…è successo qualcosa che mi ha confuso.
Infatti, uscita dal palazzo dove ha sede la scuola, insieme a un paio di signore fichissime, che avevano partecipato con me all’atelier literaire, ho attraversato la strada e nel buio, mezza coperta di neve, ho scorto un auto uguale a quella di Sant’ parcheggiata proprio lì all’angolo, con le doppie frecce. Un uomo solo a bordo.
Così ho aperto la portiera e sono salita sorridente, sentendomi tanto Inés de la Fressange.
Poi ho guardato mio marito e mi sono resa conto che non era lui.
Un signore sconosciuto, gentilmente, mi aveva fatto salire. Per darmi asilo contro il maltempo? Non mi sono preoccupata di chiedere. Ho detto “mi scusi”. Lui ha riso e sono scappata via.
Non proprio lontano, solo al marciapiede di fronte dove ho telefonato subito a Sant’, che aveva parcheggiato più lontano ed era entrato ad aspettarmi nel portone adiacente al palazzo della scuola.
Quando finalmente è arrivato purtroppo l’altro signore (non era neanche male) era già sgomamto via.
Peccato, non ha potuto vedere che un appuntamento quella sera l’avevo davvero.
A proposito di incontri, per andare a scuola prendo la metropolitana e proprio ieri ho sentito questa interessantissima conversazione su un’appuntamento al buio con un uomo incontrato in rete.
(Giuro sul mio adorato cane che è tutto vero)
Per caso mi sono seduta di fianco a una coppia di amiche, sulla quarantina, in cui una raccontava all’altra di essere uscita con un tizio incontrato appunto attraverso una bacheca di annunci sul web.
La conversazione era già iniziata da un po’…
“Non era brutto, ma era molto dimesso”
“Come dimesso?”
“Un po’ trasandato, sembrava sporco di terra”
“Di terra?”
“Anche un po’ d’erba…poi mi ha detto che faceva tre lavori”
“Bene, uno che si da da fare”, l’amica, probabilmente già accasata, cercava di essere costruttiva.
“Qualcosa nelle costruzioni, poi collaborava con il comune e poi mi ha detto che aveva fatto il volontario alla Croce Rossa e poi…da un anno fa una cosa che gli piaceva molto…veste i morti”
L’amica sbianca: “Il becchino?”
“Non proprio, il becchino volontario… mi ha spiazzato…ho buttato lì che qualcuno deve pur farlo”
“E lui?”
“Ha ripetuto che gli piace molto, tantissimo”
“Ussignur”
“Ho trovato una scusa, un imprevisto, ho detto che non potevo rimanere per l’aperitivo”
“Brava!”
Sono scese alla fermata di Palestro così non ho potuto avere, purtroppo, altre succose info.
Giuro che muoio dal ridere, ma non avete ancora imparato tu e Sant che dovete ordinare solo al takeway? Adesso ogni volta che sentirò qualche imprevisto meteo saprò che siete usciti a cena 😀
sei proprio entusiasta del francese,dovresti parlare via skipe con Alle.
Hai ragione sul meteo e sul resto, meglio il takeaway!
ecco mi vergogno abbastanza, non sono ancora riuscita a chiamarti. però ti leggo appena appare un post nuovo. ahhhhhh che invidia lo voglio anche io il corso di perfezionamento. ho provato a chiedere ma qua nada. su facebook una tipa mi ha scritto “chiedi al prof tal dei tali”. eccome no, uno psicopatico che ho avuto per un anno al liceo e mi ha rimandata con 3. si 3 perché gli stavo sulle palle e non ero disposta a tacere delle sue follie. ma ai miei tempi il professore aveva sempre ragione anche se era fuori di zucca.
splendida l’avventura fuori del corso la sera. sei un mito. 🙂
il resto tutto ok?
Che bastardo il tuo prof di francese buuuuuh buuuhh!
E non preoccuparti ci sentimao presto, bisous!
Che ridere!
Comunque a proposito di gente che veste i morti: mi hai fatto tornare in mente che voglio vedere “Departures”, ora me lo segno nelle note sullo smartphone.
Grazie 🙂
Nel frattempo ho saputo anche di un’altra persona he in un momento di debolezza ha avuto un’avventura con un becchino….forse è l’ultima tendenza 🙂
Ussignur!
Beh almeno io mi sono limitare ad entrare nella macchina sbagliata ma vuota 😉 avevo 20 anni finito allenamento ero cotta e sono entrata in un A112 bianca, mentre io avevo una innocenti mini rossa. All’epoca c’erano 2 chiavi, una per la portiera e una per l’accensione quindi mi sono accorta di aver sbagliato macchina quando ho tentato di mettere in moto… sono schizzata fuori sperando che nessuno mi notasse!!!
Permettimi….anche tu non sei tanto normale 🙂
Però mi ha fatto ridere!!!
Ma tu sei un Numero!!! tu mi fai morire dal ridere, ti vedo ti vedo fare queste cose…
comunque può capitare dai!!! 😉
Certo che tu e Sant trovate sempre delle belle seratine per uscire né!!! 😀
chiama quando vuoi…ti insegno pure qualche parola in marocchino và!! :-))))
E’ una vita che ti devo chiamare, hai ragione!
E ancora di più da quando ho letto l’ultimo libro della Avallone che è ambientato a Biella e devo chiderti se ha esagerato nella descrizione del luogo!
Baci