Siamo tornati ieri sera dalle vacanze. Due settimane finite troppo in fretta. Quando finalmente abbiamo cominciato a rilassarci era ora di ripartire.
Comunque ci sono stati dei momenti molto divertenti, come quello del video qui sopra, che ho fatto al luna-park di Bandol.
Altri più traumatizzanti come l’incontro ravvicinato con una commessa in un negozio di costumi a Aix en Provence dove siamo andati un giorno in gita.
“Mamma guarda! C’è il costume che piace a te!”
Anita mi mostra in una vetrina un bikini che avevo già addocchiato altrove: molto carino grigio a pois viola, con reggiseno a striscia. Bello, ma temo non adatto alle mie misure. Poi non ho bisogno di un costume nuovo…ma qui il negozio è monomarca e quindi potrebbero avere anche la mia taglia in quel modello.
Con un’irresponsabile spensieratezza vacanziera entro nella boutique e approccio la commessa per chiedere ragguagli. Le chiedo una terza e lei annuisce, spingendomi verso un microscopico cubicolo alla fine del locale.
Dopo un attimo torna con due modelli: uno a bandou, come le avevo chiesto e un altro stile push-up balconcino. Poi mi fissa le tette e urla che devo provarli ma deve darmi una taglia in più.
Entrambi i modelli mi stanno malissimo, al tatto sono anche fatti di un tessuto supersintetico spiacevole e hanno una di quelle chiusure a farfallina “in plastichina da due lire” che non si incastrano neanche dopo cinquemila tentativi e contorsioni.
Benedico mentalmente Calzedonia, Golden lady, Tezenis e anche Yamamay mentre mi accingo a rivestirmi per andarmene. Ma non faccio in tempo, arriva la commessa con gli stessi modelli nella quarta.
Il mio “No, merci” non le fa nessuno effetto. Prepotente quasi come Dominique Strauss Khan mi obbliga a provarli. Se avessi potuto parlarle in italiano mi sarei ribellata senza problemi ma in francese sono succube la sua furia di venditrice. “La cinq, la cinq!”
“Balconet la cinq!”, comanda a una commessa junior.
Per tutta la vita ho sognato di avere le tette piccole, ma la cinq à balconet non me l’ha mai detto nessuno, neanche nei momenti di massima espansione, durante l’allattamento. Vorrei almeno dire “niente imbottitura” ma non sono capace. E allora raccolgo tutta la mia dignità per ribellarmi:
“Pas de balconet!”
Ma è peggio.
“Alors le triangle”
“Il triangolo no!”
Ma è già partita alla ricerca di un triangolone molle triste viola modello balia.
Torna in un attimo, mi forza a metterlo. Il mio dècolletè si appiattisce sotto il triangolone come un enorme piadina.
Nel cubicolo ci sono 50°
(Se fossi stata un’adolescente avrei iniziato a drogarmi pesantemente appena uscita da quel maledetto negozio)
A questo punto, vista la mia lunga latitanza dal nucleo familiare, arriva Anita preoccupata:
“Mamma, tutto bene?”
“No, questa non mi molla più. Voglio scappare!”
“Allora vieni! Ci pensiamo noi!”, mi strizza l’occhio.
Capisco che è l’ora di rischiare.
“En vert?”, con questa abile richiesta distraggo la mia aguzzina chiedendole un diverso triangolone.
Nel frattempo Emma, sulla soglia del negozio, inizia a gridare come un anziano bebè:
“Mamma! Mamma! Mamma!”
Mezza sbottonata corro fuori e raggiungo l’uscita del negozio fingendo preoccupazione.
Sant’ mi copre la fuga facendo gli occhiacci alla commessa (per la cronaca più vecchia e tettona di me).
Alleluja!
Sono finalmente libera e capisco tutto d’un tratto perchè in Francia quasi tutte le donne stanno in spiaggia in topless. Prima devono essere passate da quel negozio!
19 Replies to “La prova costume”
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mi stavo giusto domando quando saresti tornata….prima o poi DEVO venire in vacanza con te perchè dev’essere uno spasso fare questi tipi di incontri ahahaha immagino la commessa che commentava con aria superiore “tzè italienne!”
Prince durante visione del video gli è caduta la mascella dall’invidia
Agrimonia
sarebbe bello! In due potremmo difenderci meglio 🙂
per Prince: queste bolle dove ti comporti come un cricetino sono veramente divertenti, però purtroppo al luna park la gente guardava, rideva, poi andava sugli autoscontri. Ciuccelloni!
Bentornata, innanzi tutto! E poi gran risate (noi) leggendo la disavventura vacanziera (tua).
Ovviamente, al tuo grido “il triangolo no!” non ho potuto non pensare a Renato Zero…! 😉
‘povna
grazie del welcome back 🙂 e sì era un involontario omaggio a Renato Zero!
le bolle sono uno spasso, mai viste in giro… un pò claustrofobiche ma divertenti
mi accodo a povna nel commento sul triangolo potevi essere fraintesa… 🙂
Bentornate! Io solo oggi pm, triplo sgrunt! Davvero in Francia ancora impera il topless?
Un abbraccio,
D
due minuti di invidia mostruosa, voglia tornare in Francia anche io, anche quest’anno ma il consorte mi sbrana se glielo dico.
sono svenuta a leggere dell’avventura, odio commesse del genere, di solito reagisco molto male e divento anche un po’ sgarbata perché non mi piace essere pressata in questo modo. però le figlie sono state proprio brave 🙂
ultima cosa, ma stare chiusi dentro alle bolle non è un po’ claustrofobico?
e infine bentornataaaaaa
Ecco perché sono felice di un marito che parla il francese come l’italiano! E voglio andare in Provenzaaaaaaa!!!
Ah ah ah, mi hai fatto molto ridere!!!! (Non per la disavventura ma…vabbè ci siamo capite!) Io sono vittima delle commesse, solo che non ho complici così attenti come i tuoi e alla fine compro per togliermele dagli zebedei. L’altro giorno due top e un paio di pantaloncini….
ahahahah grande!!!!!
che rompipalle di commessa, mamma mia!
un applauso ad Anita, tempismo e fantasia da manuale! 🙂
Cioccomamma
proprio oggi ho visto le bolle sul Corriere nelle pagine di Milano, le hanno messe in una fiera sui Navigli (o una cosa del genere). Certo se si soffre di claustrofobia sono letali, oppure potrebbero ricordare l’esperienza fetale. (non alle mie figlie però!)
Daniverdesalvia
buone vacanze a te, allora!
In francia è tutto un topless per le signore agées e per quelle con la tetta siloconata, purtroppo per i maschi invece le giovani e le belle gnocche se le coprono 🙂
Marina M
anche mio marito non ne può più e per questo si è sempre rifiutato di imparare il francese che invece storpia in continuazione per farmi rabbia!
Rocciajubba
peccato che sia già preso!!!
Margot
è vero a volte o per pietà o per sfinimento si acquista l’inutile!
Maria Chiara
è a questo che serve la famiglia, altro che Mulino Bianco 😀
.. imbottito! orrore… come ti capisco… bentornata.. ti chiamo domani che in settimana ti voglio vedereeeeeeeeeeeeee
Belle le bolle!…Ma si respira li dentro??? Ben tornata extra family e viva le tette in ogni loro declinazione!!!
annalisa
Quella commessa è l’esatto opposto di quelle che, a fatica, tirano fuori un capo, quando va bene, due…
Ce n’erano alcuni ‘esemplari’ in un negozio di scarpe a due passi da casa, che ognivolta esordivano con ‘ha visto qualcosa in vetrina?’. E, per farti mostrare qualcosa di diverso, ci volevano minacce a mano armata.
Una penitenza.
Lisa
imbottito è padded in inglese, ma in francese? Lo shock mi ha impedito anche di cercarlo nel dizionario finora. (adesso guardo)
Annalisa
Grazie! Sparano l’aria dentro le bolle quando le gonfiano! e le commesse sparano caxxxate :))
Cautelosa
infatti è difficile trovare un equilibrio fra le venditrici che ti aiutano e quelle che ti violentano 🙁
Bentornata!! anche noi siamo appena rientrate eravamo in Italia, ma tu non c’eri!!
baci!!
Alle
che peccato, pensa che ieri (dopo aver letto il post di Agrimonia) volevo telefonarti, poi non ce l’ho fatta, ma tu probabilmente eri già in Marocco!
Un abbraccio 🙂