“Qual è la cosa che fa più piacere agli insegnanti?”, chiedo l’altro giorno alle mie figlie.
“Poter sospendere gli alunni che danno fastidio!”
“Nooo! Vedere che dopo aver passato alcuni anni con un ragazzo questo è cresciuto, è maturato. Essere riusciti a insegnare veramente qualcosa, nella loro materia ma anche come persone”
“?????”
“Come fanno i genitori”
“??????”
“Certo bisogna essere appassionati del proprio lavoro per riuscire in questo intento. Motivati. Essere insomma dei bravi insegnanti”
“?????”
“Delle figure carismatiche come il professore de L’attimo fuggente, come in An Education”
I bravi insegnanti, quelli mitizzati, quelli rispettati. Roba del passato. Quando il giudizio di maestri e professori era indiscutibile. E i genitori se c’era qualcosa che non andava sgridavano i figli.
Oggi è il contrario, gli insegnanti sono, molto spesso, delegittimati.
L’idea di questo post mi è venuta leggendo questo articolo su Il Corriere, nelle pagine milanesi.
C’erano anche due pareri autorevoli a contorno (che purtroppo non riesco a linkare), uno di Silvia Veggetti Finzi che incitava la mamme a tenersi fuori dalla scuola e uno contrario di Federica Mormando che si schierava invece dalla parte dei genitori. Leggendo mi sono trovata d’accordo con le argomentazioni di entrambe.
Non so da che parte schierarmi, nella fattispecie non conosco il problema che ha fatto scoppiare la guerra fra madri e insegnanti di uno dei più importanti licei classici milanesi.
Ma nella mia esperienza, con due figlie che finiscono una le elementari e l’altra le medie, di insegnanti ne ho conosciuti parecchi e devo dire di essere stata fortunata.
(A parte una tragica esperienza alla materna di Emma che mi fa ancora fremere le vene dei polsi).
Le mie figlie sono brave a scuola quindi se qualche volta ho avuto dubbi su un voto non mi è mai parso il caso di protestare. Però so che la comunicazione fra genitori e insegnanti è spesso al fulmicotone.
I genitori difendono i propri figli con le unghie e i docenti a volte vorrebbero scannare madri e padri.
Non penso che la colpa di questa degenerazione sia da attribuirsi solo alla crisi della scuola pubblica (insegnanti malpagati, malmotivati, deleggittimati) a cui comunque la riforma Gelmini ha dato una bella mazzata.
Penso che il problema sia purtroppo più vasto e riguardi il degrado del momento attuale nella nostra società, dove regna l’incorenza, l’ingiustizia, la furbizia, la maleducazione.
I ragazzi vengono descritti spesso come un incubo ma il loro comportamento è frutto di ciò che li circonda, degli esempi di cui vengono nutriti. Dalll’altra parte, per legge statistica non è che gli insegnanti, solo per il fatto di essere docenti, siano illuminati (come li si considerava una volta). Per la legge dei grandi numeri (questa l’ho copiata da Sant’) ci sono fior di cretini anche tra loro, come in tutte le professioni. La sfortuna è quando se ne becca uno o più. Ma lo stesso vale per le famiglie dei compagni di scuola, cioè la controparte: i genitori.
Allora che fare? Non ho una ricetta ma penso che se tutti riuscissimo a essere più onesti, meno egoisti, più umili forse ci guadagnerebbero tutti e in particolare i nostri figli. Poi se buttassimo dalla finestra il televisore e leggessimo più libri sarebbe ancora meglio!
Post molto interessante. Da non mamma, ma da ex studentessa che per esperienze tragiche al liceo ha deciso che non essendo portata (fatta esperiebza) per l’insegnamento non sarebbe mai stata dietro alla cattedra ti posso dire due cose:
– la mia migliore amica prof di matematica in un famoso liceo milanese dice che oggi i ragazzi vengono tirati su come la lattuga, cioè gli si dà l’acqua e amen, come vengono, vengono. della serie se a casa non ricevono una educazione di base la scuola arriva fin dove può;
– di insegnanti che sono braccia rubate all’agricoltura ce ne sono a carriolate, ce n’erano ai miei tempi ma non si protestava, ce ne sono oggi e si protesta con effetti vari e non sempre realmente efficaci. mi chiedo ma non c’è un modo per selezionare insegnanti davvero capaci tenuto conto che insegnare è una missione perché forma gli adulti del futuro?
Ho avuto insegnanti bravissimi e altri discutibili dal punto di vista umano, ma almeno molto preparati… 2 erano proprio delle capre.
Quello che continua a stupirmi è che siamo l’unico paese dove, per diventare insegnanti, non si debba frequentare una scuola, un master che ti insegni ad insegnare.
Purtroppo c’è gente che considera l’insegnamento un ripiego. Ricordo alle medie il prof di Tecnica, un architetto “fallito” che odiava il fatto che noi “non fossimo all’altezza” … ci ha fatto rifare talmente tante volte il quadernone di proiezioni ortogonali che alla fine ho imparato a disegnare 😉 altri però si son sentiti umiliati e hanno odiato la materia. All’università (architettura) il prof di disegno e rilievo “ma com’è che lei ha un tratto così buono venendo dal classico?” … sapesse 😉
I bravi insegnanti però mi han lasciato un segno indelebile!
Concordo in pieno.
Perfino nelle scuole di Ida (quindi nido e materna) vedo insegnanti sempre in posizione di difesa e genitori che sbranerebbero chiunque o se ne fregano.
Non tutti, però molti sì.
Io non sono riusicta in due anni di nido a far capire cche non mi preoccupavo se Ida non mangiava. Le insegnanti erano così convinte che io fossi in ansia perchè tutte le madri lo sono che continuavano a dirmi “Perchè lo so che sei preoccupata”…tanto che con una ebbi una discussione un po’ animata perchè mi ero stufata (e perchè non essendo potuta andare a una riunione con la dietista mi presi di quella che non si faceva coinvolgere dopo che per due anni ero stata più ore a scuola che in ufficio!).
concordo soprattutto sull’ultima frase… 🙂
a parte gli scherzi… buon senso, educazione e valori… mancano un po’ in ogni dove negli utlimi tempi… se poi gli esempi che i nostri figli vedono in tv sono quelli di persone che litigano continuamente… ma il problema è sempre lo stesso: i figli vedono ciò che i genitori gli lasciano vedere, in ogni ambito…
… sento dire spesso che la scuola dovrebbe trasmettere valori e continuo a dire che non è questo l’obiettivo prioritario della scuola… non lo è, ma lo è, nel senso che chiunque, in qualsiasi situazione, trasmette un esempio di comportamento e quindi di valori e quindi lo fa anche la scuola, ovviamente… ma lo fanno anche le famiglie, i gruppi sociali, le squadre sportive, ecc ecc ecc… probabilmente non c’è una soluzione, come dici tu, perchè non esiste una sola parte che abbia responsabilità in quello che succede… tutti la abbiamo… tutti dovremmo prenderci la nostra responsabilità in questo senso.
Mi fai pensare che quando andavo a scuola io i miei genitori erano ai miei occhi schierati con i docenti, salvo poi avere colloqui privati e riservati quando io non ero presente nei quali magari si pwrmettevano di avanzare qualche critica. Questo per dire che per me genitori e docenti erano in qualche modo un blocco coeso che mirava a farmi migliorare. Mon ho mai sentito i miei criticare un docente, anche se ne avevo di pessimi! Mi fai pensare poi ai racconti di mia mamma ex insegnante delle superiori. Capitava che a fronte di un brutto voto per evidente non studio o davanti a compiti identicivcopiati, ai suoi votacci seguissero levate di scudi dei genitori contestatricicdella validita’ del giudizio… Mah, mala tempora currunt!!! Purtroppo la strada e’ quella. Il livello di faciloneria, ricerca della scorciatoia, furberia, mancanza di etica, litigiosita’ e’ altissimo. Che tristezza. Che rabbia
Grazie delle testimonianze.
La notizia del giorno che ho appena letto sui quotidiani, mi convince sempre di più che proprio nell’atmosfera generale che sta il problema.
La scuola è sempre più delegittimata: cosa serve studiare se tanto poi non c’è lavoro? Devi essere strafigo e fare master o università all’estero oppure prendere delle simpatiche scorciatoie.
Per i genitori è sempre più difficile motivare i figli ed essere coerenti. Bravi quelli di Angela, che criticavano eventuali errori degli insegnanti solo in privato.
A me una volta è scappato un commento fuori luogo e me ne sono subito pentita.
E come scrive Rocciajubba, a volte, i pregiudizi possono iniziare prestissimo addirittura al nido!
Un bell’argomento attorno al quale tanto ci sarebbe da scrivere.
Io ho spesso vissuto una specie di scissione tra i due ruoli, di insegnante e di madre: come docente ho cercato di mettere in pratica il consiglio di essere l’insegnante che avrei voluto per i miei figli, come genitore ho dovuto prendere atto di quante persone inadeguate occupino il posto dietro la cattedra…
Leggo questo tuo post con colpevole ritardo (come in questi tempi mi sembra di fare tutto con colpevole ritardo, sarà così, non curandola, che mi sono presa una coriacea tonsillite). E, da insegnante, vorrei dirti solo “grazie!”. Perché è esattamente quello che penso io: nel magico triangolo educativo (alunni-genitori-insegnanti) non bisogna pensare a gruppi, ma a individui. E ragionare da e per individui, e non per categorie. Consapevoli della statistica, della legge dei grandi numeri, ma anche che, parlandosi, tutto diventa molto più facile. Leggere ogni incontro come un’occasione. Grazie davvero e, beh, a proposito: “An Education” (diario + sceneggiatura + film) è piaciuto molto anche a me, così tanto che una cosa del genere io l’ho fatta e l’alunna che era scappata per motivi matrimoniale me la sono andata a riprendere fino a Oz…
Sono molto contenta che due insegnanti abbiano apprezzato il post che ho scritto con il cuore ma mi sembrava che non fosse stato molto apprezzato.
Quindi grazie a voi!