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Vita digitale - Extramamma

Vita digitale

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Su D la Repubblica delle Donne ho letto quest’articolo Il bambino digitale (non riesco a linkarlo ma andando qui lo potete trovare digitando il titolo) in cui ci si chiede, ancora una volta, se i nostri bambini, quelli della Generazione Y, cioè i nativi digitali, verranno su più “tardi” delle precedenti generazioni. L’anno scorso ho fatto anch’io, per lavoro, un’inchiesta sui danni dell’assuefazione alla rete, riferendomi soprattutto ai ragazzi più grandi, quelli delle medie inferiori e superiori.
Ma non ho trovato una risposta certa, nonostante i pareri di insegnanti, psicologi e addetti ai lavori. Convivono i pro e i contro, perchè non c’è ancora “letteratura” a riguardo, cioè il fenomeno è troppo nuovo per essere catalogato con certezza. Certo non si può demonizzare e aver paura del progresso.
Comunque alcuni danni già si vedono. In particolare, riguardano: una minore capacità di attenzione, si prediligono i testi brevi, come quelli scritti in rete; una concentrazione “toccata e fuga”, si trova la risposta cercata e ci si accontenta; una scarsa conoscenza della ortografia, si abbreviano e storpiano le parole; una minore capacità mnemonica, non importa ricordare/immagazzinare tanto si può trovare tutto in rete.
Il lato positivo è che i ragazzi hanno allargato molto gli orizzonti: la globalizzazione è reale. Forse cresceranno multitasking.
Dall’esperienza personale posso dedurre che in questa situazione, per limitare o prevenire i danni, noi genitori dobbiamo, oltre che bearci delle abilità tecniche dei nostri figli, fare un lavoro piuttosto impegnativo di contorno. Aiutarli ad acquisire anche tutte quelle capacità tradizionali e noiose che sono state patrimonio consolidato delle precedenti generazioni.
Mi sembra che oggi i ragazzi di dieci-dodici anni conoscano molta teoria ma pochissima pratica. Sono maghi con il mouse ma inetti nella vita reale, complice e colpevole anche l’attitudine iperprotettiva di noi genitori.
Questi ragazzini sono pressochè incapaci di cavarsela da soli in situazioni banali come andare a fare una commissione, prepararsi un panino o pianificare qualsiasi loro attività senza l’aiuto dei genitori.
Un esempio eclatante? Una ragazzina di quattordici anni, figlia di amici, aveva dimenticato a casa il cellulare, non ha avvertito i suoi genitori del ritardo perchè non le è neppure passato per la mente che potesse andare in un bar (nonostante avesse denaro con sè) e chiedere di usare il telefono fisso.
Ho fatto un test alle mie figlie, raccontando questa storia e domandando loro come se la sarebbero cavata in una situazione analoga.
Mi hanno risposto: “Non avremmo dimenticato il cellulare!”
Due geni, ma al preistorico telefono pubblico non ci sono arrivate!
Quindi penso che per non crescere dei dementi digitali ci sia purtroppo bisogno di un doppio lavoro da parte nostra: dopo averli allegramente parcheggiati davanti a un video, bisogna andare a riepescarli e obbligarli anche a fare anche una full immersion nella vita reale, nella letteratura, nelle relazioni sociali e in tutte le buone vecchie noiose abitudini.
E se dicono “mamma che palle!”, basta chiudersi le orecchie (magari con una loro cuffietta da i-pod)!

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20 Replies to “Vita digitale”

  1. Quando ho letto la descrizione delle carenze di questi ragazzi nativi digitali, in realtà mi sono venuti in mente i miei compagni delle medie: internet non c’era, ma non sapevano lo stesso scrivere un testo lungo senza errori e abbreviazioni.

    C’era la Smemo, e al suo interno mi sembra ci fossero più o meno le stesse schifezze di oggi: errori di ortografia, abbreviazioni stupide, k e x a non finire…

    Secondo me la mancanza di abilità ‘pratica’, non deriva dalla digitalizzazione, che io invece ho sempre visto con uno sguardo molto positivo.
    Secondo me è la conseguenza del sempre minor tempo che possiamo dedicare ai ragazzi, in una società evidentemente non tagliata a misura di famiglia.

    Scuola, attività extrascolastiche, finisci i compiti, cena, metti il pigiama vai a letto.

    Una volta c’erano i giardini, i cortili, le esplorazioni…
    Una volta c’era il tempo di ‘non’ fare qualcosa di produttivo, e magari semplicemente starsene lì a spuntare i fagiolini, andare alla posta col nonno o mettere i cartoncini sulla bicicletta.

    Io penso che ai ragazzi dovremmo restituire soprattutto il tempo della noia.
    Il tempo del non far niente.
    Quello che ti fa ingegnare a costruire, a inventare mondi, a usare le scatole di cartone per costruire una cucina giocattolo e le tende della camera per costruire una casetta con le mollette del bucato.

    Il digitale, in questo, secondo me non influisce…
    Se siamo disposti a riavere il nostro tempo, e a passarlo con i ragazzi, senza schiaffarli davanti alla tv o al pc, con tanta fatica in più, internet può essere uno dei bei mondi possibili da visitare. Uno strumento, e niente più.

  2. E’ interessante quello che dici Barbara anche perchè tu sei molto più giovane e digitale di me! 🙂
    Hai ragione nel dire che probabilmente non è tanto il computer o la play quanto l’idea di usrarli come comodo parcheggio, in cui sbolognare i ragazzi e l’ansia della fretta e della competitività che ci affligge. Riempiendo il tempo dei figli con mille corsi per scoprire i loro talenti e per non farli annoiare.
    Sulla Smemo e gli errori di ortografia ero completamente impreparata…cioè gli errori di ortografia li faccio ma non sapevo che le abbreviazioni già ci fossero, solo la K di Kossiga….

  3. Sono d’accordo con Mammafelice, anche perchè – essendo noi genitori sempre davanti al pc – dobbiamo essere i primi ad autoregolarci!
    Fino ad oggi stiamo seguendo la cura di spuntare i fagiolini, pulire i fagioli, lavare i piatti. Ma quanto potrà durare?

  4. Io penso che piano piano le mamme della nostra generazione (ma mica sono così giovane, nè :)) stanno già ri-pretendendo una vita più ‘rallentata’, soprattutto le più digitalizzate.

    Non so se sono io che amo leggere solo una tipologia di blog, ma a me sembra che le mammeblogger si stiano davvero spostando verso una vita più naturale, più lenta, più ‘piccola’… nel senso di cercare di nuovo una vita con meno cose, ma più ‘calde’.

    Io sono molto ottimista, sul ‘potere’ delle mamme.
    Ormai siamo (almeno, io lo sono…) tagliate fuori dal mondo del lavoro, dalla società, dalla politica… per molte mamme come me, la maternità è diventata una disabilità; se non che un disabile viene assunto tramite delle liste speciali che offrono sgravi fiscali ai datori di lavoro, e una madre no.

    E quindi mi pare che molte mamme della rete stiano cercando di cambiare il loro mondo, tornando a un calore antico.
    E questo credo sarà un bene, per questi ragazzi figli di donne super digitalizzate, perchè potranno godere di entrambe le cose: le grandissime risorse presenti in rete, e quell’atteggiamento ‘slow’ nel rielaborarle, farle proprie e intellettualizzarle.

    E speriamo che i fagiolini non diventino una verdura protetta, così continueremo a puntarli per gli anni a venire! 😉

  5. anche io mi sono chiesta molte volte come comportarmi con i miei figli che naturalmente vivonoa metà tra mondo reale e virtuale.
    non ho mai negato del tutto videogiochi e televisione (noi siamo ancora lontani da social network, vista l’età, ma l’anno prossimo ci saremo dentro con tutte le scarpe) ma osservando gli effetti ho deciso di limitarne molto l’uso.
    dopo un po’ i ragazzi perdono il contatto con le cose concrete, hanno difficoltà a rientrare nella dimensione spazio temporale vera.

    sono d’accordo con mammafelice, a loro manca il tempo e l’attenzione.
    il virtuale è spesso visto come un parcheggio, una salveggia e un calmiere da parte dei genitori.

    i bambini hanno bisogno di sperimentare, di imparare sbagliando.
    la ragazzina non sapeva come fare a risolvere una questione pratica. magari sono intelligentissimi, ma nella vita di tutti i giorni si persono perchè la vivono poco. sono sempre accompagnati, iperprotetti, tutelati.
    se ripenso alla mia crescita, mi rendo conto di avere imparato le cose più importanti mettendomi nei guai e cercando di trarmi di impiccio.

    per questo cerco di dare spazi di autonomia e responsabilità (ma anche di preziosa libertà) ai miei figli, e speriamo bene…

  6. Vi siete dimenticate che non tutti i bar tengono ancora il telefono pubblico! Molti l’hanno tolto proprio perché ormai chiunque ha il cellulare!
    Oppure peggio ancora: sono rimasti quelli con la scheda e non a moneta, in lire.
    Baci

  7. mi sembra che alle volte ci facciano vedere lo straccetto per farci correre di più…
    mi spiego certo che la tv certo che internet allontanano i bimbi da qualcosa etc etc etc certo è colpa di qualcuno o di qualchecosa se le cose non vanno come si dice debbano andare…

    la colpa sarà delle mamme che lavorano, e non hanno tempo, dei babbi disattenti, dei ragazzini disancorati dal reale. (?)
    insomma c’è sempre questo gioco di dare colpe per non assumersi responsabilità. è più facile.

    mi immagino che una madre contadina di 100 anni fa, con 6/8 figli, un marito, le galline, l’orto, il lavoro di casa senza elettrodomestici, a cucir vestiti, e magari anche aiutando nell’orto stesse attentissima ai figli. (o no???)

    ecco forse quello che manca ai ragazzi è il cortile, il gruppo di bimbi mixato di piccoli e grandi, grandi da cui imparare e piccoli cui insegnare, e poi tanto spazio e un mondo non troppo costruito dagli adulti, ancora tutto da esplorare …

    i nostri figli esplorano altri mondi, quelli di un presente loro che per noi è spesso futuribile, ci sono genitori che sono dinosauri digitali, e non sanno nemmeno accendere un pc (o quasi…), magari siamo noi che non vediamo qualcosa che per loro è ovvio, come per loro è introvabile la cabina telefonica e ovvio il cellu (chi se lo dimentica forse non avrebbe comunque pensato ad un necessario gettone, venti anni fa)

    possiamo magari attraversare con loro nel tempo che ci resta per capire il futuro che agisce, per indicare similitudini con il passato e farci stupire dalla loro inevitabile abilità di attraversamento, raccontandoci l’un altro cosa avviene e come ….

  8. Certo, i ragazzini di oggi sono abilissimi nell’utilizzo di tecnologie, possiedono strumenti impensabili solo qualche decennio fa (non vi descrivo i cellulari dei miei alunni ed il loro stupore nel rendersi conto che l’unica ad esserne priva ero proprio io…) e nello stesso tempo sono spesso genitori-dipendenti anche quando potrebbero essere più che autonomi…
    Ma questo dipende quasi sempre dagli atteggiamenti iper-protettivi di adulti timorosi e convinti di preservarli dai problemi del mondo…
    Io ho visto genitori accompagnare e riprendere da scuola ragazzini di terza media (!!) che abitavano a neppure dieci minuti di strada e madri che pretendevano di avere sempre e tutto sotto controllo, senza concedere un minimo di autonomia.
    Insomma, abilissimi nella navigazione in Internet e magari in difficoltà nel prendere l’autobus….

  9. ohhhhhhhhhhhhh! ho capito! ora sono piu’ serena!!! cmq come sempre I AGREE WITH YOU.

  10. @M di Ms
    Sì anche noi dobbiamo regolarci per dare il buon esempio senza troppa assuefazione al computer!
    @Mammafelice
    tu scrivi il giorno prima (è già capitato) e quello dopo ci sono gli stessi concetti su un paginone di Repubblica, come è successo oggi. Sei un guru e loro copiano 🙂
    comunque sono d’accordo con te al 100%
    @Piattini
    è vero anch’io ero molto più sveglia sulle cose pratiche che le mie figlie alla stessa età. Dobbiamo, come genitori, avere più coraggio e lasciar loro più autonomia.
    @Sofia
    E’ vero abbiamo sottovalutato la difficoltà di usare i “vecchi” telefoni pubblici!
    @Monica
    condivido quello che dici, anche sul fatto che il mix bambini di varie età, nel cortile/aia di una volta fosse una grande scuola. Quello che mi “perplime” è l’idea educativa della madre contadina, sarò perfida ma a volte penso che tra gli adulti/anziani ci siano così tanti strxxxx perchè comunque nessuno si è mai preoccupato più di tanto di fornir loro educazione/affetto. Erano tutti lasciati allo stato brado e spesso anche gli abusi (botte o anche peggio) venivano dati per scontati. Non so, forse ho un’idea poco romantica del passato…
    @Cautelosa
    hai descritto benissimo la tua esperienza vista dall’altra parte, cioè quella dell’insegnante contrapposta ai geniori!
    @Lisa
    I love u :-)))

  11. noi qui se non avessimo internet e altro saremmo tagliati completamente fuori, ma é giusto dividere il reale dal virtuale, qualunque esso sia…

  12. Sono d’accordo in parte con quello che scrivi, pero’…
    Un momento!
    Non vorrei arrivare al solito atteggiamento da “eta’ dell’oro”, in cui inesorabilmente le nozioni e i contenuti dati dalla generazione precedente erano migliori e con piu’ fondamento. Andando a ritroso con le generazioni si finisce a cento anni fa, e dubito fortemente che i ragazzini di allora, che magari sapevano lavorare i campi, avessero un livello di educazione superiore…

    Della nostra generazione, quella della televisione, fra l’altro a suo tempo si e’ detto peste e corna, in quanto a intorpidimento dei neuroni e quant’altro… non mi sembra che noi abbiamo rappresentato tale decadenza di valori e principi rispetto ai nostri genitori, anzi se vogliamo e’ anche grazie alla televisione che l’italiano si e’ diffuso maggiormente, a scapito dei dialetti.

    E’ vero, i ragazzini per alcune cose sono meno scafati, ma per altre fanno dieci a uno alla nostra generazione.
    Il tutto secondo me si risolve in una questione di misura delle cose, perche’ se ora esiste la baby sitter informatica o televisiva, un tempo si lasciavano i ragazzini a vivere la loro vita in strada, con effetti positivi o negativi a seconda della fortuna.
    Alla fine la ricetta e’ che i figli abbiano accanto a se’ una famiglia che trascorra realmente insieme a loro una certa parte del tempo, per crescere anche intellettualmente in modo equilibrato.

  13. @Soleil
    D’accordissimo con tutto quello che dici, specialmente sulle incognite della strada (a proposito tu che ami e conosci molti film, che mi dici de La guerra dei bottoni? Io l’adoro…ed è proprio l’esempio di ciò che stiamo dicendo)
    Però sì dobbiamo mediare tra il nuovo e la tradizione e soprattutto stare loro vicino e se p possibile in maniera meno stressata. Un sogno?

  14. Ma va là, davvero? 🙂
    Il bello è che potrebbero davvero fare copia in colla di tutte le boiate che scrivo e che non me ne accorgerei mai… è questo il vantaggio di stare sempre un passo indietro: mi faccio meno male… hihiii

  15. Penso che alla fine ci voglia la giusta via di mezzo, tecnologia e manualità.
    Adesso a scuola chiedono ricerche con internet, lezioni con lavagna multimediale ma nello stesso tempo devono sapere la costruzione di una favola e scrivere i cari vecchi temi.

    Penso che questo valga anche per il tempo che “noi” genitori dedichiamo ai nostri ragazzi, la play non dev’essere un parking ma anche un’occasione per giocare con il proprio figlio una partita di calcio e divertirsi.

    Dire che una volta si stava meglio è retorica, era semplicemente diverso adesso ci sono più mezzi sta a noi indicare il giusto utilizzo

  16. arg! non riesco a dire la mia…ogni volta che mi metto a scrivere arriva qualche biondino a fare delle domande. e io, accipicchia, mi infastidisco, perchè sono nel “mio nuovo blogger world”. e il dubbio sorge spontaneo.A chi do retta??? il mio biondino deve studiare la poesia, non la trova, non ha voglia. io devo rispondere a questo post. che fare? Io scelgo di scrivere, e lui dovra scegliere di studiare o di prendere un brutto voto. Sapete perchè? Perche ho le pretesa e forse sbagliata che la scuola sia la loro responsabilità. e che preferisco tornino a casa arrabbiati per un brutto voto e capiscano da soli che forse la televisione, il pc, la wii e bla bla hanno tempo di essere usati al momento giusto. la treccani faceva un sacco di polvere sulla libreria per cui ben venga google. se stampato e rielaborato. altrimenti che senso ha? le maestre mi hanno detto chiaramente che le ricerche non le danno piu perchè arrivano milioni di copia e incolla. Per cui io sono pe un bel bruttissimo voto, una nota, non li giustifico sul diario, ma gli do coraggio per dire non ho capito e la maestra lo rispiega. la mia figlia piu grande ha 11 anni e non ha un cellulare. e non lo avra fino a che non sarà capace di vivere senza.e combatterò fino alla morte perchè i bambini tornino a giocare a pallone al parco anche di inverno,anche con la tosse, cadere e rialzarsi con le ginocchia sbucciate per riprendere a giocare piu determinati di prima. devono saper usare quel misterioso oggetto chiamato “citofono” per uscire con gi amichetti.Voglio che siano responsabili ogni giorno un pochino di piu. e quando avranno capito COME pensare e COSA qualcuno gli ha detto che devono pensare e sapranno che si puo vivere senza “tutti sti sbatti” sono certa si autolimiteranno e anche le k i nn i c6? potranno prndere il posto dell alfabeto farfallino senza che questo comporti danni al loro valore. bè, nel frattempo mi son distratta per cui nn so piu se sono andata fuori tema o altro. ciao a tutti.

  17. ………..naturalmente ” e NON COSA qualcuno gli ha detto di pensare”

  18. @Mammafelice
    indietro ma anche avanti, non sminuirti!
    @Agrimonia
    sei molto saggia! Che scuola fica con le lavagne mutimediali, da noi si va ancora di gessetto 🙂
    @Valeria
    Eh sì, il citofono è un po’ out! Il problema della mamma blogger è proprio quello di non poter mai scrivere indisturbata, a parte quando casca dal sonno, come sta capitando a me adesso. Se riesci a responsabilizzarli verso i loro doveri scolastici senza impietosirti e firmar giustificazioni sei veramente brava 🙂

  19. La tesi di Valeria è interessante: anche io ho sempre pensato che la scuola sia una responsabilità dei figli, e che vorrò entrarci dentro molto poco.
    Solo che più frequento mamme con figli, più credo che non sarà possibile stare a guardare. La scuola pubblica è disastrosa!
    A parte qualche isola felice, da noi gli insegnanti cambiano troppo spesso, manca continuità didattica, le strutture sono fatiscenti, mancano persino i gessi e la carta igienica… e la preparazione dei maestri che restano, beh, a me lascia alquanto desiderare.
    Scuola privata? Che tristezza… Mi sa che ci toccherà rimetterci a fare i compiti insieme a loro, per colmare le lacune che la scuola sta lasciando…

  20. Mammafelice
    sai che non dici mai caxxate? Scherzo, ma è vero! 🙂
    Quello che hai scritto è esattamente il problema che viviamo noi mamme/scolastiche, la scuola pubblica è carente a meno che tu non abbia una botta di fortuna, tipo entrare nella scuola più ambita (che magari è anche lontano da casa tua) o ti capiti l’insegnante extramotivato. La scuola media di anita (ipotesi lontano da casa) è fantastica, o meglio era, perchè quest’anno con i tagli le cose migliori sono state tolte. E se va avanti così, non è che nel futuro si vedano brillare tante stelline…magari qualche falò dei viados che adesso vanno tanto 🙁

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