Sono appena uscita dal solito gorgo della “chiusura” (mensile) di Insieme, quando tutto deve essere pronto per andare in stampa, gite al maneggio per le lezioni di equitazione, shopping per i regali per le maestre e i libri delle vacanze per tutta la classe, serate scolastiche “per la scuola aperta”, gara finale del corso di nuoto e altre amenità che il glorioso mese di maggio regala a tutte le mamme. In questo marasma ho avuto anche una giornata illumimante: ho partecipato a un workshop che aveva come obiettivo la capacità di modificare i nostri comportamenti al meglio. E’ stato interessante perchè quando una delle partecipanti, un architetto, è arrivata con una bella oretta di ritardo, io ero (intimamente) contentissima perchè di solito sono io quella che sfora di brutto a tutti gli appuntamenti. Invece questo ritardo ha scatenato il lato, per me, più interessante del laboratorio. Infatti perchè è arrivata in ritardo e stravolta l’architetto? La risposta è facile: era una mamma.
Una mamma a cui il figlio ha detto solo la sera prima che l’unica chance di incontrare la tale prof, inseguita per mesi, era proprio una mezz’oretta prima dell’inizio del workshop. Una mamma a cui il marito ha detto: “Ciccia bubù, dalla prof ci vai tu!”, ecc, ecc.
Il resto della storia lo conoscete bene.
Quindi la coach ha virato un po’ il suo messaggio, tra i partecipanti c’erano altri professionisti che però erano anche madri e padri e quindi si sono sentiti coinvolti nella discussione. La nostra coach ci ha spiegato che per non soccombere bisogna uscire dagli schemi.
Ribaltare i modelli di dialogo e di comportamento che, anche senza rendercene conto, abbiamo instaurato con i nostri famigliari, con il marito e con i figli.
Rivoluzionare la situazione a nostro vantaggio non significa fare una bella riunione famigliare e spiegare a tutti i nostri diritti, aspirazioni, sogni e i loro doveri. Ma passare direttamente alla fase due e agire: senza sentirci in colpa. Mettere dei paletti alla propria disponibilità e non farsi prendere in discussioni o conversazioni che seguono sempre lo stesso modello come in un loop.
Senza avere paura che moriranno di stenti o di dolore se noi tiriamo un pacco per essere meno stressate, meno acrobate o semplicemente per riprendere il fiato. Se non si riesce a fare la spesa e papino non ha tempo neppure lui, si salterà la cena o ci si arrangerà con quello che c’è in frigo. Senza sentirsi inadeguate. Se i figli non tirano fuori in tempo la roba sporca dalla sacca sportiva, e non riusciamo a lavarla, la volta dopo non potranno fare quella mirabolante attività ginnica. Ma nessuno ci toglierà la patria potestà. Con i bebè è più difficile latitare con allegria, ma qualche escamotage per non farsi prendere per scontate si trova comunque. E’ importante per vivere più serene ed essere alla fine delle madri migliori.
22 Replies to “Fuori dagli schemi”
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Buona idea. E’ che dovrei lavorare a lungo su quelle paroline lì: senza sentirci in colpa.
Io avevo proprio toccato il fondo, e forse si era anche capito sul blog. Non conoscevo la coach, ma condivido il pensiero e l’azione. Da me sta funzionando, almeno per ora. Finchè dicevo che ero stanca e poi lavavo, stiravo, cucinavo, pulivo non cambiava nulla. Così per qualche giorno la sera non ho cucinato, non ho lavato i piatti… è servito! Ora io cucino e Antonio lava i piatti, fa la spesa, segue i bambini dopo cena mentre io stiro o altro…quando ci vuole ci vuole!
Lo sai Pat che Ciro ieri sera, quando gli ho detto che lunedì sono a casa in ferie perché l’ufficio chiude per il ponte, mi ha detto: “beh allora lunedì non c’è bisogno che fai venire la colf”. Nel senso che, visto che sono in ferie, mi tocca lavare i cessi, stirare, ramazzare e spolverare, oltre che fare la spesa, cucinare e accudire i bambini mentre lui bello tranquillo se ne va a lavorare!
Mi sa che ho bisogno anch’io di qualche ora di coaching dall’Ale!!
Parole sante
bellissimo post, grazie.
La cosa piu’ deprimente per me e’ che la maggior parte delle volte che mi sono sentita in colpa (e sono tante) NON e’ stato per le lamentazioni di figli o marito, che fa concorrenza al tuo Sant’, anzi loro, gli ometti, sono quasi sempre oblivious al fatto che qualcosa non sia ‘perfetto’. La maggior parte delle giornate di cavolo sono dovute ad altre donne e altre mamme, inclusa la mia… questi sono i colpi “alle spalle” che magari non ti aspetti e ti lasciano senza fiato, ne’ testa, per giorni e giorni. Rifugiarsi nel mommyblogging aiuta moltissimo in questo devo dire. xxx
Mio marito,passato il periodo…passato l’aiuto!!…Sembra che quello che faccio non sia mai nulla in confronto a quello che fa lui…ma se facciamo una lista,vinco io,purtroppo…
Mi hi letto nel pensiero. Ci ho fatto un post.
Mi trovi perfettamente daccordo. Posso solo aggiungere a rinforzo di ciò che hai detto che io non lavoro, se voglio ho tutto il tempo per fare quello che si deve fare, eppure tante volte non lo faccio lo stesso. Senso di colpa? Non so che cosa sia. Anche chi non lavora a volte (io spesso) non ha voglia di cucinare!! Figuriamoci chi si arrabatta tra mille impegni. E allora si chiama il marito, “Pizza o cinese?”
@Mammagiramondo
Bene, poi con ‘sto caldo chi vorrebbe stare vicino ai fornelli? Vabbè lo scaldabiberon…
@Renata
dal tuo blog non si avvertiva nessun “fondo”!
@Supermambanana
E’ vero quando le critiche, subdule, arrivano da altre mamme/donne è veramente una mazzata xxxx
@Mamma3D
Puoi farcela 🙂
@Rox
che bella nuova fotina, il marito pigro va infatti combattuto non con i litigi e le recriminazioni ma con i fatti :-0
@Giò
Poi questo schema va bene con tutti: anche con quelli che ti chiedono sempre, in maniera melliflua mille favori. Devo molto lavorare su questo. Imparare a dire “no” senza sentirmi male.
@Laura
sono appena passata da te, non risucivo a trovarti (altre volte) adesso ti linko, così non mi scappi.
@M di Ms
Vengo a leggere.
ok ok, vado a fare la spesa 🙂
Sono un’esperta di elusioni.
La cosa fichissima che ho imparato, è che faccio finta di fare un sacco di cose e alla sera certi giorni faccio anche finta di essere stanchissima. Poi magari ho giocato tutto il giorno e non ho nemmeno tirato fuori i panni dalla lavatrice (e inevitabilmente dopo 2 giorni devo rilavarli).
E’ una scienza. Ma si può esercitare solo se non si soffre di paranoia, altrimenti i sensi di colpa ti accecano.
Ma io sono così pigra, ma così pigra, che i miei sensi di colpa non arrivano nemmeno al cervello 🙂
forse perchè per ora ho il part time e con sofia non ho ancora i mille impegni di sport e cose del genere se riesco ancora a gestire tutto senza essere troppo stressata… e se non riesco a darci il giro con la roba da stirare chiamo una signora che mi aiuti! a volte mi sento un po’ così quando penso che mia madre ha sempre fatto tutto da sola con due figli e lavoro a turni, ma questo capita solo a volte e poi passa!!!;)
Ciao carissima! volevo invitarti a partecipare al mio blog candy, se ti può far piacere ti lascio il link al post: http://paneamoreecreativita.blogspot.com/2009/05/giveaway-partecipate.html
Ciao e buona giornata
^_^
by Linda
Meno parole e più azione. L’ho sperimentato e funziona davvero! Anzi, più che l’azione funziona NON fare le cose. Gli altri poco per volta si attivano.
Parafrasando Marilde, potrebbe anche essere “meno paranoie e più azione”.
Decisamente funziona.
Lo zaino della piscina di ieri giace in lavanderia ancora chiuso;
il frigorifero è desolatamente vuoto;
il comò pullula di vestiti…
vado bene? 😀
vedi dovrei seguire pure io la tua prof… anche eprché io non lavoro, ma se mi guardo la tv o leggo mi sento in colpa, c’é qualche cosa che non va vero?
ma che bel post!
e ora vado a leggere il blog di mammafelice: mi sa che ho trovato un’anima affine! he he he
@Mammafelice
Sai che quando lavoravo in redazione (full time) c’erano un sacco di colleghi che facevano come te? Andavano avanti/indietro per il corridoio con dei fogli in mano facendo finta di lavorare…cmq detto da una mamma ha molto più fascino, per questo sei felice
:-)))
@MAQ
devi assolutamente andare da lei!
@Silvia
Continua così che vai bene :-)))) !!!
@Marilde
sei già saggia!
@Linda
già fatto
@Smile
Brava…aspetta e vedrai! (scherzo non è una minaccia)
@Alle
La prossima volta andiamo insieme al corso!
@Sant’
già che ci sei prendi anche lo zucchero (tesoro)
io l’ho capito da un po’. e ho cominciato metterlo in pratica, soprattutto con i maschietti della casa che nn hanno ancora capito che nn sono una serva e tantomeno una schiava.
classico che ti scaricano incombenze pazzesche all’ultimo minuto dicendoti anche: ma cosa vuoi che ci voglia…ci metti pochi minuti!
è che è difficile cambiare atteggiamento dopo che x tanti anni hai fatto il cuscinetto con la loro disorganizzazione e la mia ansia da supermamma e supermoglie.
ma sono ottimista!
Tempo fa scrissi un post molto personale, forse troppo e mio marito mi disse che non c’era bisogno, se ne poteva parlare. E’ vero, se ne può parlare sempre ma quel post è servito per farmi ascoltare. Spesso le parole dette non vengono interpretate per quello che vorremmo, per me era così. Scriverle è stato un modo per attirare la sua attezione, per fargli capire che qualcosa andava rivisto nel nostro rapporto, occorreva un nuovo equilibrio di coppia, di famiglia e un nuovo spazio per me. In due mesi sono cambiate molte cose e abbiamo imparato ad ascoltarci di più, poi non tutto finisce sul blog, per scelta.
A volte l’universo si concentra per mandarmi dei segni.
I post sono i miei personali e moderni “oracoli cumani”. Da qualche giorno, inspiegabilmente, mi portano un solo messaggio: liberati dai sensi di colpa.
In questi giorni sto anche programmando le ferie estive, vedi spazio dedicato al riposo e alla famiglia. Ho scoperto che le due cose possono escludersi vicendevolmente: fare la mamma full time e dedicarti alla famiglia, può escludere il meritato riposo annuale. Così, ho deciso che per due settimane agostane, Fonzie e piccolapeste staranno al mare con i nonni… e io resterò in una città vuota, con l’aria climatizzata di casa e il lavoro vacanziero; resterò a letto fino alle otto, leggerò i libri abbandonati sul comodino, cucinerò se ho voglia.
Questo nei miei piani, sulla carta. Perché nel mio cuore stanno già operando le Arpie… e mi figuro il peggio. Maledetti SENSI DI COLPA.
Ecco, mi hai dato un’ottima idea! 🙂
Da oggi girerò per casa con lo swiffer tra le mani, così sembra tutto vero hihhii