Arriva un giorno, in cui le macchie di colore, quelle di frutta e diosachealtro diventano improponibili e allora il grembiule, che era bianco e oggi è grigio/beige maculato, si butta. Arriva un giorno, in cui nell’armadio non ce ne sono proprio più di grembiuli di Emma. Arriva un giorno, in cui non ci si ricorda più dove è stato dimenticato l’ultimo superstite (in piscina, a casa di un amichetta, a ginnastica?). Allora bisogna comprare un nuovo grembiule per la scuola. Dall’alto lo vuole la Gelmini e, localmente, la maestra. Emma va a scuola con scritto “Anita” sulla schiena, perchè un giorno ero di fretta e invece di scriverlo sull’etichetta l’ho vergato direttamente con il pennarello indelebile sul tessuto (proprio sotto il collettino). Lo so che non va bene per la sua personalità. Per quel disturbino di amore/odio verso la sorella stra-brava, stra-bionda, stra-numerouno. Però a mali estremi, estremi rimedi. Dopotutto è solo per un giorno. Perchè le comprerò nuovi grembiuli. Ma non è così semplice.
Sulla carta la missione appariva lineare. Invece è si rivela un’impresa molto ardua: perchè siamo fuori stagione. Negli ipermercati quando chiedo grembiuli le commesse mi guardano con compatimento, come fossi una marziana demente.
“Ma signora, siamo a febbraio!”
In effetti il reparto abbigliamento bambini è pieno di vestiti da Power Rangers, Winx e Winnie Pooh, di grembiuli manco l’ombra. Disperata, mi rivolgo alle mamme sul marciapiede davanti all’entrata della scuola. Una madre della classe prima, si impietosisce e mi passa un numero preziosissimo. Una sartoria, naturalmente dall’altra parte della città, dove fanno grembiuli su misura, solo in cotone.
La sua bambina ha problemi di allergia e lei se li fa fare lì. In effetti nei tessuti dei grembiuli della grande distribuzione ci deve essere di tutto, fuorchè il cotone. Per questo dopo pochi lavaggi assumono colori inquietanti e cangianti. Telefono all’artigiano dei grembiuli: tempo di attesa un mese, dovrebbero vedere la bambina e vogliono 50 euro a modello!
Con gentilezza li saluto, per sempre.
Non mi resta che cercare in quei negozi, pochissimi rimasti a Milano, dove c’è “Merceria” o “Maglieria” sull’insegna e dentro vendono dal calzino alla maglia della salute, passando per il completino da neonato, di marca infima ma costossimo.
Entro speranzosa in uno di questi.
La commessa, una quarantenne dall’apparenza normale, non mi degna di uno sguardo. Sta parlando al telefono. Con il telefono fisso del negozio:
“Sì lo so che Laura è morta, ma mi è apparsa in sogno e sembrava proprio che mi aspettasse…”
“Mi scusi..cercavo dei grembiuli”
“No, no non mi era mai capitato prima..sai non è che fossimo così amiche, ma mi ha detto delle cose…sulla morte…sull’aldilà…su suo marito”
“Dei grembiuli per la scuola…”
“Guarda, ero sconvolta…ma il sogno era così realistico…”
“….grembiuli?…”
“Quant’è che morta? …nooo, saranno meno di sei mesi..”
La commessa non mi degna di uno sguardo. Che fare?
Minacciarla di una denuncia al comitato consumatori? All’associazione dei medium? Abbandonare così l’ultima chance di un grembiule per Emma?
“…sorrideva, sorrideva…come quando era viva…”
“……”
Esasperata, sto per prendere l’uscita, quando entra una vecchietta dall’aria decisa di nonna-manager. Ha in mano uno scatolone di mutande Chigi.
“Aveva bisogno signora?”
“Avete grembiuli, da bambina? Bianchi, taglia nove anni?”
“Deve esserci qualcosa in magazzino…Adele vai a vedere!”
Con mia grande soddisfazione la telefonista amica dei fantasmi, interrompe, riluttante, la comunicazione e obbedisce. Torna con due esemplari di grembiuli: bordati di rosa, un po’ leziosi. Dovrò “scartavetrarli” e mascolinizzarli prima di proporli a Emma.
Ma non faccio storie, li compro e corro fuori dal negozietto.
Poteva andare anche peggio.
19 Replies to “Fuori stagione”
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Quando si dice “chi ha il pane non ha i denti”. Proprio sabato scorso sono andata a trovare i miei in una cittadina della Brianza e sono entrata all’IperBennet locale: C’erano esposti in promozione grembiulini scolastici. Tanto per restare in tema mi son detta:” ma chi compera grembiulini in questa stagione?”
Invece mi soffermo sul grembiulino che è stato abolito alla scuola d’infanzia. Perchè? Certo mi fa piacere vederli, liberi, colorati e non hanno ancora un’età in cui marche e moda hanno un gran peso (per fortuna, poi ci sarà da gestire anche questo) ma mi sono dovuta rassegnare a mandarli con le macchie a scuola perchè su alcuni capi tempere e pennarelli non si cancellano.
Vero!!…ma anche quando era periodo il grembiule semplice,senza pupazzetti e di marca erano introvabiliiii!Persino al mercato ho fatto fatica…ne comprai 2…e questi tra mensa e muchini vari…da blu sono diventati un colore tendente al viola!!…Per soli 5 euro era il minimo che potesse accadere…però spendere dai 20 ai 30 per uno solo,proprio non me la sono sentita…:)
qui, niente crembiuli, noi abbiamo chiesto la divisa, ma niesba, le mamme snob, vogliono che i loro figli facciamo sfoggio delle marche.. 🙁
ps: ieri é artrivata la lettera..cris era al settimo cielooo!!
@Renata
Non sapevo che alla scuola dell’infanzia il grembiulino fosse stato abolito, hai ragione è un controsenso.
@Rox
Mi sono dimenticata di metterlo, ma ero stata anche al mercatoe non avevo trovato nulla se non una vaga promessa di un ambulante 🙂
@Alle
Le mamme snob e modaiole sono anche peggio della ricerca del grembiule! Sono contenta che le poste funzionino ancora un po’, lo dico ad Anita!
grembiulino abolito? credo dipensa dalle scuole perhé qui è obbligatorio (e salvifico per le mamme). comunque è vera, queta cosa del fuori stagione. non solo per i grembiuli, ma anche per tutto il resto. (se vuoi comprare una maglietta a maniche lunghe in aprile t’attacchi) forse quest’anno va meglio, visto che hanno ancora parecchio invenduto
L’unico commento possibile sulla commessa al telefono è “no comment”…
Confermo: dipende dalle scuole perché da noi si porta. E confermo anche che si trovano ancora parecchi grembiuli in giro, ne ho visti molti in offerta in queste settimane. Vuoi che te ne cerco uno?
Cara ExtramMamma, non puoi capire la fatica di vivere in Svezia, al freddo e gelo, e cercare di comprare un completo per la neve a gennaio, perchè il suo non gli entra più. Ora gennaio non sembrerà fuori stagione e invece per lo svedese medio previdente che compra tutto prima del’inizio del freddo, noi poveri emigranti italiani che improvvisiamo tutto, siamo decisamente fuori stagione. In questi casi, mi rivolgo al mercato dell’usato. E’ l’unica salvezza.
In bocca al lupo.
Il commesso o la commessa indisponenti (a volte li strozzeresti davvero, con le tue proprie candide manine…) sono il prezzo da pagare rispetto a quelli della globalizzazione globalizzata che ti guardano come un marziano pezzente se chiedi un grembiule in febbraio: come se a febbraio le scuole fossero chiuse…
Ben venga il negozino sotto casa che il grembiulino ce l’ha anche in febbraio e anche a maggio: essendo l’unico ad averlo in tutta la città, il prezzo lo fa lui. Che ci piaccia o no.
Sull’opportunità di metterlo sono d’accordo: dovrebbero evitare differenze, di abito, prese come vanto, che a questa età si può ancora evitare.
Per fortuna ho ancora un paio di anni per preoccuparmi di grembiulini e chissà allora quante cose saranno già cambiate!
Alla scuola materna di Micol le suore Orsoline hanno adottato l’uso di una bella tuta colorata in fibra sintetica ma talmente resistente che a 60 gradi viene via tutta la gamma di macchie: Sò pratiche stè suorine!
Le mercerie in alcuni paesini in Toscana, da me abitati, sono l’unica scelta esistente, e gli unici che sopravvivono come negozi del borgo.
però è vero che fanno loro un pò il prezzo di ogni cosa.
Non ho ancora girato Milano in cerca di una vera merceria, deve essere un’impresa!
A proposito sul mio blog consiglio un libro, magari ti ho incuriosito e andrai a vedere…
Tralasciando lo specifico dei grembiulini che grazieaddio è un problema che non mi riguarda più ;-)) … capisci il mio dramma quando, con un panorama di questo genere, i miei corsi di Tecniche di Vendita fossero un dramma??? Finiva che sostenevo bellissimi discorsi di correttezza commerciale di fronte ad una manata di giovanotti e signorine che – quando andava bene – mi guardavano con un sopracciglio MOLTO alzato. Quando andava bene, chiaramente …. /graz
io avevo un’altra soluzione…fartelo prestare!!!!
quando i miei figli hanno finito le elementari ho dato tutti i grembiuli a una mamma e probabilmente quando i miei figli saranno all’università, questi saranno ancora addosso a qualcuno!
ma hai proprio ragione: di che sono fatti????
@Piattini
è la riforma coniugata a seconda dell’umore del plesso!
@Rossana
grazie della proposta ma per ora sono a posto con i grembiuli, ah! ah! ah!
@ Marilde, Desian e Graz
Potremmo lanciare un concorso: descrivi la tua esperienza peggiore/surreale in un negozio anche in un iperstore. Ne verrebero fuori delle belle storie!
@Vebroske
Dai non esagerare con l’ottimismo :-))
@Chiara
vengo senz’altro a leggere il tuo blog
@Lemoni
Forse ho sbagliato scuola?
Ma, alla fine, sarà mica apparsa in sogno anche te Laura?
@Emily
Hai ragione ma qui a MIlano i grembiuli si marchiano e mettere a Emma un grembiule con scritto Federico, un po’ mi dispiaceva!
@Pimpa
No ancora non è apparsa, ma per me se viene mi dice che la commessa è una piattola!
Qui per fortuna il grembiule pure alla scuola materna è obbligatorio…e la maestra dice:”nn importa che sia stropicciato,l’imporante è che sia pulito”…mai senza!!Tutti uguali!!e così deve essere…pure se certi grembiulini in voga adesso cmq parlano anche loro di marche!
Ciao Patrizia, so di rispondere tardivamente a questo post, ma magari in futuro ti servirà. Io il grembiule a Leonardo l’ho comprato in un negozio che vende divise da lavoro. € 19,00, ma commessa identica alla tua.
Ciao