Oggi Anita dopo quasi una settimana di convalescenza è tornata a scuola. Finalmente può mangiare cibi solidi. Ma oggi era un giorno “corto”. Non c’era mensa.
E meno male, considerata l’aria che tira qui a Milano in prima media nell’ora della refezione. Così oggi non sono dovuta andare a menare nessun insegnante e a rincorrerlo fin dentro i bagni della scuola.
Ironia per esorcizzare quello che è successo ieri in un’altra prima media in un quartiere difficile di Milano: mamma e nonna aggrediscono l’insegnante che ha rimproverato e forse schiaffeggiato una ragazzina ripetente che a mensa ha rovesciato la caraffa dell’acqua per fare dispetto.
Sembra incredibile, ma è vero.
La caraffa dell’acqua. Un oggetto emblematico, il pomo della discordia: sono anni che le mie figlie mi raccontano di baruffe sulla caraffa dell’acqua. Di bambini che rovesciano la caraffa. O al contrario di caraffe che non vengono riempite quando tutti hanno sete. Di compagni di scuola, diciamo burloni, che svuotano i loro bicchieri con tanto di saliva e briciole nella caraffa da cui dovrebbero bere tutti.
Un paio di mesi fa Emma ha pianto per un’ora perchè era stata accusata di aver rovesciato (a suo dire ingiustamente) proprio la suddetta caraffa. Non avevo prestato molta attenzione a questo racconto. Non avevo capito che oggi a scuola la caraffa è l’oggetto transizionale dell’aggressività e della frustrazione degli scolari. Che fra un po’ si rileveranno le impronte sulle caraffe.
Forse la Gelmini fra i tanti tagli dovrebbe abolirle, per risparmiare un po’ di più. E poi ognuno si porterà la borraccia da casa come una volta si faceva con il pranzo nella “schiscetta”.
8 Replies to “Occhio per occhio…”
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Ti garantisco che l’importanza della caraffa inizia fin dai tempi dell’asilo. Non molto tempo fa, Luna è stata ripresa dalla direttrice dell’asilo proprio per questo motivo, che è stato poi oggetto di discussione in classe. 🙂
Il tuo bello, Patrizia, è che fai sembrare anche una notizia così …fastidiosa, una cosa su cui si può scherzare, che bella testa che hai.
Però, grrr, il fastidio resta, questa volta.
oddio nn mi ero mai informata sulle vicissitudini della caraffa durante la mensa di mio figlio.
so che data la sua poca tranquillità durate il pasto ha fatto 5 ani di elementari a fianco della maestra….ma nn credo che l’abbia mai menato nessuno…però adesso indago, nn si sa mai
@Rossana
grazie del complimento, volevo scrivere qualcosa di più serio però non volevo sembrare babbiona e poi le cose più profonde le hanno già dette in tanti e anche se un’opinione sui modelli che vengono proposti agli adolescenti ce l’ho, non volevo ripetermi e quindi ho affrontato il problema un po’ di sponda. :-))
@Emily
ho chiesto anche ad Anita storie carraffesche e anche lei ne aveva da raccontare…bè dopo tutto la brocca è molto più intrigante del salino, o no?
domani mattina mi informo sulla situazione caraffe a Roma…
comunque è vero che a volte le situazioni di tensione si fogano tutte su oggetti stupidi…
Se vuoi ti mando un paio dei termosini colorati che mi vendono qui all’Hema per la scuola. sono in metallo, si ammaccano ma non si frangono, e garantiscono privacy dalle briciole altrui.
alla mensa della mia, sia a roma che poi qui a milano, ad ognuno una bottigliretta di acqua minerale naturale… Troppo complicato? 🙂
che dire.
sarei quasi per la schiscietta e per la propria bottiglietta sai???
Mi sta venendo un’angoscia per l’asilo di SuperT a settembre…
Mio figlio non mi ha mai parlato della caraffa che regna nella sua mensa scolastica…devo chiederglielo quando torna!!mi avete messo curiosità!!