Ieri sera siamo andati al cinema a vedere, con grande entusiasmo e aspettative "Il Principe Caspian" il film della Disney tratto dal secondo libro de Le Cronache di Narnia di C.S.Lewis. Una vera delusione perchè nonostante il grandioso dispendio di mezzi ed effetti speciali la vicenda non coinvolge. Anzi diventa quasi ridicola. I quattro protagonisti, Peter, Edmund, Susan e Lucy sono gli stessi attori cresciutelli e meno carini che nel primo film. Susan, ad esempio, ha sviluppato labbra a canotto (naturali presumo) che la fanno assomigliare a un’Angiolina Jolie teen-ager. Ma il meno azzeccato è proprio il Principe Caspian, un grazioso attore inespressivo, con un’incredibile e sempre-a-posto messa in piega che lo trasforma in una versione castana dell’odioso e vanitoso Principe Azzurro di Shrek. Si batte a duello, precipita dai torrioni del castello, cavalca a perdifiato ma è sempre pettinatissimo. E tra i cattivissimi chi abbiamo ritrovato? Sergio Castellitto e Pierfrancesco Favino super barbuti e bardati con pesanti armature ma sempre improbabili per i nostri occhi italiani. Credibili come sarebbe la Ferilli tra gli insegnanti di magia a Hogwarts. Questo il cast, la trama anche peggio: battaglie apocalittiche e infinite fra nani mostruosi, centauri, animali da cortile indiavolati e violenti contro i poveri Castellitto e Favino.
In Francia quasi tutti i ristoranti hanno un insalubre "menu enfant" che prevede per i nostri bambini un’intensa cura di patatine fritte, bocconcini di pollo fritto, bastoncini di pesce o hamburger. Quando Anita ed Emma erano più piccole mi angosciava, ora invece riesco a vedere il lato positivo della proposta bambini : se sei fortunato ci scappa anche un gioco, assolutamente inutile e trash (collana stella marina luminosa, puppazzetto che cammina ma si rompe subito, visiera parasole con becco di pinguino) che li rende assolutamente felici. Anche se hanno superato i dieci anni. Tra i dolci compresi nel prezzo super aprezzato lo spiedino di bon-bon. Un bastoncino infilzato di marsh-mellow, croccantini e caramelle di ogni tipo e colore. Un vero inno alla carie, probabilmente nato dall’avidità dell’associazione dentisti francesi.
Ho appena finito di leggere un romanzo bellissimo di Delphine De Vigan, storia dell’improbabile amicizia tra una tredicenne e una giovane barbona. In francese si intitola "No et moi". No è il nome della ragazza di strada. In italiano è stato tradotto con "Gli effetti secondari dei sogni", mi chiedo perchè… infatti la protagonista non sogna e soffre addirittura di insonnia. E non fa neanche sogni ad occhi aperti…
A proposito del mio francese, lo studio con impegno da anni e ogni volta che vengo qui in vacanza arriva sempre il momento orrendo nel quale qualcuno mi risponde in inglese, umiliandomi tantissimo. Questa volta non è successo . Ero piuttosto soddisfatta ma oggi in spiaggia c’era un ragazzino che voleva discutere con Anita le tecniche dello skimboard, l’arte di scivolare con la tavola sulle onde del bagnasciuga. Anita non capiva cosa le dicesse ma è riuscita a spiegargli di essere italiana. Poi sono arrivata io pensando di fare l’interprete. Gli ho chiesto in francese da quando faceva skim board e lui mi ha risposto: "Non parlo italiano". Purtroppo era troppo piccolo per essere un adolescente che disprezza gli adulti. Si trattava veramente di un problema di grammatica. Ho continuato a sorridergli ma volevo nascondermi sotto l’ombrellone a piangere. Anzi a ripassare i verbi irregolari.