Il Museo del fumetto a Milano è un posto bellissimo, tra l’altro è anche vicino a casa mia e da quando ha aperto, circa cinque anni fa, non perdo occasione di farci un salto. Il Museo, coloratissimo e allegro, è il posto ideale per passare un pomeriggio divertente e combattere il grigiore dell’inverno milanese.
In questi giorni, da sabato scorso fino al 13 marzo, è possibile ammirare l’arte di Romano Scarpa (1927-2005), il più grande disegnatore Disney italiano. Conoscere e approfondire la straordinaria produzione di questo artista poliedrico che ha saputo lasciare un segno indelebile nella produzione Disney italiana e internazionale.
Questa mostra permette di conoscere il lavoro di Scarpa, non solo grazie alle oltre 150 tavole originali tratte dalle sue storie più amate, ma anche preziosi “dietro le quinte” per la prima volta presentati al pubblico, come i dettagliatissimi story board a matita, in cui l’artista verificava che tutto fosse al posto giusto prima di passare al disegno vero e proprio. Sono esposte pagine tratte dalle sceneggiature originali, illustrazioni e copertine, ancora impresse nella mente di tantissimi lettori anche a decenni di distanza. Inoltre vengono indagate, approfondite e svelate le ispirazioni più diverse che hanno stimolato la fantasia di Scarpa, grande appassionato di cinema, seppe infatti trasporre nel mondo Disney le atmosfere del grande schermo, guardando alla produzione di ammiratissimi registi come Frank Capra e Alfred Hitchcock.
E ai visitatori che vogliono leggere per intero le storie di cui vengono esposte le tavole viene messa a disposizione una piccola fumettoteca con albi completi da consultare.
Scarpa cominciò la sua luminosa carriera come lettore accanito di Topolino e, come hanno fatto in tanti, si mise in contatto con la redazione, mandando un suo disegno. Un disegno di Venezia, la città dove era nato e viveva. Il suo talento fu subito riconosciuto, il disegno pubblicato e lui cominciò a lavorare per il giornalino. Una collaborazione che durò più di quarant’anni, dagli anni’50 alla fine del secolo. Fu lui a inventare tantissime trovate inedite. Disegnò Topolino, creò molte delle sue mirabolanti avventure ma si dedicò moltissimo anche a Paperino & co. Sostenitore in tempi non sospetti della par condicio, fu lui a decidere che Gambadilegno dovesse avere una fidanzata (anche se non era un campione di fascino, gli altri personaggi l’avevano, perchè lui no?). Fu ancora Scarpa a disegnare la vasta serie delle “Paperolimpiadi”, a cavallo fra gli anni ’80 e ’90. Le sue storie sono ancora risptampate e lette dalle nuove leve e visitando la mostra succede, come sempre al Museo del Fumetto, che si appassionino quasi più i genitori che i bambini.
Ciao!
Ne avevo sentito parlare ma ora che ho letto il tuo post mi sono incuriosita ancora di più e credo proprio che, non appena il mio piccolino sarà abbastanza grande, andrò anch’io a visitare questo museo!
Un abbraccio,
Angi
Vedrai ti piacerà molto, c’è anche un bel giardino e quando il tempo permette il bar mette i tavolini fuori 🙂