Ricevere un’eredità inaspettata è il sogno di tutti. Una sopresa che può cambiare la vita o semplicemente renderla un poco più complicata. E’ quello che succede a Thomas Edwards, il protagonista di Lux, romanzo d’esordio di Eleonora Marangoni che si è aggiudicato il premio Neri Pozza ed è candidato fra i dodici libri nella semifinale del Premio Strega.
Infatti a Thomas, giovane architetto italoinglese che vive a Londra e si occupa di istallazioni luce, arriva la notizia che un suo eccentrico zio gli ha lasciato un piccolo albergo in una remotissima (e non ben identificata) isola siciliana. Particolarità dell’hotel è avere accanto una fonte di acqua termale, ragione per cui gode di una piccola e cosmopolità clientela di habituées.
Thomas è il tipico trentenne un po’ anestetizzato nelle emozioni. Vive nell’agio, ha qualche soddisfazione professionale, una fidanzata inglese goffa e gentile, ma si macera nella nostalgia di un amore perduto. Sta anche per disinteressarsi dell’alberghetto ereditato ma una serie di circostanze lo costringono a fare i conti con la realtà del lascito. Ad andare sull’isola e gestire la faccenda.
La nostalgia, riguardo alle cose, alle persone e alle sensazioni perdute è il tema del romanzo. Lo stile di scrittura è molto ricercato, rende piacevole e coinvolgente la lettura. La trama principale è arricchita da innumerevoli digressioni su dettagli e personaggi di contorno, ben delineati. Peccato però che alla fine il lettore si aspetterebbe qualcosa di più, una svolta, un piccolo coup de theatre o anche solo che le belle e raffinate descrizioni fossero finalizzate a sostenere un contenuto narrativo più denso.