L’amore e l’orrore della deportazione nel lager. Il sentimento umano più bello e puro ma anche la passione per la letteratura, la poesia, l’arte. E dalla parte opposta, la mancanza di libertà, la violenza e i soprusi. Questo contrasto è descritto in maniera forte e coinvolgente in Compito per domani, di Nicolae Dabija, un classico, ma anche un best seller, infatti è il libro più letto negli ultimi anni in Moldavia.
Tradotto in diverse lingue, ne è uscita recentemente la versione italiana. E in questo momento, dove il populismo sta dilagando, è importante leggere una storia che racconta gli orrori del despotismo staliniano ma anche la grande resilienza che nasce nel cuore di ogni individuo in difesa della propria dignità.
La vicenda inizia nel 1940 a Poiana, in Romania, in una classe del liceo dove il giovane professore di letteraratura, Mihai, sta facendo lezione. Parla con entusiasmo di un poeta la cui effige è appesa nell’aula, ma la sua spiegazione viene bruscamente interrotta dalla polizia staliniana che irrompe in classe per “liberare il popolo”. E nella frenesia di inculcare “la nuova verità” nelle menti degli studenti toglie dal muro il ritratto del poeta a cui sostituisce quello di Stalin. Il giorno dopo però la fotografia del leader viene vandalizzata e la colpa attribuita al giovane professore che non collabora per scoprire l’irrispettoso colpevole. Così Mihai viene processato in tutta fretta, in modo assolutamente kafkiano, e condannato senza appello. La pena prevede 25 anni di lavori forzati in Siberia, il giusto castigo per “raddrizzarlo”.
Il giovane insegnante viene è deportato e inizia la sua discesa all’inferno, nel gulag. L’autore è bravissimo nel descrivere una realtà allucinante dove fra gli schiavi costretti ai lavori forzati ci sono molto intellettuali del Paese, personaggi scomodi e ribelli che devono essere umiliati e annientati. Un ritratto di una brutalità senza sconti per ricordare che i campi di lavoro staliniani hanno mietuto più vittime di quelli nazisti.
Le pagine del romanzo scorrono fra le descrizioni drammatiche della vita nel lager, nei rigori del clima siberiano e, per contrasto, la dolcezza di un sentimento nato nel cuore di una studentessa del liceo, Maria. Una ragazza che, innamorata del professore, lascia la sua famiglia per seguirlo, per cercarlo, sperando di trovarlo vivo.
Sorretta dalla caparbietà e l’irragionevolezza dell’amore.
Compito per domani è un romanzo che descrive la fragilità umana di fronte ai grandi avvenimenti storici, ma genera anche un monito di speranza e forse dovrebbe essere letto dai più giovani, per far conoscere i patimenti dei popoli dell’ex Unione Sovietica, su cui la nostra conoscenza è ancora piuttosto nebulosa. E soprattutto far riflettere sul pericolo delle intolleranze razziali.