Il vino mi è sempre piaciuto. Ma quando una ventina di anni fa è diventato contagioso il wine testing, cioè l’arte di degustare, con il fiorire di tutti gli espertoni che prendevano il bicchierone e annusavano, annuivano, confutavano (il più delle volte senza capirne nulla ma scimiottando un comportamento alla moda) decisi, per reazione, di bere birra.
Per questo motivo scoprire questo piccolo manuale scritto dalla mia amica Barbara Summa mi ha fatto un immenso piacere. Leggendolo sono riuscita a riconciliarmi con il buon vino. Barbara, sommelier e quindi avrebbe potuto infierire, è riuscita invece ad affrontare l’argomento in un modo estremamente competente evitando la presupponenza degli antipatici esperti (di cui sopra).
Ha scritto infatti questa guida nel suo stile più tipico, divertente e coinvolgente, riuscendo però a fornire tutte le informazioni, anche le più tecniche, sulla cultura del vino italiana e straniera.
Racconta di vitigni, di amore per la terra, dei vari tipi di uva e anche degli abbinamenti ideali fra il vino e il cibo.
E ci aiuta anche a decifrare le etichette, spesso bellissime ma alquanto sibilline, ci parla dei solfiti, del significato della denominazione e anche della differenza fra DOCG e DOC.
Poi spiega, proprio in maniera affettuosa come promette il titolo del libro, anche i fondamentali della degustazione: come scoprire aromi e colori, riconoscere un buon vino e costruirsi un sistema sensoriale che aiuti a bere meno e meglio.
Perchè infatti sentirsi degli intenditori non vuol dire aver scovato la scusa perfetta per inciuccarsi, significa piuttosto usare i nostri sensi per apprezzare e riconoscere il vino di qualità.
Quindi questa guida, potrebbe essere interessante anche per gli astemi curiosi, quelle persone gentili che di solito dopo una serata alcolica, guidano l’auto e riportano tutti a casa sani a salvi.
(Anche se in Romagna dicevano “guida poco che devi bere!“)
Questo mi sa proprio che lo metto nella wishlist !
E fai proprio bene! 😀
Patrizia come sono contenta che tu abbia colto l’idea fondamentale: il vino è un prodotto meraviglioso, se penso a tutto quello che può andar male in tutto il processo di produzione sembra quasi un miracolo che ci siano tanti bravi viticoltori che riescono a fare vini unici, buonissimi e che ti aprono un mondo se ci prendiamo il tempo di assaporarli. Possono piacere o non piacere, ma per me, da ex astemia, lo spartiacque è stato proprio capire che c’ è un metodo per conoscere meglio i propri gusti e indirizzare così i nostri consumi goderecci. Spero di vederti a una delle degustazioni che faremo a Milano il 19 e 20 novembre.
Certo, verrò senz’altro 🙂