“La fissazione culturale per la magrezza femminile non è solo un’ossessione per la bellezza, ma un’ossessione per l’obbedienza femminile… Le diete sono il sedativo politico più potente della storia delle donne: una popolazione di pazzi tranquilli è una popolazione più facile da manipolare”, così scriveva/profetizzava Naomi Wolf, già all’inizio degli anni ’90, nel suo storico manuale “Il mito della bellezza”. E questa citazione si trova in Girl R-evolution- Diventa ciò che sei, di Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva, già autore di numerosi manuali dedicati ai genitori. Questo libro è per un pubblico molto difficile da raggiungere, le adolescenti che frequentano (anno più-anno meno) la scuola media. Quelle ragazzine che affrontano i momenti più delicati della loro crescita e si sentono stritolate fra i messaggi ambivalenti dei media, le raccomandazioni dei genitori e “le regole” dei social. Le stesse che hanno smesso di ascoltare, hanno sempre l’auricolare, si chiudono in camera e la loro autostima è direttamente proporzionale ai “mi piace” che ottengono con le foto che postano.
Gli anni della scuola media sono il Vietnam dell’adolescenza e uscirne sani (sia per le madri che per le ragazze) non è impresa da poco.
Il manuale di Pellai può essere d’aiuto perchè in uno stile molto colloquiale e divulgativo affronta quelle problematiche, che gli adulti tendono a minimizzare, ma per le ragazzine oscillano fra il dilemma e il dramma. Si parla di accettazione di sè, di dieta, di cyber bullismo, di amore e anche di sesso. (Impagabile il test da fare per capire se è arrivato davvero il momento per provare a fare sesso).
Pellai racconta della sua esperienza di padre, cita fatti di cronaca, frasi di personaggi celebri, dati statistici e offre considerazioni scientifiche. Non nega la discriminazione fra i sessi:
“I maschi vengono stimolati a sviluppare un corpo possente e muscoloso: insomma, la loro bellezza è declinata nella direzione della potenza e della forza. E in effetti, l’altro sesso non ha così tanti problemi con la propria immagine, non ha tanta urgenza di perdere peso, non è penalizzato dal fisico quando cerca un posto di lavoro. L’ideale estetico proposto alle donne, al contrario, tende sempre a sottrarre: meno peso, che significa anche meno forza, meno energie, meno equilibrio. Dimagrire fino ad arrivare a un IMC sottopeso vuol dire, a volte, non accumulare energia sufficiente per far fronte a tutti gli impegni di una giornata, sentirsi di frequente affaticate e deboli, metterci il doppio del tempo e delle energie per conquistare un obiettivo. Forse, il falso mito di bellezza=magrezza nasconde in parte anche il desiderio che il genere femminile resti debole…”
Ma esprime un messaggio molto positivo per le giovani lettrici: offrendo anche l’esempio di mini biografie di donne forti che hanno lottato per raggiunger i propri obiettivi, per realizzare i propri sogni e ce l’hanno fatta alla grande.
Bello lo cercherò e lo proporrò a mia sorella madre quasi disperata di una tredicenne in fase di estrema ribellione.
Potrebbe aiutarla 🙂