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La bugia delle stelline - Extramamma

La bugia delle stelline

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Fino a qualche tempo fa, ero ingenua: mi fidavo delle recensioni dei film sui quotidiani, contavo le stelline e sceglievo con serenità la pellicola da vedere. Ultimamente però ho avuto anche troppe conferme che queste benedette stelline vengono assegnate con criteri che hanno pochissimo a che vedere con il valore e la piacevolezza del film. I critici raramente stroncano un film dove il protagonista/il regista/ la casa di produzione sono importanti, ultima conferma di questa triste tendenza è stato A Royal Weekend che racconta la storia della visita nell’estate 1939, dei monarchi inglesi, Re Giorgio VI e la moglie Elisabeth nella casa di campagna del Presidente Roosevelt.
Obiettivo della visita avere la promessa che gli USA aiuteranno l’Inghilterra nel secondo conflitto che sta per scoppiare in Europa.
Re Giorgio, papà dell’attuale sovrana Queen Elizabeth, era balbuziente e il meraviglioso film dello scorso anno Il discorso del Re ci aveva magistralmente raccontato la sua storia. Perciò oltre alle stelline in abbondanza, per pubblicizzare A Royal Weekend hanno scritto addirittura che si trattava della continuazione ideale del film che l’anno scorso ha vinto l’Oscar. Credo che al critico cinematografico, autore di questa affermazione, sia cresciuto il naso a dismisura, come succede ai bugiardi, infatti A Royal Weekend è tutto tranne che un capolavoro. Anzi è veramente deludente, nonostante la bravura di Bill Murray che interpreta in Presidente e la simpatia delle gag, nell’intimità della loro cameretta, delle coppia dei reali inglesi. A parte questi momenti ironici il resto è noia. Noia condita anche da un po’ di insofferenza e fastidio: Mr. President (come più o meno tutti i grandi uomini politici di potere) era un donnaiolo, seppure in sedia a rotelle, gli piace molto farsi trastullare nei prati fioriti attorno alla sua regale magione.
Fra le fortunate dell’harem del Presidente c’è la protagonista femminile del film, cugina di quarto grado con poca personalità.
Una tardona che lo ama, soffre dei tradimenti, ma è sempre disponibile quando lui ne ha voglia. Bel modello femminile del piffero!
Sono uscita dal cinema pensando con rimpianto agli anni’90 e a Monica Lewinsky che almeno ha fatto scatenare il putiferio.

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10 Replies to “La bugia delle stelline”

  1. Noi non lo abbiamo visto, perché ci era sembrato un po’ ‘così’ già seguendo il ‘provino’ al cinema. Dopo aver letto la tua recensione, credo proprio che risparmieremo gli otto euro a testa…
    Ciao!

    1. Ci avete azzeccato io invece, proprio perchè ho amato tanto Il discorso del Re e perchè mi piace Bill Murray mi sono fatta abbindolare!

    1. Hai ragione, volevo e dovevo aggiungere i complimenti per la fotografia, però ho scritto il post ieri sera tardi, e di corsa, e sono stata un po’ cialtrona 🙁

  2. noooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo
    e io che mi pregustavo il film dopo aver visto il trailer
    sigh sob snif :'(
    comunque ho di recente acquistato un libro – di Einaudi, mica pizza e fichi – reclamizzato come il romanzo che ha ispirato Dowton Abbey. persino con la celebre Abbey in copertina. una sòla pazzesca, sgmata dopo cinque pagine e vabbè, pazienza, avrei superato la delusione se il romanzo fosse stato tale e minimamente decente. invece no, una palla mostruosa e scritto anche così, così.

  3. ehm, ho messo troppe ooo.
    comunque volevo aggiungere una cosa. la moglie di Franklin Delano, la tostissima Eleanor, aveva notoriamente altri gusti.
    adesso non so se gli altri gusti le sono venuti perché lui correva dietro alle gonnelle anche se sulla sedia a rotelle, ma sta di fatto che erano una coppia abbastanza aperta.
    ma sono stati due grandi personaggi. me li sono studiati per l’esame di storia americana… bei tempi 🙂

    1. Infatti nel film si dice che Eleanor fosse lesbica e risulta anche simpatica ma soprattutto moderna. Confermo anche il matrimonio aperto, ma la parte che mi ha innervosito è stata quella dedicata alla relazione con Daisy, la suddetta cugina di quarto grado, che all’inizio sembrava una donna quieta ma arguta, poi invece con il procedere della storia la sua personalità si è annacquata, diventando senpre più passiva (e pallosa).

      Fico il tuo esame di storia americana, io invece con il diritto mi sono sempre fatta due discrete palle, meno male che c’è stato il Lombroso a ravvivare un po’ 😀

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