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Contro la violenza alle donne - Extramamma

Contro la violenza alle donne

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Il peggior nemico delle donne è il silenzio. Il silenzio e la vergogna. Perchè le donne vittime di violenza e prepotenze spesso non vengono allo scoperto, non denunciano i propri persecutori/aguzzini non soltanto per timore delle ritorsioni ma perchè si vergognano. Quasi che fossero loro le colpevoli. Loro che in fondo meritano di essere maltrattate. Invece bisogna parlare, denunciare e se si è in una relazione malata, darsela a gambe. Subito, alla prima avvisaglia. Abbandonare il “mostro”. La sindrome della crocerossina non paga mai. Gli uomini che picchiano le donne non si salvano con i lividi sulla pelle delle vittime.
I violenti devono risalire da soli (con l’aiuto di una terapia) dal proprio abisso.
Oggi in Italia, purtroppo, le cifre sullo stalking e sulla violenza verso le donne sono preoccupanti.
Una delle cause è senz’altro culturale: il rispetto verso le donne non è uno dei punti più forti della nostra realtà, l’immagine femminile è troppo spesso svilita (evito di ripetere le solite frasi su quello che ci vomitano addosso in tv e nella pubblicità) e l’aumento dell’indipendenza femminile è indigesta a molti. Perchè troppi mariti separati diventano violenti? Quarant’anni fa i matrimoni non si sfasciavano perchè le donne sopportavano molto di più. Ora le donne sono più forti e dicono basta davanti a un’unione che le rende infelici. Sfidando rischi di ritorsione, infatti ci sono uonini che vivono la fine di un matrimonio come un affronto e incapaci di rielebarare l’evento reagiscono applicando la legge del più forte. Con la violenza. I fatti di cronaca sono la triste testimonianza di questi eventi.
E la crisi economica che stiamo vivendo non aiuta certo a coltivare equilibrio e serenità. Ma la mancanza di rispetto verso le donne non è legata al ceto sociale, purtroppo è trasversale: i picchiatori sono anche abbienti, laureati e di buone letture. Un po’ di tempo fa per un’inchiesta sul settimanale femminile dove lavoravo, avevo intervistato una signora, sui 45-50 anni, che mi aveva raccontato la sua storia.
Per un certo periodo aveva avuto un compagno meraviglioso, un uomo di una decina d’anni più giovane di lei, un brillante manager divorziato, l’amante che tutte vorrebbero. Passionale, tenero e generoso. Questo nei primi tempi. Dopo qualche mese, quando il legame si era fatto più saldo, la trasformazione: con scuse banali cambiava improvvisamente umore, diventava violento e la picchiava. Poi, “affranto” chiedeva scusa. Lei perdonava e dopo qualche settimana di pace, un nuovo “incidente”. Più il tempo passava più gli incidenti erano ravvicinati. Alla fine questa donna, con l’autostima sotto i tacchi e la pelle martoriata, non ce l’ha fatta più ed è riuscita, con grande sofferenza, a mandarlo via.
Mesi dopo, ha scoperto che questo verme era un picchiatore seriale, ha conosciuto un’altra donna, della stessa età e simile a lei, che aveva avuto lo stesso genere di relazione con quell’uomo. Anche lei picchiata e calpestata per i motivi più futili. Nessuna delle due l’ha denunciato per vergogna. Probabilmente questo essere immondo è ancora in giro a far danni. Forse. Chissà quali fantasmi aveva lui nella testa. Chissà come era sua madre, che traumi ha avuto da piccolo per diventare così. E il padre era, per caso, un puttaniere?
Per far diminuire il numero di personaggi così orrendi ci vuole una rivoluzione culturale ma anche l’impegno dei genitori perchè i picchiatori di domani sono i bambini di oggi.

Questo post partecipa al blogging day contro la violenza organizzato da AIED.

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7 Replies to “Contro la violenza alle donne”

  1. Approvo in pieno, ancora una volta noi genitori abbiamo un grande peso, noi mamme di maschi ad insegnare il rispetto verso le donne e noi (il bello di essere bi-mamma di sessi diversi) mamme di femmine a esigere il rispetto e come dici tu non immolarsi sul tavoliere del io ti salverò.

  2. Terribile quest’idea di possesso della donna, che molti uomini hanno e manifestano spesso con atti violenti.
    E angoscianti, invece, la ‘sopportazione’ e i silenzi di tante vittime.

    1. Perchè si instaura un meccanismo perverso per cui la vittima si sente in parte complice del suo carnefice, purtroppo.

  3. Anche io approvo e sottoscrivo. E quando posso ne parlo anche a scuola, ai miei giovani adulti così come alle mie giovani bambine.

  4. Infatti, le mie figlie mi hanno anche raccontato che spesso anche i bambini a scuola fanno battute discriminatorie sulle donne, vengono stoppati dalle insegnanti, ma chiaramente ripetono il pensiero di qualche adulto.

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