Giovedì sera dopo la presentazione c’è stata una cena molto interessante in un ristorante nei Sassi, per raggiungerlo fra gradini e scalette ripide molte signore con i tacchi hanno rischiato la frattura ma alla fine ce l’hanno fatta quasi tutte.
Uno sei filoni più amati dal pubblico in libreria sono i gialli, perciò il tema della serata era il thriller. Fra gli ospiti, il medico legale Francesco Introna che intervistava gialliste come Cristina Cattaneo, autrice di Certezze provvisorie, a sua volta medico che pratica autopsie.
Quando studiavo giurisprudenza ero affascinata dal diritto penale e ho scelto di dare l’esame di medicina legale con allegria. Peccato che fosse luglio, facesse un gran caldo e le pagine da studiare mi mettessero una tale angoscia che perdevo la forza e non riuscivo neppure a tenere il libro in mano.
Di tutt’altra pasta invece la Cattaneo: è giovane e carina, ma veramente tosta, ma mi hanno detto che a volte cercandola al telefono risponda con nonchalence: “Un attimo, lavo il cadavere e ti richiamo”.
Poi c’era Margherita Oggero, qui in veste di giallista con il suo romanzo L’amica americana, che ha spiegato la differenza fra strozzare e strangolare.
Uno dei temi trattati è stato “il delitto perfetto”, gli esperti hanno suggerito l’avvelenamento con le erbe, più difficili da stanare durante le autopsie, consigliato il cetriolo di mare. (just in case)
Ma l’aspetto più interessante del Women’s Fiction Festival è senz’altro La borsa del libro, che si tiene al Convento delle Monacelle, un edificio costruito nel 1594 dove venivano tenuto praticamente in frigo le secondogenite delle famiglie più ricche della zona. Le poverette venivano rinchiuse nelle celle del convento come pezzi di ricambio nel caso in cui alle primogenite maritate succedesse qualcosa. Vale a dire, se la sorella maggiore moriva c’era la minore che veniva estratta dalla cella del convento e data in sposa al vedovo ancora in garanzia!
La borsa del libro è una specie di speed dating di dieci minuti dove aspiranti scrittori e scrittrici possono avere un tete à tete con gli editor delle più importanti case editrici per presentare una sinossi del loro romanzo e lasciare eventualmente il manoscritto.
Incontrare di persona un editor è molto più efficace che inviare il manoscritto alla casa editrice (l’editor della Sperling & Kupfer ha dichiarato che a loro ne arrivano un centinaio al giorno!).
Dalle passate edizioni del Festival sono state pubblicati libri come Il conto delle minne di Giuseppina Torregrossa e La circonferenza delle arance di Gabriella Genisi. Quindi questi incontri possono essere davvero un buon escamotage.
7 Replies to “Matera (seconda parte)”
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Grazie per la ricettina dei cetrioli di mare, la terrò di conto…
🙂
Dani
sono contenta di esserti utile: tu fai tante cose con le erbe!!!
Detto nulla sulle foglie di oleandro? E’ un po’ che medito una frittata (al forno così è più leggera….) con foglie di oleandro….
Tutto il festival sul giallo? Ok, mi trasferisco.
Comuqnue in quanto fiera appartenente alla schiera delle secondogenite aborrrrrro la pratica della cella-frigo e PRETENDO almeno un vedovo di bella presenza (così al limite so come usare, e su quale pezzo della famiglia, il cetriolo di mare).
Ma se le primogenite non schiattavano che fine facevano le secondogenite??? 🙁
Tatti
anch’io sapevo delle foglie di oleandro e avevo alzato la mano, ma non mi hanno cagato 🙁
Rocciajubba
erano tempi duri e a Matera non c’è il mare e neanche tanti oleandri poverette!
Eligraphix
immagino che si incattivissero…di bestia!
sarà per questo che è vietata la raccolta????