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Da vergognarsi - Extramamma

Da vergognarsi

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Forse sto tornando lentamente alla normalità. Non voglio illudermi ma spero sia così.
Dopo due mesi di follia, di stanchezza, di notti insonni con un frullio costanti di pensieri in testa, forse finalmente posso fare un passo indietro e tornare nel mio guscio.
I semi li ho gettati, il libro avrà il suo destino e io posso riprendermi la mia vita. Ho lavorato come una matta, trascurato la mia famiglia, il blog e le amiche virtuali. Mi sento in colpa, anche se ho avuto moltissime manifestazioni di affetto che mi hanno stupito e lusingato, ringrazio tutti ma ora rientro dignitosamente nel bozzolo.
In questa nuova e speriamo duratura dimensione, l’altro giorno ero sdraiata sul letto a chiacchierare con Anita. Era molto piacevole, siamo partite commentando un libro di Jacqueline Wilson che sta leggendo e abbiamo ampliato la conversazione ad altre confidenze. Alla fine il tema era: la peggior figuraccia che ci è capitata.
Fortunatamente mia figlia non aveva granchè da raccontare, a me invece è venuto in mente un episodio che avevo seppellito nella memoria da tantissimi anni. E anche dopo tutto questo tempo la vergogna è stata forte.

Quando ho inziato a lavorare come giornalista mi occupavo soprattutto di moda e di musica. Così un anno sono andata al festival di Saint Vincent (credevo fosse stato soppresso ma ho visto su Google che c’è ancora).
In quel periodo abitavo a Londra e forse ero andata direttamente in Val d’Aosta senza passare da casa dei miei. Non ricordo bene, comunque dovevo avere problemi con il bucato. Senz’altro li avevo anche con i soldi, perchè ero freelance e perennemente al verde. Perciò mi ero accorta di essere a corto di mutande e non potevo permettermi di far lavare le mie cose all’hotel. Così avevo lavato slip, tanga e culotte e li avevo appesi ad asciugare a random, un po’ ovunque in camera. Non c’era molto spazio cosi avevo astutamente utilizzato anche la spalliera di una sedia.
La sera dopo era accaduto il fattaccio quando ero scesa nella hall dell’hotel con una mia amica e collega.
Doveva essere giugno ma eravamo in montagna e faceva freddino, così avevo portato con me il giubbotto di jeans. L’avevo buttato con nonchalance sul divano dove ero seduta a bere e chiacchierare.
Qualche minuto dopo la mia amica aveva cominciato a ridere e mi aveva indicato tre, quattro paia di mutande di pizzo sparse sul pavimento del salone. Le mie.
Ancora umidicce erano rimaste attaccate all’interno del giubbotto e da me trasportate inavvertitamente e sparse nella hall. Volevo morire. Nonostante fossimo in confidenza, non me l’ero sentita di confessare la verità alla mia amica.
Mi vergognavo troppo, con una risatina nervosa avevo detto che dovevo andare in bagno.
Invece ero tornata indietro fino all’ascensore per verificare se ci fossero altri miei slip disseminati come i sassolini di Pollicino. Niente, forse li aveva già presi qualche discografico feticista…

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25 Replies to “Da vergognarsi”

  1. mi sono ribaltata dal ridere….quasi come accorgersi di essersi sedute tutte figa nella sala d’aspetto di una nota oculista e dopo un’ora accorgersi di avere la maglia a rovescio….visto che c’erano solo due donne presenti l’ho sfilata rimanendo in reggiseno e lo rimessa dritta 😉

  2. E’ strano e piacevole al tempo stesso tornare alla normalità dopo l’esperienza galvanizzante della promozione del proprio lavoro…
    bentornata. (bellissima la storia delle mutande, lol)

  3. mamma mia che ridere 🙂
    la risatona prima di andare a dormire ci voleva proprio! sei troppo forte.

    notte…

  4. eccezionale! 😀 mi hai definitivamente sollevato la serata!! ma non ho capito: quelle nella hall le hai abbandonate, come hai fatto i giorni seguenti? le hai comprate o ci sono altri capitoli della saga che svelerai pian piano … 😀 buonanotte!

  5. Io ci sono talmente abituata alle figure di M che ormai non ci faccio neanche più caso… 😉

  6. complimenti!!!! 🙂 ma poi li hai raccolti quelli sparsi? cmq se mi concentro anche io ne trovo, di figure del caiser, quindi consolati!!!! e buon ritorno alla normalità! baci!

  7. Muahahahah!
    Io muoio ancora al pensiero di una dichiarazione d’ammmmore che mi costrinsero a fare alla mia iniziazione al campo scout…e anche al pensiero che molto probabilmente il soggetto interessato era il figlio del mio futuro capo nell’azienda dove ho alvorato 7 anni!

  8. Agrimonia
    ahahahah! anche tu non scherzi e hai forse il dna della stripper?
    Valma
    ho letto il tuo post e sì in giro c’è gente proprio strana!
    Soleil
    sai che ti avevo pensata proprio ieri? tele-blog-patia? Grazie del commento, adesso devo riprendere i miei giri di blog e tornare da te ^–^
    Daniela
    Grazie! Con il tempo che fa si poteva continuare a dormire anche tutta la giornata oggi!

  9. Alle
    bene, sono contenta di tenerti allegra!
    SIlvietta
    No, non mi ricordo di aver comprato altre mutande (ma neppure di essere andata senza) penso che il girono dopo fosse quello della partenza e così ho rimediato con le superstiti rimaste appese in bagno!
    Giulia
    allora facciamo parte dello stesso club!
    Maria Chiara
    No, no, non ho raccolto nulla troppa vergogna!
    Nel cuore dei sapori
    anche tu???
    Rocciajubba
    non male anche la tua! 😀 Poi più si è giovani, più ci si vergogna! ma lui com’era? Un gran figo?

  10. eheheh le ho guardate ed ho detto “tanto siamo tra donne” sfilandola è tornata dritta e l’ho rinfilata subito….una dopo non mi ha salutata..chissà perchè boh!

  11. Troppo forte!!!! Ah Ah Ah Ah!!!!!! Certe cose è giusto che accadano solo per il gusto di poterle raccontarle e far ridere il prossimo!!!!!!

  12. Ma la amica-collega non aveva capito che erano tue?
    Oppure non ti sei accorta che avevi qualche altro paio di mutante attaccate al giubbotto?
    Varrebbe quasi la pena di lanciare una moda 😀

  13. da non crederci!
    figura degna di Silvia direi 😉

    cmq sei sempre mitica!

  14. D
    sì concordo con te, raccontarle è la parte migliore!
    LGO
    hai ragione, il giubbotto con la mutanda pendula! In questa era di smutandate/i potrebbe essere un business vincente 😀
    Bismama
    certo, sorella!!!
    Mammalellella
    era la mia SIlvia-inside che stava formandosi!
    Francesca
    infatti 😀
    Luviluvi
    adesso sono diventata seria e non lo faccio più!

  15. Che meravigliosa storia!
    Io al funerale in una chiesa importante gremita di persone ho seminato assorbenti!! Chiusi ovvio, ma comunque non lasciavano dubbi. Stavo tirando fuori i fazzoletti per asciugarmi le lacrime. Poi però ho pianto di vergogna. Li ho raccolti alla velocità della luce quando mia figlia me li ha fatti notare. Il morto era lo zio di mio marito, un sacerdote molto conosciuto, per fortuna con un gran senso dell’umorismo!

  16. Viola
    Grazie della statuetta!
    Mannu
    e se andassimo in giro insieme io e te? La famosa coppia mutanda e assorbente: praticamente imbattibile! Per me troviamo anche gli sponsor 😉

  17. Dev’essere bello però lanciare il proprio lavoro, faticando non poco perché possa partire col piede giusto, e poi osservare il suo percorso, sapendo comunque di aver fatto tutto il possibile, nonché del proprio meglio, per favorirne il cammino. Sono soddisfazioni! 🙂 Credo che ogni mestiere possa regalare momenti simili, ma personalmente non riesco ad immaginare niente di meglio di veder pubblicato e, soprattutto, apprezzato un mio libro! *-*

  18. Grazie Antonella, per la comprensione e il supporto! Sei molto gentile 🙂

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