L’altro giorno ho fatto il panbanana: era la prima volta ed era veramente delizioso. Così buono che la mattina seguente me lo sono finito tutto da sola. Mentre lo gustavo pensavo che le banane sono un frutto proprio buono. In famiglia Sant’ e le ragazze sono delle appassionate mangiatrici di banane, mentre io sono sempre stata un po’ freddina con questo frutto.
Ripensandoci me ne chiedevo la ragione. Poi un ricordo mi ha fulminato e il Freud che è in me mi ha illuminato…
Quando ero piccola andavo a trovare mia nonna a La Spezia. Mia nonna non era una persona normale, era sempre piuttosto burbera e arrabbiata. Sembrava anche che i bambini non le piacessero troppo.
Un giorno mia nonna ed io stavamo andando all’outlet della banana, dove vendevano le banane a pezzi. Forse perchè a quei tempi c’era meno benessere, forse perchè le banane arrivavano con le navi, a La Spezia c’era questo strano negozio di fruttivendolo, dove si potevano comprare banane a prezzi competitivi, perchè non erano l’intero frutto ma solo pezzi di banana. Probabilmente quelli che si erano salvati nel trasporto. Funzionava così: le parti nere, ammaccate, venivano buttate e rimanevano le altre, quelle integre da vendere.
Mentre ci avvicinavamo al negozio, mia nonna mi dice:
“Vedi quel bell’appartamento lassù?”, indicando le persiane delle finestre dell’ultimo piano dell’edificio dove si trovava anche l’outlet delle banane.
“Quell’appartamento non lo vuole più nessuno, perchè l’anno scorso c’è stato un omicidio. Il marito ha fatto fuori la moglie e il suo amico. Li ha proprio fatti a pezzi”
“A pezzi?”
“Si, sì, proprio a pezzi. Come le banane”, probabilmente la sfortunata similitudine è stata fatta da mia nonna per rendere il concetto più assimilabile e infatti è riuscita perfettamente nello scopo.
Avrò avuto 4-5 anni e mi sono rifiutata di andare a comprare le banane quel giorno.
E da allora sono sempre stata un po’ restia a ingozzarmi di banane. Ma mi sono appassionata alla cronaca nera.
26 Replies to “Dis-comfort food”
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Amo il tuo modo di scrivere 🙂
Ank’io amo il tuo modo di scrivere.
Povere banane, protagoniste innocenti di un terribile ricordo. Spero tu abbia rimosso il blocco perchè le banane sono buonissime!
@Mammafelice e Chiara
Grazie!!! Mi illuminate la domenica :-))
@Marlene
Credo di aver rimosso finalmente…a quei tempi certo non ci si preoccupava dei traumi infantili e forse nemmeno della carenza di potassio che magari una vita senza banane potrebbe acuire 🙂
Pensa che io ne mangio tante di banane per comodità: non devo sbucciarle, si tengono in mano facilmente, e mi saziano molto… Dimmi tu se è un criterio per scegliere la frutta…
che stranezza quel negozio! 😉 meno male che adesso hai trovato il modo per far pace con le banane…
io mi sono rovesciata addosso un succo di pera all’asilo e la suora mi ha tirato un ceffone….sono passati 40 anni ma il succo alla pera nn l’ho più mangiato
come sempre fantastica!!
sono tornata e ho letto tutti i post arretrati, sei mitica!!!
Emma con gli occhiali é molto ma molto carina!!!! baci!!
Banane a pezzi? Tu e la nonna, la cronaca nera (a proposito di cadavere in pezzi nei navigli!), tutto perfetto, una straordinaria sequenza di eventi, tipo fare filotto a dama. Extra, questa storia è in assoluto una vera chicca! grande, ciao!
@Valewanda
magari un nutrizionista sarebbe un po’ deluso ma rende molto l’idea della mamma acrobata che deve lavorare, badare ai figli e mangia nei ritagli di tempo 😀
@Agrimonia
hai ragione era fruttivendolo mooolto strano, non per niente aveva come cliente mia nonna!
@Emily
hai condiviso appieno il concetto di discomfort food, Sant’ aveva il pesce, troppi bastoncini findus all’asilo!
@Alle
bentornata e grazie! :-))
@Mannu
allora ti piaccio un po’ Agatha Christie???
A proposito la storia del cadavere a tranci nel Naviglio ha accaponato anche me! Non ne hanno più scritto però…e ti ricordi il padre-padrone messo “poi” nel freezer dalla famiglia (moglie e figli) a cui aveva stracciato le balle per anni??
LOL…ma che ridere!
ps: ho seguito il tuo consiglio e mi sto appassionando alle storie di Ruth Rendell! Poi la scrivi anche tu una bella storia di sangue?
Avvisaci quando presenterai il libro in uscita, mi raccomando. Ciao
Ho l’impressione che questo sia solo l’inizio … il sacco dei ricordi “strani” è aperto…. aspetto il seguito ;-P
P.S.: Le banane a pezzi però mi hanno messo una sottile inquietudine… mi sa che oggi mangerò mele ed arance… ;-D
Questa sembra decisamente una scena degna del miglior Tarantino.
ciao amica…….x il nostro pranzo ancora in sospeso propongo banane allora.. che ne dici ?
bellissimo racconto, Extra! mi sono scompisciata!
grazie
@Mammacattiva
oramai sono passati due giorni, ma ti giuro che proprio prima di leggere il tuo commento ti ho pensata!!!! E poi sei apparsa… se ci specializzassimo in Lourdes e affini?
@Mannu
mi fa molto piacere che tu stia gustando Ruth! Scrivere un giallo è difficile, ci sono delle regole di struttura che senz’altro io cappellerei! Cmq il mio libro esce il 4 maggio e mi sbatterò un po’ a promuoverlo quindi quando vengo vicino a te, ci veremo :-))
M di Ms
la tua cultura cinematografica trapela…trapela 😀
Lisa
no dai adesso organizziamo qualcosa di meglio!
Silvietta
grazie!!!
Mannu
“vedremo” non “veremo”…altro che giallo, neanche più i verbi azzecco!
ciaooooo!!! visto sono qui…. 😉
cara extra…anche io non ho una gran passione per la banana. Soprattutto da quando sono diventata mamma di un bambino che la mangia tutti i giorni e me ne lascia pezzi puzzolenti ovunque. Sì puzzolenti, non sopporto l’odore della banana. In macchina poi non ne parliamo…
Certo che tu hai un trauma infantile coi fiocchi alle spalle! Complimenti!
Però niente panbanana per me quando verrò a romperti le scatole a casa tua per un caffè dopo che mi diventi famosa col libro, ok?
grazie.
@Beta
hai ragione i blog sono come il lettino dello psicanalista e tirano fuori tutti i traumi precedenti!
@Mammalellela
😀
@Worldwidemom
allora niente bananaparty for you???
ahahahaha beh dai, almeno nn si tratta di aragoste!!!
da quando sono bambina non amo mangiare le pere così come bere i succhi di frutta alla pera. cercherò di andare indietro con la memoria e di ricordare qualche possibile evento spiacevole associato a questo frutto. 😉
mammasidiventa
Emily
mia nonna ti sarebbe piaciuta, voglio dire forse indagando bene doveva avere qualche liason con gli antenati di tua suocera!
@Amalia
Un mistero che devi assolutamente risolvere: scegliti una golosità a base di pera, o meglio con un delicato profumo di pera, assapora piano, vai indietro nel tempo e ricorda…..
Quei racconti ‘innocenti’ che possono raggelare!
Ho letto la ricetta del banana-cake… Potrei provarla anch’io, un giorno o l’altro, senza avvisare nessuno… (perché, sono sicura, il consorte avrebbe qualcosa da ridire…)