Ieri sera mi sono infilata nel letto di Emma durante il rito della buonanotte. Anita era al piano di sopra del letto a castello e ha sospirato, dicendo:
“Che brutto diventare grandi!”
Ho rizzato le orecchie e risposto: “Perchè? Cosa c’è che ti spaventa?”
“Niente, ma è una gran pizza…”
Emma era sulla stessa lunghezza d’onda e ha precisato: “Sì è una pizza perchè devi andare al Fasdac…pagare le bollette… conoscere le strade… è terribile”
“Il Fasdac? Ma non tutti gli adulti devono andarci…solo il papà perchè se non riempie quei moduli, i rimborsi delle spese mediche continuano a non essere presi in considerazione…”, ho risposto mentre l’odio per questa associazione con cui lotto da anni, cercando di farmi rimborsare visite specialistiche che inesorabilmente rimbalzano. Non vengono prese in considerazione perchè c’è sempre qualche cavillo che mi fotte.
“Fasdac? Ma ci sono cose più difficili nella vita, ragazze…”, ho mentito con disinvoltura.
“Beh, il Fasdac non è una di quelle piacevoli”, ha precisato Emma.
“Comunque vi capisco, anch’io alla vostra età pensavo che da grande non sarei mai riuscita a comprarmi un firigorifero…”, ho confessato.
“Scusa, ma comprare un frigorifero è facilissimo”, mi ha spiegato Anita. “Vai in un negozio di elettrodomestici e lo scegli…”
“Era una metafora: scegliere un frigorifero, vuole anche dire avere una casa, mantenersi. Avevo paura di quello”
“E’ vero! Pensa io non so neanche cosa voglio fare da grande”, ha ammesso Anita.
“Neanch’io, però mi preoccupa pagare le bollette, essere obbligata a fare cose che non sono divertenti”, ha concluso Emma, a cui ultimamente piace avere l’ultima parola.
“…e anche andare al Fasdac…hai ragione tesoro, buonanotte”, due baci e sono uscita dalla loro camera pensando che ho senz’altro sbagliato qualcosa nella comunicazione domestica.
Forse mi sono lamentata troppo delle cose che dovevo fare.
Ho senz’altro rotto troppo a Sant’ perchè andasse al maledetto Fasdac: dovrò rilassarmi e darmi una calmata. Ma almeno non ho parlato delle cose più gravi e difficili della vita, perchè di queste le ragazze non hanno paura.
Indipendentemente da quello che puoi avere detto tu, trovo che sia assolutamente normale, per loro, avere queste paure.
Io ci pensavo spesso: ma come faranno a ricordarsi di pagare le bollette? e come si fa a imparare a guidare?
Tutto mi smebrava gigantescamente difficile (e noioso!).
Ehm… in effetti lo è!
Quando si ha un'infanzia felice, è bello provarne nostalgia e desiderare di prolungarla il più possibile.
Ancora una volta mi sembra che questa sia solo la giusta espressione di quanto tu sia stata brava a rendere felice questa prima parte della loro vita.
Domani la vita per loro sarà meno complicata, perchè avranno acquisito quella dose di felicità e di forza necessarie a risolvere tutti i problemi del mondo.
p.s.
Puoi dire ad Anita che nemmeno io ho ancora deciso cosa fare da grande? 🙂
Mi ricorda la sottoscritta alle elementari: in un temino scrissi che avrei voluto che mio papà non fosse sempre occupato con "l'IVA" (che non era un'amante, ma la dichiarazione dei redditi) e avesse più tempo di giocare con me. Da grande ho poi scoperto che la dichiarazione dei redditi si fa una volta all'anno (e di sicuro non era la maggiore occupazione del mio genitore), ma da piccola mi sembrava sempre occupato con quelle scartoffie…
Mi fai pensare…
Guardando i miei genitori, ho sempre desiderato innamorarmi e costruirmi una famiglia mia. E di questo sono loro riconoscente.
Vorrei che anche per i miei figli fosse così: vorrei avessero una bella infanzia, ma anche una bella immagine delle nostre vite e la voglia di diventare grandi.
Bisogna che cominci a lamentarmi un po' meno :-/
Andrea ieri è andato a scuola per l'ultimo giorno: quest anno, per l'ultima volta (dato che l'anno prossimo sarà I elementare), la nonna lo porta in vacanza con sè un po' prima della fine della scuola. Ha salutato per l'ultima volta la maestra della scuola materna, ha salutato per l'ultima volta gli amici come compagni della scuola materna, è uscito da quel cancello per l'ultima volta… Poi è tornato a casa, si è fissato per un attimo a guardare la sua immagine riflessa nella finestra… ed è scoppiato a piangere. Si è voltato verso di me, e mi ha detto "io non voglio crescere, voglio ridiventare piccolo…"
Mi sa che ci sono state troppe "ultime volte" nella sua giornata…
Ciao carissima,che buffo proprio oggi ad un compleanno parlavo con un'altra mamma di questo argomento.
Oggi per Aj era l'ultima giorno di scuola perchè questo fine settimana partiamo. Lui ci va volentierissimo anche se soltanto per due ore ogni mattina. L'anno prossimo diventerà un "orso medio2 e così questa mattina glielo ho detto. "No Mamma io non voglio diventare un orso medio, voglio rimanere un orso piccolo!" Mi ha detto. E non è la prima volta che mi fa capire che non è interessato a diventare grande. Poi ci sono dei momenti in cui è invece orgoglioso di crescere. Quando corre al muro a misurarsi o è orgoglioso di riuscire a fare qualcosa che prima non sapeva fare. Ma ne sono felice. Significa che è felice.
E in effetti chi li puù dare torto a questi bambini-ragazzi di oggi?
é bnormale che abbiano paura e non vogliano crescere, con tutto quello che si pretende che facciano, sappiano e le responsabilità dove le mettiamo? ma noi a 10/12 anni eravamo come loro? no, eravamo piu' sbarazzine, meno adulte, ecco il problema, io purtroppo o per fortuna , dipende dai punti di vista, sto combattendo e cercando in tutti i modi di far crescere Cris in un ambiente protetto, e in parte ci sto riuscendo, ma so che prima o poi dovrà uscire, ma al momento sono felice che goda della sua età…
MI SONO DIVERTITA! GRAZIE, io sono già avanti, ovvero sono vecchia, ma sempre mamma!
Ciao a tutte, sono Moma del mercatinodeipiccoli e mi affaccio in questo blog per la prima volta…quindi innanzitutto piacere di conoscervi 🙂
Ho trovato fra i vari post che questo fosse molto interessante.
Innanzitutto è vero, penso che bisognerebbe lamentarsi meno con i figli, ma penso altrettanto che questo sia più che umano. Che i figli non debbano caricarsi delle ansie dei genitori ma neanche crescere pensando che sia tutto facile e che sia tutto rosa e fiori. Le ansie e i problemi esistono ed è bene, senza esagerare, che i figli lo sappiano.
A extramamma vorrei dire che forse le sue figlie non sono tanto preoccupate per i moduli che dovranno compilare da grandi ma forse la loro sofferenza deriva dal fatto che per svolgere queste attività i genitori debbano "assentarsi" e non si possono dedicare a loro. Ma anche questo fa parte della vita e i bambini impareranno a sentirsi amati da altri momenti!
E infine devo confessare che mio figlio maggiore (4 anni compiuti ieri) ha il problema opposto…ha fretta di diventare grande. Allora forse ho sbagliato qualcosa anche io. Forse da quando ha avuto un fratellino (2 anni appena compiuti) l'ho fatto sentire troppo responsabilizzato.
Quando ieri lo festeggiavamo si è arrabbiato dicendo che lui ne ha compiuti 5 e che il prossimo anno ne farà 6…sintomo che ha fretta di crescere! Ed è un peccato perchè dovrebbe godersi un'infanzia che non tornerà più (ma questo lui non lo sa)