Dopo l’11 settembre Bush, negli USA Bush ha inaugurato la politica della paura. generando ansia e insicurezza nella popolazione per poter governare meglio. Nel nostro piccolo anche noi mamme siamo gestite così dai media: quasi ogni giorno leggiamo notizie che ci rendono più insicure, spesso ci terrorizzano e ci fanno sentire particolarmente vulnerabili. Mettersi in discussione è importante, ma vivere sempre in preda ai timori è letale. Ieri sul Corriere della Sera, nel settore salute c’era un articolo su sostanze inquinanti che come il bisfenolo A, addittivo del policarbonato e i ftatalati (entrambe presenti negli oggetti e accessori di plastica) che sono in grado di alterare l’equilibrio ormonale. Di chi? Di tutti e in particolare dei bebé al di sotto degli otto mesi di vita, che potrebbero subire ripercussioni nel loro sistema riproduttivo. Terrorizzante, come sostiene la prestigiosa rivista americana “Pediatrics” anche perchè queste maledette sostanze, invisibili e inodori, sono tutt’intorno a noi e al mondo dei neonati. I ftalati, materiali aggiunti al PVC per renderlo più malleabile, sono già stati messi sotto accusa tempo fa e trovati soprattutto nei giocattoli made in China, ma si trovano in mille altri prodotti, come cosmetici, articoli per l’igiene dell’infanzia, nella carta da parati, nei rivestimenti delle auto, ecc. Il bisfenolo A invece è usato nei biberon di plastica e si attiva soprattutto con le bevande calde e quando il contenitore è particolarmente usurato. Quindi biberon di vetro e sempre nuovi. Ma i timori serpeggiano comunque ovunque, anche per chi come me, oramai in casa non ha più tettarelle e biberon. (Ma che dire dei contenitori Tupperware?). La mia ultima paura non riguardava la plastica ma era più psicologica, a proposito dell’ansia da separazione di Emma. Mia figlia ha sette anni e mezzo ma al momento della buonanotte, il rito dei saluti sta diventando sempre più lungo e complesso. Temevo fosse anche un po’ schizoide. Alla sera da noi va così: la mia secondogenita è sotto le copertine. Si spegne la luce, si accende la rana-lampada che diffonde una luce verde e soffusa. E si comincia: “Dormi bene Emma tesoro…(seguono due parole amorose che ometto per dovere di privacy)…ci vediamo domani, parliamo di tante cose. Patto!(E ci si dà la mano). Bacio che rimane (un po’ più affettuoso del solito bacio base, che di solito è veloce)”. Se per caso si sbaglia una parola o la sequenza di queste, è necessario ricominciare da capo. “Patto” poi si fa anche come saluto quando si va a scuola. Con il papà, ed Emma ha tentato di instaurarlo anche con Anita, ma mi sono opposta. Ho chiesto un parere a una mia amica psicologa che mi ha detto di non preoccuparmi. Il rito della buonanotte è importante. Emma non soffre di turbe particolari. Magari dobbiamo sveltire un po’ sulla formula magica di commiato, ma non bisogna sopprimerla. Ho sospirato di sollievo ma poi ho pensato: “Non lo dirà solo perchè è mia amica?”
ansia da separazione