Un po’ di anni fa, quando era uscito Una mamma da URL questo blog aveva molto traffico, ero contenta e vivevo un po’ in una bolla strana di soddisfazione e incredulità. Scrivevo e raccontavo con un approccio molto personale.
Ero ottimista e pensavo che il mondo, e soprattutto il web, fosse pieno di persone meravigliose e disponibili.
Poi un giorno, in questo delizioso stato d’animo, sono andata alla festa di fine anno della seconda media di Anita.
La scuola aveva un giardino, l’aula di mia figlia era a piano terra, così l’allestimento di cibo e beveraggi vari era stato disposto all’aperto davanti alla porta finestra dell’aula. Era un caldo pomeriggio di fine maggio e tutto sembrava andare per il meglio.
I ragazzi, dopo aver fatto il pieno di varie schifezze alimentari piene di coloranti e additivi (quelli che le madri comprano al discount per risparmiare, sperando che li mangino solo i figli degli altri), si erano dileguatiimboscati al largo tra alberi e aiuole, mentre padri e madri si intrattenevano, chiacchierando amabilmente.
C’era ovviamente anche qualche insegnante che prendeva parte alle conversazioni e tutto sembrava procedere per il meglio.
A un certo punto una prof (della nostra classe di una materia minore che non avevo mai incontrato) e una supplente (che conoscevo di nome ma non di persona) si sono avvicinate, mi hanno chiesto se fossi la madre di Anita e mi hanno domandato di seguirle all’interno.
Mia figlia era una delle più brave della classe per cui, nella mia nuvola di benessere da blogger famosa, che pubblica anche un libro, ho subito acconsentito con piacere, immaginando che volessero coinvolgermi in qualche meravigliosa attività genitori-insegnanti.
Invece appena dentro l’aula un po’ buia, nell’intimità del nostro trio, mi hanno aggredito verbalmente. Dicendo che avevano letto il blog e non dovevo permettermi di scrivere certe cose su di loro!
Sono caduta dal classico pero e ho chiesto di cosa stessero parlando.
La più vecchia, più aggressiva, mi ha rinfacciato un post che secondo lei era critico nei suoi confronti. E un altro che riguardava la supplente. Mi hanno intimato di cancellarli.
(Alla faccia della libertà di espressione, fossi stata negli USA avrei potuto invocare il Quinto Emendamento, ma al momento ero troppo basita e spaventata anche solo per fare la battuta!)
Ho provato a obiettare che stavano sognando o meglio male interpretavano, ma la prof si è arrabbiata ancora di più e ho pensato che potesse anche arrivare a menarmi.
Impaurita, allora sono scappata dall’aula e tornata fra gli altri genitori che, ignari e tranquilli, conversavano sorseggiando prosecco e sbocconcellando pizzette.
Ero così scioccata che non ho denunciato l’agguato a nessuno. La situazione mi sembrava troppo assurda per essere raccontata. Mi avevano rovinato la festa e l’umore.
Oramai al mio palato le pizzette sapevano di cacca e invece del prosecco avrei dovuto bere litri di assenzio per stordirmi e calmarmi.
Ho cercato allora di scappare dalla festa il prima possibile.
Non ho raccontato nulla a mia figlia che doveva trascorrere ancora un anno in quella scuola.
Non sono andata a dirlo alla preside che immaginavo avesse problemi più grossi da affrontare.
Ho solo chiesto un parere legale a Silvia che ho visto il giorno dopo a Roma, quando sono andata a presentare Una mamma da URL, mi ha rassicurato. Non avevo nulla da temere.
Però comunque ho impiegato sei anni prima di aver voglia di fare outing e raccontare questa disavventura!
8 Replies to “Pro e contro della fama da blogger”
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ossignore, ma ti prego. comunque ogni tanto ne capitano di cose strane nella vita strana da blogger… a me di meno perché racconto i fatti degli altri che sono famosi e quindi c’è il solito “diritto di cronaca”, ma una volta un tipo mi ha spedito una foto di un gioiello dicendo che era sua, invece no era di un libro di un tizio belga che mesi dopo ha visto la foto e minacciato vie legali se non l’avessi tolta.
Eh sì, tu hai un rischio più allargato: tutta la schiera di mitomani che credono di essere aristocratici 🙂
Però fico il signore belga che ti minaccia in francese! Che chic!
QUELLA presentazione a Roma ❤️
Avevo proprio bisogno di amiche di conforto, anche non legale :), e ti ringrazio ancora!
Poverina! A me invece è successo di dover andare dell’insegnante e dirle di non andare a spifferare ciò che leggeva sul mio blog in calesse che mio figlio ci rimaneva male, un giorno sì è messo pure a piangere. L’ho persino bloccata su Facebook
Anche la tua maestra da prendere a sberle!
Hai fatto bene a bloccarla 🙂
Certo che un po’ di coda di paglia le due prof ce la dovevano avere però per comportarsi così… o confermi che ne avevi scritte di cotte e di crude su due misconosciute!
Io invece qualche anno fa, ad un incontro con l’autore in biblioteca, dove il 90% erano maestre (fra cui quelle dei miei figli) mi sono sentita chiedere chi fosse la mamma-blogger fra il pubblico. L’autore sapeva da un’amica comune che ci sarei stata e improvvisamente la mia identità segreta era evaporata. Fortuna che non avevo mai scritto niente di che sulle maestre (anzi) essendo il mio un craft-blog… per fortuna.
No, non avevo scritto nulla di male, solo che c’era stato un litigio fra ragazzini, senza specificare in quale ora, con quale insegnante e probabilmente la prof si è sentita colpevole di non aver saputo tenere la classe mentre nell’altro caso (in una occasione diversa) avevo raccontato con autoironia di essere entrata, per sbaglio, dalla porta finestra della classe anzichè dalla porta e la prof (l’altra) mi aveva guardato strano.
Post totalmente innocui, non mi sarei mai permessa di criticare sul blog il loro operato.
Invece per quanto riguarda la tua avventura, peccato che sia sfumato l’anonimato (che è sempre comodo) però forse era un sorta di omaggio alla tua fama 🙂