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La deontologia e il contatore del gas - Extramamma

La deontologia e il contatore del gas

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In questi giorni le uniche cose di cui parlano i giornalisti (tra loro) sono i crediti.
Come gli studenti nelle ultime settimane di maggio che calcolano e parlano solo delle loro medie, per capire se riescono a sfangarla e non prendere un debito, i giornalisti (italiani) calcolano e sommano quanti crediti hanno, quanti crediti possono avere, come fare per agguantarne un po’ di più. Tutta questa ansia perchè in seguito a una direttiva comunitaria, tutti gli iscritti agli ordini professionali, da quest’anno, devono fare corsi di formazione, che danno diritto a crediti che sono necessari per non essere espulsi dall’Albo. Sessanta crediti in tre anni, nel primo anno almeno quindici, altrimenti ciccia, sei fuori. Non sei più nell’Ordine dei giornalisti. Il tuo sudatissimo esame di stato te lo puoi ficcare in quel posto. La tessera con le scritte dorate, che ti fa entrare gratis ai musei, la puoi usare come sottobicchiere.
E allora?
Qualche giorno fa ho chiacchierato con una collega, dura e pura, che continuava a dirmi:
“Cosa me ne frega? E io mi faccio espellere!”
“Non credo succeda niente di apocalittico”
“No, perchè è uno schifo…è diventato un business”
In effetti, una norma che in teoria è sacrosanta (la formazione è essenziale per essere sempre aggiornati) è stata strumentalizzata per ragioni di business. Tutti i giornalisti professionisti devono assolutamente avere i crediti: dai direttori all’ultimo dei collaboratori. Alcuni corsi, tenuti da improbabili ed improvvisati esperti, costano centinaia di euro e i pochi corsi gratuiti sono tutti strapieni, da mesi, e visto che si avvicina la fine dell’anno non rimane altro che dare l’assalto ai corsi on-line.
Così mi sono iscritta anch’io sul web al corso di deontologia professionale.
Potevo ottenere dieci crediti, se riuscivo a passarlo, attraverso quattro esami.
Ero abbastanza ottimista: etica, diritto di cronaca, obblighi dei giornalisti. Che ci voleva?
Una lontana laurea in giurisprudenza ce l’avevo, l’esame di stato l’avevo fatto. Mica era matematica!
Peccato che siano passati più di vent’anni dai tempi dei miei studi e nel frattempo sia stato necessario emanare un sacco di regolamenti, decreti per arginare la spazzatura irrispettosa che ci viene propinata dalle notizie di tutti i giorni.
Dopo brevi lezioni video, il corso prevedeva dei quiz, dove si dovevano azzeccare le risposte al 90%.
Nei primi tentativi riuscivo a indovinare solo il 70% e quindi mi sono intestardita a provare e riprovare.
Sul piano etico azzeccavo quasi sempre le risposte perchè pensavo a quello che esce sui giornali e in tv e mettevo la risposta il più lontano possibile dalla realtà e zac! Indovinavo. Diabolica!
Poi è suonato il campanello di casa.
Al momento sbagliato, quando ero oramai all’87% dei risultati corretti.
Non potevo perdere la concentrazione, a un passo dal traguardo!
Ma il campanello continuava a suonare. Ecchecavolo!
Imprecando sono andata al citofono.
“Buongiorno, sono il tecnico del gas”
“Signola fuoli”, per liberarmene ho pensato di fingere di essere qualcun altro.
“Non importa, sa dov’è il contatore?”
“Non so”, ho cercato di accentuare il mio accento cinese.
“E’ sul balcone?”
“Non so”, ho chiuso in fretta la conversazione.
Sono tornata ai miei quesiti deontologici, piuttosto orgogliosa della mia astuzia.
Dovevo scoprire quale fosse l’articolo che deroga i giornalisti dal segreto professionale, altro che contatore del gas.
Ho memorizzato un po’ di risposte e dopo altri due tentativi, finalmente ho passato l’esame. Ho urlato di gioia.
Poi nell’euforia della promozione, ho deciso di fare un break e portare fuori Lola.
Proprio quando ho aperto la porta di casa mi sono trovata davanti non uno, ma due, tecnici del gas con un nuovo contatore in mano e un atteggiamento molto assertivo.
“Signora solo pochi minuti”
Con un cenno della testa, li ho accompagnati sul balcone.
Ho cercato di parlare pochissimo, temevo che scoprissero che ero io la colf.
Ma è andato tutto bene.
Cinque minuti dopo avevo un contatore del gas nuovo e dieci sfavillanti crediti professionali nel mio curriculum on-line.

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6 Replies to “La deontologia e il contatore del gas”

  1. Beata! Io ho mollato il colpo perché continuavo a fare due errori. Però mi sono sorbita un bel corso sul Medio Oriente e sulle fonti (3 ore dico 3) e ne ho guadagnati 5. Che fatica! Io spero in un condono 🙂

    1. Cara compagna di sventura, sul condono la vedo dura 🙁
      Mi sono già arrivate le mail di pubbliciyà dei corsi del prossimo anno!

  2. Complimenti per il contatore nuovo…. ed anche per i crediti! Sei uno spasso quando scrivi, peccato che tu qui scriva poco ^_^

    1. Sei troppo gentile….comunque il contatore sfavilla!!!

  3. Sei una sagoma tu a pensare questa ipotesi
    (sarebbe stato un bel casino:) )

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