…tra il lavoro in Pretura e gli esami all’università, ho cominciato ad andare a Londra e qui per matenermi ho fatto tra l’altro:
-la guardarobiera in un club alla moda. Di solito stavo in una specie di grotta sotto l’ingresso a ricevere giacche e cappotti, ma un giorno è arrivata la mia grande occasione: dovevo sostituire la maschera, la persona che controllava i biglietti all’ingresso. Arrivava un sacco di gente più o meno famosa, per cui ero particolarmente eccitata dall’incarico.
A metà serata chiedo a una tipa il biglietto ma lei mi guarda schifata e urla:
“I’m a coconut!”
“????”
Poi si è diretta come una furia verso la cassiera sbraitando e chiedendo del manager.
Era isterica e gridava: “Kid Creole and the coconuts!”
Non l’avevo riconosciuta e così dalla sera dopo sono tornata a dar via giacche nascosta nella grotta.
-Dopo questo successo nel mondo dello showbiz ho cominciato a fare la commessa, un’occupazione che mi ha dato parecchie soddisfazioni. Vendevo vestiti firmati, potevo indossarne alcuni durante la giornata, avevo colleghe simpatiche, non mi ammazzavo di fatica e lavoravo a Covent Garden. Proprio nel cuore della città. Un sabato pomeriggio verso l’ora di chiusura, qualcuno ha rubato due vestiti e tre maglioni. Non era la mia zona del negozio per cui non mi sentivo responsabile, così ho potuto gustare appieno il momento in cui il capo della boutique ha ordinato:
“Chiamiamo Scotland Yard!”
Troppo fico, mi sembrava di essere in un telefilm.
Invece per loro era solo il commissariato di zona, visto che il quartier generale era a due isolati di distanza.
-Quando ho imparato bene l’inglese, sempre nell’ambito della moda, ho cominciato a fare l’interprete. Niente di ufficiale, lavoravo solo per persone che conoscevo e probabilmente ero pagata molto meno delle tariffe standard. Un giorno aiutavo un mio amico che produceva scarpe (era il momento del boom delle Church) a trattare con il responsabile di un’azienda calzaturiera in un paese in mezzo al nulla, nell’Inghilterra del nord. Avevamo viaggiato un sacco da Londra per trovare questo posto. Arrivati a destinazione, dopo le presentazioni e i primi preamboli ci hanno invitato al ristorante. Ero contenta perchè avevo una fame incredibile.
A tavola i due businessmen hanno cominciato a parlare di lavoro e naturalmente dovevo tradurre. Uno mangiava, l’altro parlava e io traducevo. Poi parlava l’altro e l’interlocutore mangiava.
Insomma continuavano a mangiare e a parlare, mentre a me toccava tradurre velocemente.
Hanno discusso un sacco senza sosta. Sviscerato un milione di dettagli.
Non ho avuto tempo di assaggiare nulla. Piatti fumanti e appetitosi mi passavano sotto gli occhi mentre dovevo parlare, parlare, parlare di cuio, tomaie e stringhe. Sono uscita dal ristorante ancor più affamata. Per loro è stato un incontro molto soddisfacente. Il mio amico imprenditore ha cominciato poi a vendere delle scarpe inglesi molto belle. Mentre io ho capito che, probabilmente, gli interpreti professionisti hanno sempre un panino nella borsa.
Bello, mi sto appassionando a questi tuoi racconti di vita vissuta, mi piacciono, continua per favore
Ma wow!!!! Ti prego ti prego ti prego, ancora puntate sulla swinging London!!
… ancora ancora…
😀
ehmm… non ho capito cosa vuol dire “coconut” !!
Suppongo che le noci di cocco non c’entrino molto…
Lo sai che dopo ti toccherà sceneggiarlo, vero? 🙂
Quella del curriculum è stata una idea di post davvero carina, mi fa molto ridere l’idea di te nella grotta/guardaroba….
piacciono anche a me da morire i tuoi racconti di vita. aspetto il seguito…
Grazie per l’apprezzamento 🙂
non so come dirvelo…ma SORRY non avevo previsto altre puntate!
Gloria
probabilmente tu sei troppo giovane ma per saperlo ma alla fine degli anni ’80 c’era questo gruppo che si chiamava “Kid Creole and the coconuts!” facevano una musica un po’ caraibica e quindi la noce di cocco ci stava benissimo 🙂
http://kidcreole.com/
Adesso ti tocca continuare Extra…mica ci puoi lasciare con te a Londra e un panino nella borsa….;)
io non vedo l’ora di buttare fuori dal nido le figlie, che si facciano un po’ di… ossa nel mondo. secondo me qualcosa da fare lo trovano, se si mettono con buona volontà (spero!!)
ma che vita emozionante! dai, dai continua a raccontare che vogliamo sapere tutto il resto
MAQ
sono d’accordissimo con te, anch’io non vedo l’ora che iniziino (??) a guadagnarsi la pagnotta!
Marina M
intuisco una leggera ironia 😀 D
ancora, ancora e ancora..sto leggendo il tuo libro….:)
Bene, spero ti diverta!
Adesso ti tocca scrivere un altro libro…autobiografico!