L’ispirazione per questo post mi è venuta leggendo recentemente il romanzo Stupore e tremori di Amélie Nothomb che racconta la sua giovanile e tragicomica esperienza lavorativa presso una multinazionale giapponese a Tokio.
Provenendo da una famiglia modesta, con la quale ho sempre avuto rapporti non propio idilliaci, sin dalla tenera età di sedici anni ho cercato di rendermi indipedente lavorando.
-Vivevo in Romagna e le prime esperienze sono state quelle di bracciante agricola: fragole, pesche e uva. Sembra la ricetta di una macedonia ma era un lavoro durissimo, ben pagato ma da fare per un paio di settimane al massimo perchè altrimenti schiattava. Tutto bene a parte un po’ di orticaria sugli avambracci dovuta alla peluria delle pesche gialle.
-A diciotto anni il salto di qualità: inserviente in una colonia di Pinarella di Cervia. Sono andata con un’amica, per tre settimane. Pulivamo i bagni, le camerate e scodellavamo i pasti. Però eravamo contente perchè alla sera finito il turno andavamo a ballare per tutta la notte e nessuno poteva controllarci.
I bambini erano pestiferi e spesso ci stupivano facendoci trovare intere pagnotte infilate nei water. Poi nella camerata ce n’erano due con problemi di enuresi notturna, noi non sapevamo neanche cosa fosse, ci infastidiva solamente trovare il letto bagnato. Così abbiamo smesso di rifarlo a quei due. Questo ci ha marchiate per sempre.
L’anno dopo abbiamo rifatto la domanda per tornare a lavorare e ci è stato risposto che eravamo sulla lista nera delle inservienti, non saremmo mai più state assunte a pulire in nessuna colonia.
-Quando mi sono iscritta a Giurisprudenza, ho cominciato a cercare lavori attinenti ai miei studi. E così ho ottenuto quello che oggi si chiamerebbe “stage” (però retribuito): tre mesi in Pretura come assistente dell’ufficiale giudiziario. Lavoravo in ufficio solo al mattino ed ero quasi sempre da sola. Una pacchia. Peccato che un brutto giorno mi abbiano dato da fare un conto, un rendiconto, una somma di spese. Dovevo fare un’addizione lunghissima con una calcolatrice. Ho pensato ingenuamente: “Che sarà mai? Mica la devo fare a mano, ho finito il liceo scientifico, ho copiato la prova di matematica all’esame, questo sarà un gioco da ragazzi!”
Illusa, le maledette cifre mi beffavano, la somma non veniva mai uguale. Proprio come la povera Amélie nel romanzo. Ho provato e riprovato per una settimana e alla fine ho dovuto dare la somma all’ufficiale giudiziario dicendo: “Dovrebbe essere questo il risultato, ma anche no!”
Voglio raccontarvi anche la mia esperienza di commessa, bigliettaia in discoteca e interprete…adesso faccio la casalinga e devo andare a fare la spesa!
e la laurea??
vabbeh… mi sa che ho capito :))
dai dai, però, finisci di raccontare, appena puoi…
Hehheheehe, anche io ho fatto mille cose ma devo ancora laurearmi…sei romagnola dunque, sono felicissima, amo l’Emilia Romagna, è una terra meravigliosa! Ciao!!
Ah…io ho fatto decine di cose. Ma tutte che in curriculum non fanno, come dire, “esperienza”. argh!
Stupore e tremori è divertentissimo, anche l’altro, quello fuori dall’ufficio, la storia con il giapponese, che avviene in contemporanea. Anche le tue storie sono divertentissime, ohh là, il pomeriggio parte bene, ciao
Valepi
perchè pensi male? L’ho presa la laurea, non in matematica naturalmente 🙂
Mannu
ho appena finito di leggere quello della storia d’amore con il ragazzo giapponese, l’ho scoperta così la Northomb, mi piace molto! sono contenta di condividere con te 🙂
Bismama
forse non si possono vantare in un cv serio ma sono cmq esperienze (più o meno) formative!
Love and books
grazie 🙂 vedrai che ti laurerai, se ce l’ho fatta io…
Beh, però a Cervia ti sarai divertita alla grande. E’ il paradiso di ogni ragazzo!
vistodalei.splinder.com
Maronn, mi fai ripensare a tuuuutte le mie esperienze pseudo-lavorative: per fortuna la memoria non mi assiste!
Arianna
sì quello era il lato positivo del ripescare le pagnotte dal water 🙂
DaniVS
dai fai un post anche tu sulle tue passate experiences…ho fatto anche l’artigiana, creavo e vendevo portavasi, poi più tardi orecchini 🙂
Anch’io sono passata per le colonie estive, ma in qualità di assistente (poveri fanciulli, soprattutto quelli ‘curati’ quando avevo 16 e 17 anni!!!).
E pure io, in una delle tanti esperienze, a Pinarella di Cervia…
Buffo, eh!
Cautelosa
è il destino cara…prima o poi dovevamo incrociarci 🙂