Concludo con questa ultima triste storia la trilogia delle mie disavventure culinarie.
Dopo la sciagura del crumble e la disgrazia dell’hummus eccovi l’incidente della terrina di verdure.
Tanto è l’accanimento del destino contro di me quando sperimento in cucina che ho pensato che potrei aprire un blog per documentare i miei insuccessi. Potrebbe fare tendenza. Un capolavoro trash. Sarebbe l’esatto contrario di tanti eleganti food blog che ci sono in giro. Potrei anche postare le foto degli obbrobri che creo, ma forse sarebbero immagini troppo crude e deprimenti.
Un paio di settimane fa ho visto su un giornale un’accattivante ricetta: verdurine grigliate e sovrapposte come una raffinata lasagnetta. Nella foto le verdure erano belle, colorate e allegre, la preparazione era catalogata come facile, le calorie solo 230 a porzione. Ancora ricordo con nostalgia uno sformatino tricolore, genere un po’ mousse che avevo mangiato a Londra negli anni ’90, una roba buonissima, la mia madaleine di Proust, una delizia che non sono più riuscita a ritrovare e mai a preparare. Il mio cuore vegetariano quindi davanti alla ricetta del giornale ha avuto un palpito. Perciò ho strappato la pagina con determinazione e il giorno dopo sono andata, piena di entusiasmo, al super a comprare 1 peperone giallo, 1 rosso, 2 melazane, 3 zucchine, 1 pomodoro occhio di bue e un mazzetto di basilico.
Il contenitore rettangolare da plumcake, richiesto dalla ricetta, l’avevo, gli albumi e il grana pure.
Poi per dieci giorni mi sono sentita in colpa, aprendo il frigorifero e vedendo i due peperoni e la melanzana. Allora li ho spostati in un ripiano più basso, in una posizione un po’ nascosta così non stavo male pensando di non aver il tempo di preparare la favolosa terrina.
Venerdì nel tardo pomeriggio mi sono decisa.
Oramai i peperoni erano quasi fuori tempo massimo, la melanzana si stava pericolosamente ammorbidendo e le zucchine erano diventate un po’ tristi. Mentre per il basilico purtroppo era già troppo tardi…
Nella preparazione della ricetta c’era scritto 35 minuti… più il riposo. Ho scoperto subito che in realtà per fare le cose bene, cioè secondo le indicazioni, ci voleva un tempo lunghissimo: grigliare i peperoni nel forno mezz’ora, poi lasciarli raffreddare, poi togliere la pelle e i semi…grigliare le altre verdure…intanto dovevo anche preprare la cena…
Avevo la cucina piena di diversi piatti di verdure: melanzane sul davanzale, peperoni vicino alla tv, pomodori sul micronde e zucchine sul frigo. Alla fine ho messo in forno la terrina alle dieci di sera. E certo non potevo star sveglia fino alle due, aspettando che si raffreddasse per metterla in frigo. Così ha passato la notte fuori, non so se sia stato questo a rovinarla. Il giorno dopo, a pranzo quando ho rovesciato lo stampo e ho tirato fuori la terrina, non era alta come nella foto. Era bassa e aveva un colore malato, sembrava vomito compatto. Incredibilmente il profumo era abbastanza buono ma la mia creazione purtroppo era incontinente, da sotto, aveva perdite d’acqua rossastra.
Forse era la vendetta del pomodoro.
La mia terrina così brutta che ne ho assaggiato, controvoglia per non sentirmi troppo vigliacca, solo un triangolino: molloso e un po’ viscido.
Poi le ho sussurrato un lungo e doloroso addio mentre, con una lacrima e immensa tristezza, la lasciavo scivolare nel pattume, contenitore dell’umido.
Un caro addio con commozione alla compianta terrina di verdure,
ci ricorderemo per sempre del suo molle pomodoro… sig!
e c’è chi dice che cucinare rilassa…
ciao e buon inizio settimana
Chiara
:-)) Anche se non sei vegetariana, hai comunque avvertito la tragicità del’evento, grazie!
Mannu
buona settimana anche a te; alla fine mi rilasso di più con il cassetto delle verdure vuoto in frigo, è triste ma vero!
ti dico una cosa sottovoce….il pomodoro si chiama cuore di bue…l’occhio di bue è l’uovo in padella 😉 da ora in poi penso che gli esperimenti verranno bene…ormai hai completato la trilogia….
Agrimonia
Grazie della correzione, che figura di cacca!
Si vede che sono una pessima cuoca 🙁
Povero bue usato come testimonial!!!
Quando poi una si chiede: perchè cucino sempre le stesse cose? Voglio un po’ di fantesia, voglio provare una ricetta nuova…. Ecco, in quei momenti penso alla tua terrina (e alle mie terrine) e mi godo la pasta al pomodoro.
Le foto, ci devi far vedere le fotoooooo!!!!!Ti prego!
ciao annalisa
Annalisa
sei un po’ sadica, questa non è roba da gourmet ma piuttosto da medicina legale!
Oh mamma
l’hai detto: pasta al sugo uber alles :-))
Una prece.
E comunque la tua idea dello skifing-blog culinario è strepitosa: conta pure su di me per materiale sempre.. umido?
Grazie Dani, dell’incoraggiamento e sull’umido penso di essere a posto, a meno che non migliori….ma non impossibile!!
mi fai tenerezza!! ma gurada che anche io ogni tanto faccio schifezze, leggi le chiacchiere, ma anche altre cose, pero’ dai deve essere premiata la buona volontà…
comunque dalla prossima andrà tutto bene, non c’é due senza il tre no?
Dai consolati: difficilmente i piatti vengono bene al primo tentativo. Bisogna provare e riprovare, aggiustare i quantitativi…ti consiglio di riprovare. Non darti per vinta…non è da te!
Alle
sei troppo buona :-)) …non ci sarà mica anche il quattro a fxxxxermi??
Titti
mi dai una speranza: io ero per il tutto bello subito. Qui e ora…il capolavoro!
ma noooooooo, dai, devi rifarla! subito!!! rimonta in sella! certamente le verdure vecchie di dieci giorni non hanno aiutato, in cucina ci vuole pazienza e determinazione. Dai, ce la puoi fare.
PS forse il liquido rosso era anche dei peperoni … sono tremendi
Momsinthecity
tu la sai lunga…non sospettavo i peperoni…cmq grazie della fiducia 🙂
cara!!!!!!!!!!
abbiamo anche questo in comune e anche io una volta ho pensato “se ci apro un blog fa tendenza!”
bellissimo sto post, ho troppo riso e mi sono sentita meno sola 😉
Non sapevo che avessi anche tu questa dote, che bello condividere anche questo!
Un giorno o l’altro dovrò scrivere anch’io di qualche mia performance culinaria… da manuale.
Come quella volta in cui, volendo preparare una pizza di quelle in scatola, tagliai alla rovescia la busta con l’indicazione della quantità d’acqua da aggiungere alla farina, con il risultato di trovarmi davanti una pappetta molliccia che finì direttamente nel tubo di scarico… Per fortuna il consorte, di fronte al mio avvilimento, non ebbe l’ardire di commentare con sarcasmo…
Ragazzi ne facciamo di tutti i colori… Però l’importante è provare non pensate???