Leggendo questo post mi sono ricordata che anch’io tanti anni fa, avevo sbagliato spogliatoio…
Emma aveva due anni e Anita cinque, quell’estate avevamo affittato una casa sul Lago Maggiore, tra Stresa e Baveno. Non era un momento facile della mia vita. Mio padre era malato terminale e in famiglia lo sapevo solo io. Era luglio, Sant’ lavorava a Milano e veniva nei week end. Non avevo la baby sitter. Il tempo era pessimo, pioveva sempre. Con due bambine piccole la situazione era poco allegra: acqua nel lago e acqua dal cielo. Avevo appena tolto, con insuccesso, il pannolone a Emma e non facevo altro che lavare mutande, pantaloncini e calzini.
In questa stupenda cornice vacanziera avevo preso una decisione epocale per salvaguardare la mia sanità mentale: iscriverci per un mese alla piscina di un grande albergo di Baveno. Veramente le piscine erano due: una coperta e una scoperta nel prato antistante il lago, utilizzabile solo nei rari giorni di sole.
A me attizzava molto quella coperta: sfiancavo le bambine con corsi di acquaticità fai-da-te e alla sera ronfavano che era un piacere. Poi c’erano i teli da bagno puliti dell’albergo da usare a volontà. Quelli non li dovevo lavare io e mi facevano veramente impazzire di gioia. Avvolgevo Emma in due-tre teli con grande libidine. Proprio qui, in questo disordine mentale, ho cominciato a usare lo spogliatoio degli uomini, senza saperlo. Entravo e tiravo fuori tutto dalla borsa, gridavo qualcosa alle bambine, passavo merende e biberon, mica avevo il tempo di guardare il loghino sull’ingresso! Di solito non c’era mai nessuno, però un giorno c’era un signore che mi guardava strano.
“Che vuole questo?”, ho pensato. Immaginavo che lo spogliatoio fosse misto, non certo di essere dove non dovevo.
“Anitaaaaaaaa!”
“Emma nooooo!”
“Finitelaaa!”
“Porc….!”
Eravamo così invadenti con i nostri braccioli, i vestiti, le mutande pisciate e i cracker appicicati alle ciabatte di gomma che quel signore ha solo cercato di vestirsi più in fretta possibile e andarsene.
Solo il tristissimo ultimo giorno di abbonamento, a fine mese, per caso ho guardato cosa c’era scritto sulla porta della spogliatoio e ho capito che il mio stato di rimbambimento era molto più avanzato di quanto sospettassi.
Ah Ah Ah, ma guarda che è successo a tutti di sbagliare spogliatoio almeno una volta, oppure bagno in un locale pubblico!
Un bacio.
Complimenti per il nuovo sito…. bellissimo….
Senti ma non ti posso più includere nella mia bloglist… come mai?
@Sofia
Il bagno mi manca!!! Ma considerata la lucidità avverrà presto 🙂
@Cinzia
Grazie! adesso chiedo al “tecnico” poi ti dico!!!
Com’è bello qui, nella nuova casetta! ^____^
molto carino!!!!
é capitato a tutte, non ti preoccupare!!
Bello il nuovo sito!!!!!!
Sul bagno…. solidarietà!
Io ho passato un luglio simile quest’anno. Ero nella casa di campagna di mio suocero, in mezzo al nulla, con Luca che veniva su nel weekend. Mi hanno salvato dallo sbarellamento i miei cognati, che a metà vacanza sono venuti a passare lì una settimana.
@PianoB
Grazie Tanaka, il tuo mi ha inspirato molto!!!
@Alle
Merci! Ci sono certi momenti nella vita delle mamme che potresti anche entrare nella tana del drago e non accorgertene!
@Renata
Grazie anche a te, anche per la solidarietà 🙂
@Lanterna
Cosa non si fa per far respirare l’aria buona agli infanti!
Oddio… sono spaesata dal tuo trasloco…. lo sai che non amo i cambiamenti!!!!
che bella questa grafica! ps quanto all’errore di spogliatoio.. : )))
ok…. sistemato… :-))
Buona giornata
:-)))) Io sono andata nel bagno degli uomini all’università! 🙂 Sciroccata prima ancora di essere mamma… ti figuri adesso?
Carina la nuova casina… 🙂 Auguri!
@Lisa
dai un cambiamentino piccino piccino, ci fa bene, tanto io rimango sempre la vecchia babbia che tu ben conosci!
@Bstevens
sono contenta che ti piaccia 🙂
@Cinzia
bene bene
@Nu
ihihihiihi! grazie, ti ho rispsoto anche di là!
A proposito di bagni scambiati…
Nel 2006 partecipai ad un viaggio per insegnanti con meta Berlino, due pullman con circa 80/85 signore e poco più di 10 uomini. Con questa sproporzione, l’uso dei servizi, in alcune occasioni, leggi ristoranti, era alquanto problematico e a Norimberga, durante il viaggio di andata, alla fine del pranzo e prima di ripartire, con altre signore andai direttamente in quello maschile, per evitare la lunghissima fila.
Il bagno era grande, con diversi “scomparti” e con i classici orinatoi e successe che, al momento di uscire dal servizio, scoprii che un collega ne stava appunto usando uno e dovetti rimanere all’interno fino a che il poveretto non ebbe completato l’opera…
Non so chi dei due sarebbe stato più imbarazzato…
Divertentissima questa scena! Chissà che imbarazzo anche dopo :-))
Quando Prince era piccolo e frequentava il corso di nuoto alle 17,00 lo spogliatoio maschile era invaso da mamme che aiutavano i loro maschietti a lavarsi ed asciugarsi….anzi alla fine erano i pochi adulti nuotatori a sentirsi di troppo..tu hai fatto bene visto che c’era un’unico frequentatore 😉
uauauaua che ridere!!! io però me ne frego e vado quasi sempre dagli uomini xkè anche se è più sporco c’e sempre meno fila…ma io sono una che ha una faccia tosta cosmica!
@Emily
Una donna sempre in prima linea 😀