In un commento del post precedente ho nominato mio nonno materno. Non l’ho mai incontrato, ne ho solo
sentito parlare…ecco cosa racconta di lui la leggenda di famiglia.
Mio nonno e mia nonna erano giovani e belli, vivevano a La Spezia. Erano sposati e avevano tre figlie piccole. Mio nonno però si comportava come se fosse single. Di famiglia benestante, non aveva un lavoro fisso, scriveva per i giornali locali, componeva poesie, recitava un po’ in compagnie teatrali amatoriali.
Ma soprattutto frequentava altre donne. Mia nonna non era per niente contenta. Anzi era arrabbiata nera. E a quei tempi, non aveva neanche un blog dove sfogarsi. La sua rabbia era cresciuta a tal punto che una notte mio nonno era tornato a casa dopo una solita seratina di bagordi e aveva trovato la porta di casa con la serratura cambiata. Aveva chiamato la nonna, l’aveva pregata di farlo entrare. Di perdonarlo.
Aveva giurato di cambiare ma lei era stata irremovibile e così il nonno era stato costretto ad andare via.
La nonna non l’ha mai più visto. E nemmeno le figlie.
I genitori del nonno avevano detto alla nonna che era tutta colpa sua, che aveva un brutto carattere e che avrebbe dovuto far finta di nulla, assecondare il nonno e far buon viso a cattiva sorte. La nonna li aveva mandati a quel paese. I genitori del nonno erano abbastanza ricchi perchè erano proprietari di alcuni negozi di modisteria, in uno di questi lavorava una commessa giovanissima e molto poco avvenente.
Così bruttarella che, (narrava mia nonna, ma sono sicura che fosse una sua cattiveria), quando alla sera finito il lavoro, per tornare a casa, doveva passare per una strada buia e poco frequentata, le colleghe le dicevano:
“Non prendere quel carrugio buio, qualcuno può aggredirti e stuprarti!”
“Magari!”, rispondeva lei.
Questa brutta battuta, serviva a mia nonna a per dimostrare che quella ragazza non se la filava proprio nessuno.
E invece quando mio nonno era sparito, lasciando anche parecchi debitucci in giro, era scomparsa misteriosamente anche lei.
A quei tempi non c’era Facebook, la gente non si ritrovava tanto facilmente e così il nonno si era dato allegramente alla macchia.
Molti anni dopo un conoscente l’aveva scovato a Pistoia dove viveva felicemente con la bruttarella che gli aveva dato un figlio e lavorava per mantenerlo.
Da piccola mia madre, mi incitava, chiedi alla nonna, com’è il nonno…
“Un pelandrone!” mi rispondeva lei e poi, per avvalorare, mi raccontava questa storia.
Oh ma ‘sti nonni! Il mio bis-nonno ha lasciato moglie e 4 figlie per scappare con la garzona diciottenne. Tutte le figlie hanno sposato dei vecchioni, pure mia nonna!
Potremmo passare giornate, almeno io, a scrivere e ricordare storie di nonne e nonni, storie di passato talmente lontano che sembra quasi incredibile. Invece c’erano: nonni che hanno fatto la guerra e son finiti in campi di prigionia, nonni che son finiti di stenti sopra il loro pezzo di legno (se facevano l’ebanista, come usava chiamare allora i falegnami artigiani), nonne forti e volitive, nonne pigre e remissive. Chi prosegue?
hai capito il nonno!!
e poi ti dicono sempre che una volta sì che il valore della famiglia era sacro…
invece era solo che molte donne subivano e stavano zitte a casa ad aspettare.
Direi che tua nonna è proprio una donna moderna e tostissima!
Un abbraccio alla nonna.
…….cambia il posto, cambia l’epoca, ma ‘sti maschi non cambiano mai?!…alla fine meglio perderlo che trovarlo.
Dopo aver scritto ho ripensato alla faccenda: da questo egoismo, sono scaturiti poi effetti psicologici a catena, che vi risparmio (per ora!!!) ma di cui anch’io sono stata vittima.
Come dice DESIAN, è incredibile riguardare indietro enl vissuto della nostra famiglia e “concretizzare” le avventure o disavventure dei nostri predecessori, di cui portiamo comunuque un ricordo sulla nostra pelle.
Per le RAGAZZE invece, sintetizzando, il concetto di MAIALE è purtroppo un evergreen, ma una volta era difficile avere scampo. Mia nonna ha provato, però è rimasta un po’ acida…