Non so se Obama riuscirà a estirpare certi demenziali vizi americani. O se invece, magari, sia connivente e le sue simpatiche figlie frequentino i saloni American Girl. Vale a dire i centri estetici per bambole.
In questi spazi le bambine possono spendere dai 5 ai 20 dollari per fare taglio e piega alla propria bambola, farle il buco ai lobi per gli orecchini, un manicure o un massaggio al viso (di plastica!). I saloni sono a Chicago, Los Angeles e New York e stanno avendo uno strepitoso successo. Le piccole clienti fanno la fila per strada con bambola e mamma consenziente al seguito. Si, perchè, sorry, non si riceve per appuntamento.
Da piccola ho giocato molto con le bambole e uno dei miei passatempi preferiti era proprio quello di pettinarle ma soprattutto tagliare i capelli e cercare di cambiare acconciatura. Da grande sognavo di fare la parrucchiera, ma alla fine del gioco ero sempre frustrata perchè lo styling non era mai quello che volevo. Tagliavo sempre la frangia ma quelle avevno i capelli attaccati in un certo modo e quindi ciccia! Tornava sempre la riga in mezzo o da una parte. Che rabbia! Ma ero una bambina volitiva e allora facevo il riporto e incollavo. Andavo giù pesante con il vinavyl. L’effetto era schifoso ma vincevo io. Dipingevo le unghie anche a Cicciobello e il piercing a volte diventava anche un po’ sadico. Ma almeno lavoravo di fantasia, mi divertivo e certo non spendevo e facevo la fila per far divertire qualcun’altro con le mie bambole.
Anita ed Emma invece non hanno mai giocato molto con le bambole, hanno sempre preferito i pupazzi. A Emma però da piccola è stata regalata un bambola un po’ strana che parlava e rideva. La mia secondogenita l’ha strapazzata per un paio di giorni e poi se n’è dimenticata. La bambola è finita nel dimenticatoio, o meglio in fondo alla cesta di giocattoli. Ma dopo qualche giorno ha cominciato a parlare e ridere da sola. A quei tempi mi dovevo svegliare e andare nella camera delle bambine nel cuore della notte, perchè Emma aveva sonni agitati e mi chiamava. E la bambola rideva. Forse mi derideva. Magari nel buio scontravo al cesta dei giocattoli e lei veniva scossa e si azionava. Le sue pile erano oramai scariche e quindi non si intendeva il suo mantra :”Fammi le coccole”, ma solo la risataccia sinistra. Aveva i capelli lunghi ma non ho osato sottometterla tagliandole la frangia, le ho tolto solo le pile. L’ho riposta nella cesta, ma gli occhioni blu di plastica continuavano a fissarmi e sfidarmi. Allora ho dovuto portarla nel cassonetto della Caritas.
8 Replies to “Storie di bambole”
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Cioè, volevi umiliarla e infliggerle uno dei tuoi tagli? :DDD Muoio!
Questa storia dei saloni per bambole ha un che di orripilante, n’est pas?
Scusa ma il racconto della bambola che rideva da solo nel buio della notte a me sembra una scena dei film dell’orrore!!!
E poi io ho tagliato capelli a tutte le Barbie e le poveracce sembravano delle malate terminali…
Insomma i pasticci con i capelli delle bambole li hanno fatti tutti no?
Che gusto c’è a farlo fare da altri?!?!
Comunque il negozio American Girl è pazzesco…A NY fanno la fila per farvi soprattutto la festa di compleanno all’interno.
No Comment.
scritto da te ci credo, altrimenti potrei pensare a una bufala, di quelle che ogni tanto girano in internet…che tristezza che mi fa questa storia…ci sono cose che cambiano xkè c’è un progresso tecnologico, altre che cambiano xkè c’è un regresso umano.
questa dei saloni per le bambole mi mancava,l’avesse saputo mio fratello che all’epoca mi tatuava, stropicciava e riduceva in polpette le barbie avrebbe fatto i soldi…
io avevo anche il gioco con la parucca. ve lo ricordate? quello con la testa di manichino con i capelli che potevi truccare e pettinare come volevi…
Io una volta ho asciugato i capelli della barbie col phon. Sono diventati una massa informe di plastica. Ho pianto per una settimana!
Qualche anno più tardi, mentre mia sorella faceva la scuola da parruchhiera, si è portata a casa la poupette (si scrive così) praticamente la “testa” di prova per le acconciature. Ha pensato bene di lasciarla in bagno difronte allo specchio. Quella notte sono tornata a casa e per non diturbare ho acceso solo la luce dello specchio in bagno, trovandomi riflessa nello specchio e nella semioscurità la “testa” alle mie spalle.
Ho svegliato tutto il condominio!
che ansia le bambole che ti guardano fisse (poi al buio!)… veramente horror!
io non ho mai amato le bambole, quindi trovo veramente kitch questi parrucchieri per bambole!
“purtroppo” invece mia figlia le adora, così ogni tanto devo scendere a patti e fare i codini anche alle bambole… puàh!
Lo sai che la bambola nel cassonetto della Caritas sarà andata a turbare i sonni di qualche altra bambina malcapitata, vero?
E’ proprio l’epilogo ideale di un sequel da film horror!
allora…io da piccola infliggevo alle mie poce bambole una pena terribile. Giocavo a fare il medico e le usavo per esecitarmi con le iniezioni, usando i medicinali scaduti che trovavo in casa. Così dopo qualche mese le mie piccole creature si sono trasformate in pericolosissime bombe chimiche che mia madre ha dovuto buttar via. Tra i rifiuti normali… erano altri tempi!
m.