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Il signor Chicco - Extramamma

Il signor Chicco

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Telefono alla clinica veterinaria per prenotare una vaccinazione per Lola.
“Va bene alle 17,30?”
“Perfetto”
“Mi lasci il nome”
“Del cane?”
“No, altrimenti dovrei segnare sempre “Chicco”! Del padrone, che domande!”, la segretaria mi fa sentire un’idiota.
Dopo un’onorata carriera come mamma di umani ed essere diventata espertissima nel gestire pediatri, maestre, professori e affini, come mamma di cane faccio un po’ schifo. Sono imbranata.
Ieri pomeriggio vado alla clinica aspetto una lunga ora in sala d’attesa.
A Lola non piace stare lì, annusa l’aria e tira il guinzaglio per uscire.
Gli altri padroni di cani mi sorridono complici.
C’è più solidarietà tra padroni di cani e gatti che fra madri.
Le genitrici quando fanno comunella sono sempre in competizione (a partire da “il mio già gattona, il tuo no?” a “promosso con la media del sette”) mentre i padroni dei cani fortunatamente non dicono “il mio già abbaia” o “il tuo non porta il giornale?”
Dopo un po’ però tutti i padroni dei cani spariscono, entrano a fare le loro visite e rimango da sola. Sono le 18 e incominciano ad arrivare i padroni dei mici. Una processione.
E’ il momento delle visite ai degenti.
“Ho il mio gatto ricoverato, vado a trovarlo” e si infilano dentro una porticina.
“Vado a vedere il mio gatto”
“Il mio gatto è stato operato”
E via così. Non so quanti posti-gatto-letto ci siano dietro quella porticina ma tanti sono i padroni premurosi. Secondo me molto più preoccupati che se fosse ricoverata una vecchia zia.
Lola ed io rimaniamo sole, lei tira sempre per uscire. Dopo un’ora di attesa, vado dalla segretaria (quella che mi ha fatto sentire scema al telefono) e le chiedo se il veterinario con cui ho prenotato la vaccinazione esiste davvero o il suo sia un nome fittizio come quello del cane Chicco. Lei mi gela con lo sguardo: “Sta visitando!”
Torniamo a sederci e intanto i parenti dei mici non escono dalla visita. Mi domando se dire:
“Ho il gatto operato” sia una frase in codice per entrare in una riunione di una qualche setta.
Dove sono spariti tutti?
Dopo un’altra manciata di minuti finalmente ci ricevono e Lola si becca il punturone. Fortunatamente non piange. Anzi, sembra che non si sia accorta di nulla. Tiro un sospiro di sollievo. Non ero così ansiosa da quando le mie figlie erano bebè per la prima vaccinazione dei tre mesi!

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11 Replies to “Il signor Chicco”

  1. Fantastico!!!! Anche io faccio questo genere di attese con i miei 2 mici, che mettevo pure nella gabbiettta insieme, quando erano piccoli, non per cattiveria, ma perchè, ai tempi, avevo recuperato una sola gabbietta.
    Direi che, quando ti sarai ripresa dalle fatiche dell’ultimo libro, potresti trarre spunto per il prossimo!! i padroni di gatti e cani, soprattutto se senza figli “non pelosi”, sono fantastici, eccessivi e moooolto più premurosi che coi loro compagni pelosi che con i cristiani!!!! e anche i veterinari non sono da meno: la mia una volta aveva uno yogurt incominciato sul tavolo e la sua gatta, che vive in studio, praticamente stravaccata nel vasetto!!! e le è andata bene che il mio Tigro fosse troppo terrorizzato dalla visita ,altrimenti se lo sarebbe sbafato lui in un nano secondo!!!

    1. Divertente la tua veterinaria 🙂
      Per scriverne, hai ragione sono una materiale fantastico…e poi sono libera di dire quello che voglio senza censura, mentre le mie figlie mi leggono!

  2. Troppi ricordi pelosi!
    Hai ragione è meglio andare dal veterinario che dal pediatra….per non dire dei prof !!!!

  3. osservazioni giustissime, quando si sta in sala di aspetto del veterinario nasce una enorme solidarietà fra proprietari di cani e gatti. quando alla visita al gatto ricoverato, poverino sennò lui si sente abbandonato… sigh fatte tante volte.

    1. Vedi, non lo sapevo che il gatto ricoverato se lo ricorda se lo trascuri!

      Oggi sono andata a fare il passaporto al cane e l’hanno iscritta all’anagrafe canina, ho sbirciato nel database, c’erano tutti i dati e poi alla voce “attività” c’era scritto “compagnia” ed è vero!
      Mi sta sempre attaccata!

  4. Non ho mai provato questa sensazione. L’unica tristissima visita veterinaria che abbia mai visto fare è stata quando avevo 15 anni e una cricetina morente. Alle 4 di una domenica mattina i miei erano in montagna e io a casa con mio fratello maggiore. Ho chiamato i miei, che sono volati a casa e mi hanno portata dal vet. Alle 6 l’iniezione letale, mentre Kiki era già spirata. Mio padre era leggermente incazzato, anche perchè l’intervento (inutile) gli era pure costato un occhio della testa, vista l’ora e visto il giorno. Non c’era nessuno, domenica mattina alle 6. Non ho mai più voluto altri animali domestici. Troppo doloroso vederli andarsene. E sai una cosa? Quando leggo della tua Lola, mi vengono in mente i Barbapapà e la loro simpatica cagnetta, Lolita. 🙂

    1. Mi dispiace per la tua esperienza traumatica!

      E darmi del Barbapapà lo prendo come un complimento 😀

    1. Dopo le ho dato due biscottini e si è dimenticata!
      Le mie figlie sono gelose e dicono che la vizio 😉

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