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Americanate - Extramamma

Americanate

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Questo negozio vendeva solo cupcakes, il paradiso per Anita!

Vi racconto ancora due cosette su S.Francisco e poi la smetto…

L’homeless più simpatico e creativo
Era a Fisherman Wharf, la zona più turistica della città, quella sul lungomare. Nella zona di passaggio pedonale questo corpulento barbone di colore faceva cucùsettete ai passanti nascondendosi dietro due grandi e rigogliosi arbusti. Era piazzato nel vialetto proprio dove ci sarebbe stato un alberello (avete presente le file di piante sui marciapiedi?) quindi i turisti passavano e lui: zac!
Appariva all’improvviso aprendo il siparietto degli arbusti e urlava:
“I got you! Hey man, you’ve to pay me now!”
I dollari fioccavano e tutti ridevano. Anche Sant’ è stato vittima del cucùsettete e divertito ha sborsato l’obolo, dopo di noi un iper palestrato machissimo tutto muscoli e canotta, con bella tettona al fianco, ha fatto anche lui un salto sorpreso dall’alberello che si apriva improvvisamente.
Uno così, ho pensato, magari gli dà un cazzotto e invece ha riso a squarciagola e gli ha mollato un verdone.
Addirittura in un bar di fianco a lui c’erano seduti gli avventori che con il naso appiciccato alla vetrina si scompisciavano a seguivano lo spettacolo.

Manifestazioni sindacali fuoriorario
Alle sette della mattina del 1 gennaio sono stata svegliata da voci che con il megafono urlavano sotto le finestre dell’ albergo. Eravamo all’ottavo piano ma si sentiva benissimo. Un contralto a due voci.
Una parte gridava: “Who’s going to win?”
E l’altra rispondeva: “We’re going to win!”
E poi da capo. E ancora e ancora.
Orchestrato bene in perfetto ritmo.
All’inizio non capivo cosa dicessero, era così sincopato che mi ricordava il rosario, tipo quando il prete dice qualcosa e l’altra risponde “Ora pronobis!”
Poi mi sono svegliata meglio e ho realizzato che non eravamo in un paese cattolico e nemmeno in maggio e quindi era improbabile che sentissi una novena urlata con il megafono sotto le finestre.
Poi hanno cambiato slogan, la prima parte faceva una domanda e la seconda rispondeva “Night and day!”
Sono andati avanti un’ora esatta fino alle 8.
Immagino gli smoccolamenti di tutti quelli che la notte prima avevano fatto bagordi e avrebbero voluto riposare. Noi ancora sotto jet-leg, la sera di Capodanno dopo un brindisi alle 10,30 eravamo crollati nel sonno più profondo e quindi quella mattina oramai eravamo tutti svegli.
Così Sant’ mi ha spiegato chi erano i manifestanti. Lo sapeva perchè li aveva visti anche il giorno prima, erano una decina di dipendenti dell’albergo di fronte a cui non era stato rinnovato il contratto e quindi marciavano con i cartelli e protestavano per dare il massimo danno ai clienti dell’hotel. Magari la Camusso potrebbe prendere ispirazione…

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17 Replies to “Americanate”

  1. Siete delle gran belle ragazze, tu e le figlie! Sant’ ne sarà giustamente orgoglioso…
    E piacevolissimi sono stati i tuoi reportages da S. Francisco (se mai ci tornassi, ti chiederò l’indirizzo del negozio di cupcakes… 😉 )
    Ciao!

    1. Ho cercato di non fare il solito elenco dei luoghi turistici ma raccontare invece qualcosa di più personale soprattutto di sensazioni, spero di esserci riuscita….chissà?

  2. ne sto giusto infornando 15 di cupcakes e sto preparando la glassa! quel posticino piacerebbe tanto anche alle mie figlie!
    bellissimi i tuoi resoconti americani, sembra di vivere insieme a voi

    1. Che brava che sei che ti correggi…io ogni tanto lascio dei commenti con dei refusi da paura, ma vado di corsa e spero nella clemenza di chi li legge 🙂

      Sono contenta se ti sei divertita con i miei ritrattini!

  3. l’homeless creativo che fa bubusettete m’ha fatto sbellicare!
    Comunque entrambi i racconti mi fanno pensare che nella societa’ americana, che e’ molto piu’ precaria della nostra e in cui puoi “precipitare” molto in fretta e sono in molti a farlo, se vuoi far ascoltare la tua voce devi davvero inventare qualcosa di bizzarro.

    1. Hai colto nel segno, infatti è proprio quello che ho pensato anch’io! Loro di solito sono molto omologati, ligi alle regole, amanti dei manuali, per trovare la creatività spesso tristemente hanno bisogno di sbarellare!

    1. Te la consiglio anche se culturalmente è molto meno ricca di N.Y.

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