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R.I.P. per Hickstead - Extramamma

R.I.P. per Hickstead

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Era il cavallo più importante, più famoso del mondo: aveva vinto l’oro alle Olimpiadi del 2008, vari altri premi prestigiosissimi e l’anno scorso era stato nominato “cavallo dell’anno”.
Nato in Olanda, 15 anni fa, canadese d’adozione, era la classica “gallina dalle uova d’oro” per il suo cavaliere e per tutti gli sponsor. Un campione, il fuoriclasse dei salti a ostacoli. Ma ieri per il povero Hickstead è finita male, alla Fieracavalli di Verona, durante una tappa della Coppa del mondo di salto a ostacoli, finito il suo percorso, saltato l’ultimo ostacolo, il cavallo si è accasciato, ha avuto spasmi epilettici ed è morto.
Così in diretta, lasciando tutti paralizzati dal dolore e dalla pena.
Anita e io stavamo seguendo la gara alla TV, dovevamo essere a Verona ma l’avevamo deciso troppo tardi, una settimana fa i biglietti per la gara erano tutti esauriti. Così sul divano poco dopo le 15 ci guardavamo i percorsi e i salti, da un metro e sessanta, di quei cavalli campione che costano e valgono una fortuna.
Quando è arrivato il turno di Hickstead Anita era eccitatissima:
“E’ il cavallo migliore del mondo”, mi ha spiegato con entusiasmo.
Poi davanti alla sua brevissima agonia siamo rimaste senza parole e non abbiamo potuto trattenere le lacrime.
Hickstead è stato un campione, un professionista fino all’ultimo: si è sforzato comunuque di concludere il suo percorso (solo con una penalità) poi appena finito, non ce l’ha fatta più ed è stramazzato al suolo. Forse un aneurisma, i risultati dell’autopsia si avranno fra qualche giorno.
Poi ci sono state le parole di cordoglio del cronista, le facce stravolte degli altri cavalieri.
Finalmente la decisione di sospendere la gara anche se si bruciavano molti, moltissimi soldi. E anche altri commentati, quasi di scusa, in cui raccontava di un calendario di gare strettissimo, di voli transoceanici, di stress da iper-lavoro. Senz’altro Hickstead sarà stato trattato benissimo, visto il suo valore, comunque per i cavalli l’agonismo non è il paradiso e tantomeno lo sono i voli in aereo. I cavalli sono animali sensibilissimi, già soffrono quando devono essere trasportati sui camion per gli spostamenti via terra, volare non credo sia proprio la loro passione.
Da poco ho saputo che se i purosangue da corsa si feriscono in una gara, spesso non vale la pena curarli, infatti la degenza in clinica per un cavallo costa circa 1000 euro al mese e la riabilitazione è di 6 mesi (in cui ci sono solo costi e non ricavi) poi la vita media di un campione in gara è soli di 2-3 anni, quindi 6 mesi persi sono troppi, e allora tanto vale abbatterli.
Purtroppo l’equitazione è all’80% una questione di soldi e non sempre di rispetto per il benessere degli animali, già si vede
nell’approccio dei maneggi che fanno scuola ai ragazzini. Appena si parla di agonismo è un escalation di costi che vanno dall’affitto del cavallo (dovrebbero essere al massimo due i cavalieri su un cavallo ma per guadagnare di più capita anche che i proprietari moltiplichino la faccenda facendo, affittare lo stesso animale a quattro persone) a salire con i costi delle gare, sempre più gonfiati, fino all’acquisto del cavallo che spesso è un salto nel buio perchè è molto probabile, per i non addetti, beccarsi una costosa sòla.
Personalmente ho montato una sola volta, tantissimi anni fa, per una passeggiata sull’Appennino toscano-romagnolo. Sono finita in mezzo a una mandria di mucche urlando attaccata alla criniera di un cavallo incontenibile, e penso di essere stata miracolata a uscirne illesa. Però da sette anni giro per maneggi con Anita e sponsorizzo.
Così ho imparato ad amare i cavalli e molto meno i cavalieri.

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14 Replies to “R.I.P. per Hickstead”

  1. che cose tristi racconti, ne avevo la sensazione, ma così è la certezza. ad ogni modo ancora mi sento male se penso ad una tipa che conoscevo di vista e che una volta raccontò un fatto agghiacciante. siccome il marito aveva un cavallo vecchio e non più sicuro e non avendo trovato altre soluzioni avevano deciso di vendere il cavallo ad un macello. insomma dopo anni di onorato servizio – e diciamolo per il cavallo magari anche di rotture di balle – se non servi più ti trasformano in bistecche.
    ma la cosa sconvolgente è che la tipa in questione vedeva la cosa come un fatto naturalissimo.
    mahhhhhhhhhh

    1. E’ una storia tremenda! Pazzesco anche che lo raccontassero! Succede perchè comunque tenere un cavallo in pensione costa e anche “al pascolo” cioè in un prato in qualche cascina così invece il loro espediente era privo di spese.

  2. Posso immaginare come dev’essere stato scioccante assistere in diretta. Che tristezza. Ma mi rattrista ancora di più pensare a quanto racconti tu sull’ambiente. C’è davvero da restare allibiti. 🙁

    1. Infatti adesso sto cercando di entrare in un maneggio dove il rapporto con gli animali non è agonistico, si fa “La doma dolce” ispirata al prncipio del rispetto per gli animli.

  3. 🙁 puoi raccontarmi qualcosa d allegro? Ero giu d corda e aspettavo con ansia i tuoi racconti divrrtenti… Povero! 🙁

    1. Mi dispice averti deluso, ma anch’io non sono allegrissima in questi giorni e quindi anche il post mi è venuto così, vedrò di rimediare, un abbraccio!

      1. no, hey, calma, non mi hai delusa, non scherzare!! La delusione è qualcos’altro… Mi dispiace che anche tu sia un po’ giù di corda… ma aspetto con ansia trepidante tue nuove scoppiettanti parole d’allegria 😉

  4. Quasi ogni ambiente agonistico ha i suoi scheletri e se per uno sport “umano” c’è una decisione consapevole, in quelli con gli animali c’è la presunzione d’immaginare che l’animale si diverta che può anche essere così, ma di certo non ai livelli di cui hai scritto.

  5. Hai ragione sull’agonismo, proprio nel Corriere di oggi c’è l’articolo sul mondo del calcio junior. (non so se l’ahi visto). I genitori e i coach assatanati fanno paura.

  6. No non l’ho visto, magari dopo lo cerco anche se…mi basta quello che vedo e sento nella società di Prince
    (a mia memoria tutti i post incazzati che ho scritto sull’argomento)

  7. L’agonismo industrializzato moderno non fa bene a nessun animale, e spesso nemmeno all’uomo… Non è aumentare le prestazioni, è tutto un pimp my performances…
    LaStancaSylvie

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