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Marketing e bugie - Extramamma

Marketing e bugie

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Ho passato il fine settimana a lavare maglioni e mettere via stivali. Very exciting.
Però ho trovato questa notizia sul New York Times che parla di marketing sui blog, un argomento caldo caldo ancora anche negli USA, visto il prestigio della testata che ha parlato del problema. La storia è quella di una famosa blogger di Brooklyn che ha accettato la sponsorizzazione dell’Absolute Vodka, una bottiglia di una nuova versione della vodka e una piccola videocamera digitale, per pubblicizzare in un post un blogfestival che si teneva a Brooklyn, organizzato proprio dal brand della vodka. Questa blogger però non ha chiarito con i suoi lettori che aveva rivevuto un omaggio dalla Absolute, è stata scoperta e ha perso credibilità. Negli Usa c’è una legge federale che vieta ai blogger di fare pubblicità ai prodotti senza dichiarare di essere sponsorizzati dalle aziende. La nostra di Brooklyn non è sotto inchiesta ma altri sì. Quest’inverno è capitato di finire nei guai a una blogger che ha ricevuto 500 dollari per scrivere un post su una vendita promozionale di abiti di Ann Taylor.
Secondo me la sincerità e la reputazione in rete (e ovviamente anche nella vita reale) valgono molto di più. Quoto la veterana delle top model, Linda Evangelista: “Per meno di 10.000 dollari non mi alzo neppure dal letto la mattina”. Mi sembra facesse anche la pubblicità dell’Oreal poi, con il pay-off: “Perchè io valgo”

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22 Replies to “Marketing e bugie”

  1. Premesso che la legge degli USA mi pare esagerata,
    io sono comunque per la sincerità.
    Odio le bugie, dalle più piccole alle “balle spaziali”.
    Cerco di essere sempre il più sincera possibile e anche qui sul web, che potrei mentire spudoratamente tanto non mi conosce nessuno personalmente, al solo pensiero di scrivere una bugia arrossisco….proprio non ce la faccio.
    Evviva la sincerità 😀

  2. L’ho sempre detto a Linda che viaggiava troppo basso: io non mi alzo dal letto per meno di 20mila euri, la colazione in vassoio, un massaggio ai piedi e una carrucola sollevatrice 😉
    che bel post!
    panz

  3. Ok, gli americani son sempre esagerati ma la legge è la legge.
    E comunque se una mamma pubblicizza qualcosa dietro compenso vorrei saperlo per valutare adeguatamente il suo giudizio.
    Comunque la Linda è una grande!

  4. Secondo me dopo un po’ di tempo se una è sincera oppure no lo si capisce, come nel caso dei prodotti, io posso scrivere di usare tal marca e spiegare il perchè mi trovo bene, però penso che una “marchetta” si capisca e questo sicuramente infastidisce.

    Ah! io in questo periodo di maternità mi alzo dal letto per 400 euro però valgo molto perchè di domenica cucino i pacakes e la Linda invece non sa tenere nemmeno un cucchiaio 😉

  5. Ovvio, neanche io mi alzo dal letto per 10.000 dollari. Lo faccio per molto meno 😀

    Comunque si! La reputazione va difesa con unghie e denti…ed essere onesti, paga. Quasi sempre.

  6. Beh, il marketing è fatto essenzialmente di bugie vestite bene.

    In ogni caso mi sembra corretto che si metta chi legge nelle condizioni almeno di capire se sta leggendo della pubblicità o delle opinioni personali.

    Tra le due cose c’è un abisso!

  7. Ma scusa?
    Bastava solo che lo dicesse!
    Comunque negli Stati Uniti si esagera, non possono incriminarti per una cosa del genere, dai!

  8. eh si, lo dice sempre la mia nonna…(quasi 96 anni e in forma splendida) “meglio una brutta verità ad una bella bugia”….
    Ieri ho trascorso il pomeriggio (temporalesco) a finire di leggere il tuo libro.
    Moooolto carino, Davvero complimenti. Merita un seguito…..

    ^_^
    Tatti

  9. A me piace questa Legge statunitense, più che altro perchè considera i blogger come dei professionisti: quindi se tu fai una pubblicità, che quindi non deve essere occulta, paghi le tasse. Mi piacerebbe che anche in Italia ci fosse una normativa di questo tipo, che preveda l’apertura della P IVA e anche la scrittura di un ‘codice di regolamentazione’, che così normerebbe tutte le casistiche.

  10. se scrivo un post sponsorizzato lo dico sempre. ne va non solo della mia credibilità e della fiducia dei lettori ma anche del rispetto che ho per la mia opinione. come faccio a scrivere una roba promozionale facendo finta che “oh cielo mi piace tanto ma mi viene spontaneamente”?

  11. vedi che faccio male io ad alzarmi dal letto solo con il caffè??? sapevo di aver sbagliato tutto…

  12. Ok Extra, anche per noi è giunta l’ora delle rivelazioni.
    Già, perchè la scamorza che mi avevi promesso per parlar bene del tuo libro in un post in realtà non mi è mai arrivata!
    Invece io le presine all’uncinetto pattuite per nominarmi in un articolo sul giornale te le ho mandate subito …
    Ekkekkavolo, quel che è giusto è giusto, come dice cempre la Evangelista !

    DaniVS

  13. per me è giusto… hai un certo seguito? sei in grado di influenzare le scelte, sei selezionata per fare pubblicità, BENISSIMO, ma dillo!
    la reputazione e la fiducia acquisita non hanno prezzo e difficilmente si riescono a rimettere a posto i cocci!
    ps. cmq ‘sti americani sono sempre un passo avanti

  14. MIlks
    infatti l’anonimato potrebbe essere una scappatoia ma non vale la pena!
    Panz
    anch’io ho la carrucola e quella costa. Anche tu hai il modello turbo?
    Rocciajubba
    Mi sono posta anche il questo problema: ma se chi ti legge sa che sei sponsorizzato ti crede ugualmente? L’altro giorno ho fatto una lunga discussione con sant’ che nel marketing è più scafato di me…in effetti la legge è “Basta che se ne parli”. L’idea, il brand rimane cmq nella mente di acquista..un po’ come nelle televendite…
    Agrimonia
    la LInda non sa cucinare? vergogna!

  15. Bismama
    anche secondo me essere onesti paga, però delle volte guardandomi in giro mi assalgono grossi dubbi 🙁
    Riccardo
    Grandiosa e molto realistica la tua definizione di marketing!
    Charming
    negli USA c’è una legge per qualsiasi cosa, tutti denunciano tutti e gli avvocati gongolano!
    Tatti
    Grazie!!! E dì a tua nonna che sono completamente d’accordo con lei!
    Mammafelice
    da noi come sai è ancora il far west e purtroppo non ho una gran fiducia nelle regolamentazioni che potrebbero scaturire al più presto. Sarò negativa ma più che regole temo che siano minacce!
    Alle
    sì la sincerità a volte può essere brutale, ma anch’io la preferisco.

  16. Mammanews
    tutti dovrebbero fare come te, è l’unico modo professionale di avere credibilità. Però cmq trovo anche che sia troppo comodo per chi vuol far pubblicità in rete cercare di abbindolare i blogger con i prodotti. Una pubblicità vale molto di più di una fornitura di prodotti e i blogger dovrebbero appunto farsi valere!
    Francy
    credo più meno di aver risposto alla tua domanda anche nelle risposte aglia ltri commenti, cmq riassumendo da noi al momento non c’è una regolamentazione è ancora un terreno abbastanza selvaggio dove pullulano i furbetti!
    Eligraphix
    certo, però in giro c’è gente che ci tenta comunque anche con i meno conosciuti!
    Valma
    e con la brioche? abbocchi? pain au chocolat (mmmm…che acquolina)
    Dani VS
    non eravamo d’accordo una scamorza, massimo un provolone e si tace per sempre? perchè adesso fai casino?
    quelle presine sono fantastiche…ma devo ripetertelo tutti i giorni??? Chetthofatto per sputtanarmi così? Vabbè quando faranno il film dal libro avrai il ruolo da protagonista….no, non ci sono scene di nudo frontale….solo una…ma è artistica e ti puoi sempre mettere davanti le presine se ti vergogni ^_^
    Mammalellella
    menomale che ci sei tu che sei una personcina a modo…non come certe qui sopra. In US sono sempre lì a macchinare…che ne pensa l’avvocato?

  17. questo è un problema che mi pongo quotidianamente da qualche tempo, da quando cioè ho cominciato a lavorare come copy. mi sta aiutando leggere e docimentarmi sull’argomento (senza partiti presi) e anche provando a fare delle cose, perché a volte l’esperienza insegna più di tanti discorsi.
    i blog stanno diventanto dei media a tutti gli effetti, e quindi anche qui si pone il problema, come nei media tradizionali, di come si ha a che fare con l’esterno. la politica per esempio, o le aziende. ho lavorato abbastanza in televisione per sapere che quando ti chiedono un servizio su un argomento ci sono cose che puoi o non puoi dire, e sta a te, alla tua professionalità, essere coerente e cercare di fare il meglio possibile nell’ambito di questi paletti. io credo che prima delle regole imposte dall’alto tocca a noi blogger capire come comportarci, come gestire la nostra identità virtuale, la nostra credibilità. non è facile ma vale la pena provarci. e l’esempio americano in questo senso può essere d’aiuto, perché loro sono più avanti e offrono uno specchio con cui confrontarci. devo dire però che spesso leggo un giudizio di fondo sulla faccenda scettico e negativo a priori, e questo non aiuta nessuno a fare un buon lavoro.

  18. Piattini
    concordo pienamente con te sulle regole non scritte che esistono in ogni forma di informazione a attorno alle quali bisogna aggirarsi. Sui blog quello che mi stupisce è la noncuranza con cui veniamo approcciati, succede anche con i giornali, dove arrivano comunicati riguardo a notizie completamente impubblicabili perchè il giornale non tratta quel tema, a noi blogger capita spesso la stessa cosa o peggio, viene chiesto di dar risalto a un tema che non ha nulla a che vedere con lo stile o il tema del blog stesso.
    Questo secondo me succede anche perchè i blogger non vengono considerati dei professionisti ma dei dielttanti a cui si può chiedere qualsiasi cosa. Oppure perchè chi propone non ha voglia ne tempo di leggere la bio o un paio di post in più del primo. Forse sono andata fuori tema comunque concordo con te ma l’argomento è così vasto che è difficile essere sintetici 🙂

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