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Countrylife - Extramamma

Countrylife

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Ho appena finito di leggere un libro che mi è piaciuto molto. Scritto da Fay Weldon, un’autrice inglese piuttosto nota che però non conoscevo. Questa scrittrice ha avuto l’incredibile talento di mischiare la storia di un radicale cambiamento di vita (una coppia londinese che si trasferisce a vivere in campagna) con il diario tecnico/ginecologico della gravidanza della protagonista. L’evolversi della gestazione e anche gli aspetti psicologici della gravidanza sono narrati nei dettagli più realistici, mentre la vicenda è intrisa di ironia e colpi di scena.
Vivere in maniera bucolica, lasciarsi alle spalle la città, l’inquinamento e il caos è il sogno dei protagonisti di questa vicenda ed è stato anche quello mio e di Sant’ per tanti anni. Sei anni fa, stanchi di combattere con i broncospasmi delle nostre figlie, con il traffico caotico e le mille altre insidie cittadine ce ne siamo andati da Milano. Sognando di dare una sfavillante svolta nella nostra vita e …anche per noi come per i tipi del romanzo è stato un fiasco.
Anche Sant’ come il protagonista del libro ha capito che poteva tornare a casa solo nel fine settimana perchè lavorava ancora a Milano. Anch’io, come la moglie inventata dalla scrittrice, soffrivo di solitudine, avevo paura a dormire in una grande casa da sola e non capivo la mentalità di chi mi stava attorno. Nel romanzo naturalmente le difficoltà e i colpi di scena sono più gravi, ma anche per noi il sogno bucolico alla fine si è rivelato, purtroppo, una trappola. Dopo un anno e un gran travaglio interiore, siamo tornati sui nostri passi. A malincuore ho dovuto fare i conti con i miei limiti. Ho dovuto ammettere che per me la campagna va bene solo nei fine settimana (se fa bel tempo).

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15 Replies to “Countrylife”

  1. Stravolta dalla settimana dal design (che subisco mio malgrado) e da tanti pensieri che assalgono un po’ tutte le mamme cittadine, proprio ieri ho scritto un post “contro” la mia Milano. Però so bene di avere la vita e i ritmi metropolitani nel dna e, anche se questi con i bambini piccoli sono gli anni peggiori da trascorrere in questa città, non potrei mai vivere in altro modo. E penso che, quando i figli cresceranno, saranno anche loro contenti della nostra scelta di rimanere qui.

  2. I figli stanno bene dove stanno bene i genitori, e noi già ci facciamo un culo a capanna semplicemente per metterli a tavola e a letto tutti i giorni (con fortune alterne, lo concedo, and axcuse my french).

    E ogni posto insegna qualcosa ai nostri figli, quindi se un giorno loro nn si schioderanno dalla campagna, o resteranno a Milano come tutti i milanesi maniaci ceh conisco che pure in vacanza in campagna fanno i milanesi, sarà esclusivamente perché a loro piace così.

    (Però vuoi mettere Amsterdam? A parte che mi hanno appena rubato la bicicarro e l’articolo (grazie) lo hai pubblicato appena in tempo).

  3. Anche io sono come te: in campagna non ce la potrei fare… per me, ma anche per la bambina: mi prenderebbe male ‘isolarla’ così dal mondo e soprattutto perdere tanto tempo di vita con continui spostamenti in macchina per andare al lavoro, a fare la spesa, ecc…

    Il mio ideale sarebbe un paesino appena fuori da Bologna: pieno di verde, ma comunque ‘urbano’.

    Noi abbiamo già messo gli occhi su uno di questi paesini, dove ci sono anche le scuola (fino alle medie) e dove (un giorno, forse, chi lo sa…) andremo a vivere, se e quando riusciremo a lavorare entrambi da casa.

  4. Io mi sono trasferita da Verona in un paesino nella pianura padana, completo di scuole, dottore, farmacia, edicola, supermercato a qualche chilometro… in una nuova zona residenziale quasi tra i campi; è la via di mezzo che auguro a tutti, a 20 minuti dalla città ma abbastanza fuori da poter stare tranquilli come se si fosse da soli! Ma penso che da Milano sia necessario muoversi molto per trovare posti così.

  5. io ho abitato in città fino a quando nn mi sono sposata: sono venuta a vivere in un paelello in un appartamento in centro, sopra negozi e banche.
    ci trovavamo benissimo, era perfetto, finchè nn sono arrivati i figli: allora senti il problema del traffico, della mancanza di verde, di spazi x le festine di compleanno, allora abbiamo cercato casa, grande e con giardino….siamo cmq in una via parallela al centro, quindi vicini a tutto, il paese è piccolo ma c’è tutto il necessario…x bambini piccoli.
    il problema è che i ragazzi crescono e del giardino nn gliene frega nulla, vorrebbero avere un cinema o un ritrovo, il liceo nn c’è, x lo sport c’è solo atletica…quindi li devi scorazzare in giro dappertutto.
    nn so dirti cosa è meglio, credo che la vita cambia in continuazione e le esigenze anche…

  6. I nostri limiti sono quelli che fanno la differenza, e per fortuna che ci sono, Milano vale bene un trasloco!
    Brava extramamma, hai fatto bene a tornare in città, sebbene…

  7. Grazie dei commenti: ognuna di voi ha offerto una perla di saggezza: dal concetto di “culo a capanna” di Mammamstedam a cui sicuramente sottoscriviamo tutte, al fatto che gli ambienti più piccoli e più o meno bucolici sono ottimi nei primi anni dei bambini ma poi diventano più difficili da gestire per mancanza di scuole superiore e intrattenimento (come dice Emily). Mi sono fatta anni di sensi di colpa per aver trascinato via le figlie e poi riportate…ma comunque le nostre esigenze sono spesso mutevoli e diverse tanto vale trovare una via di mezzo per non essere una mamma isterica.
    E ciao Sheireh, adesso vengo a vedere il tuo blog!

  8. Dimenticavo però di dire che questo titolo non lo conosco, ma ho letto tante cose di Fay Weldon ed è assolutamente fantastica.

  9. Ciao, ti leggo spesso ma non ho mai lasciato commenti fino ad oggi…
    Noi abbiamo lasciato Genova x la campagna e ne siamo stra-felici!
    Mi viene da dire che Genova non è Milano, ha tutti gli svantaggi della grande città senza averne però i vantaggi.
    E’ anche vero che abbiamo fatto questo passo prima di avere bambini e che io ho presto trovato lavoro qui…
    Comunque, non è tutto rose e fiori ;))) se vuoi avere un assaggio delle nostre avventure sei la benvenuta sul mio blog.
    Ciao Maddalena

  10. @Maddalena
    Quando ho letto “I campagnoli” ho avuto paura: ho pensato, adesso mi insultano, e invece no…grazie!!!
    Voi avete avuto senz’altro più coraggio di noi, perchè per trasferirsi bisogna essere pronti a cambiare vita. Noi abbiamo riproposto il modello milanese in un posto diverso e questo credo sia stato l’errore. Adesso vengo a vedere il tuo blog.

  11. io sono come te.
    non ho esperienza di Milano ma:
    sono nata e cresciuta in una cittadina di provincia.
    qui è tutto “di provincia”: l’offerta culturale, la gente.
    non manca nulla (ci sono scuole superiori, 3 cinema, piscina, sport), ma a me spesso manca l’aria.
    non so se riesco a spiegarmi e non posso dilungarmi in una seduta di autocoscienza.

    Da una parte darei un dito di una mano per poter andare a vivere, che so,a torino……non vedere sempre le stesse facce, avere 100 e 1 proposte culturali, per me e per i miei figli, parchi, piazze etc
    Dall’altra, ormai, chi si abitua più a non raggiungere il posto di lavoro in 7 minuti di auto? a non fare pausa pranzo a casa tutti insieme? ad essere in campagna con due colpi di pedale?

    grazie per il post, baci
    my

  12. Io in campagna ci son nata e cresciuta e spesso mi manca e mi sento in colpa per costringere i miei figli a stere qui a Milano.Ma quando torno indietro per qualche giorno mi dico che là è bello per me che avevo un padre che lavorava sotto casa e una madre casalinga, non per due genitori che lavorano a Milano e che si esaurirebbero facendo i pendolari. Ho sempre tanti dubbi sul tema… per ora sto a Milano ma mi sa tanto che leggerò il libro.

  13. @My
    Grazie del commento, cmq penso che finchè hai i bambini piccoli si viva senz’altro meglio in una realtà tranquilla, però avere tutto “giusto” penso sia proprio impossibile.
    @Renata
    Penso anzi spero che il libro ti piacerà: è molto nuovo e ironico anche se è stato scritto parecchi anni fa.

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