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Notti d'estate - Extramamma

Notti d’estate

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Anche noi, nel nostro piccolo, abbiamo instaurato l’orario estivo. Durante i mesi bui dell’inverno il nostro fuso orario coincideva con quello del pollaio: cena presto per poter urlare “A letto!” al massimo alle 21.45. Ora abbiamo svaccato, siamo un po’ più romani: la cena è pronta alle 21 e poi con nonchalance ci si trascina fino alle 23. Peccato però che alla mattina la sveglia continua a suonare come se fossimo in novembre: io lavoro e le bambine si devono alzare per andare al camp estivo. Quindi ieri sera dopo aver raggiunto, come al solito, l’ora limite cercavo di accelerare la routine della buonanotte, per garantire un numero decente di ore di sonno. Ed evitare che alla mattina le mie figlie siano due zombie poco collaborativi. Dopo aver acceso la rana luminosa che emana luce verde (odiata da Anita ma amata da Emma per superare la paura del buio), recitato la formula di commiato notturno, portato i bicchieri d’acqua ed essere tornata indietro un paio di volte per risolvere gli ultimi improrogabili quesiti notturni, mi sono scocciata e ho giocato la carta delle mamme delle vecchie generazioni:
“Basta, altrimenti arriva papà”.
“E cosa fa?”
“Delle cose tremende”, ho minacciato tenendomi sul vago.
Sono uscita dalla cameretta per avvertire mio marito del suo ruolo di fustigatore.
Ma forse è stato preso troppo sul serio infatti, papà è entrato in cameretta dicendo:
“Se non chiudete gli occhi subito vi sbudello i pupazzi!”. Anita, che dorme ancora con otto pupazzi, ma oramai è quasi una cinica adolescente si è messa a ridere, mentre Emma è scoppiata in un pianto incontrollabile, nascondendo Sky, la sua rana di pezza, sotto il cuscino. Abbiamo perso un’altra mezz’ora per calmarla.
Più tardi nella notte ho sentito dei rumori. Il temporale? Sembravano in casa. Ho aspettato ancora un po’, li ho risentiti. allora mi sono alzata e ho visto la luce accessa in cucina. Ero un po’ spaventata ma sono andata a vedere. Anita vagava vicino al frigo. Lo sguardo un po’ perso, particolarmente rimbambita. Le ho chiesto se andava tutto bene e l’ho riaccompagnata a letto. Sonnambulismo infantile? Non dovrebbe essere grave ma dovrò cercare qualche informazione in più. Già altre volte si è alzata a sedere sul letto. Ma è la prima volta che girovaga per casa. Da anni parla nel sonno, esattamente da otto. Da quando non è più figlia unica. La sua frase più usata/urlata: “Emma piantala!”

Ho appena messo un polpo a bollire in pentola. E’ la cena di stasera. Lavandolo l’ho guardato e ho pensato a tutti quegli articoli scientifici che ho letto, per raccontarli alle bambine, sull’intelligenza del polpo. E’ un mollusco molto evoluto: gli piace giocare con il Lego. Prima di accendere il fornello ho riflettuto, sentendomi in colpa: “Poveretto, dopotutto ho la casa piena di Lego…” ma poi mi sono ripresa, ricordando di avere anche le patate e il prezzemolo in frigo…
devo dormire di più!

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